Sono rimasti in mutande i lavoratori Eridania Sadam di Castiglion Fiorentino (AR), perché in oltre 7 anni la politica non è stata in grado di decidere sul progetto di riconversione dell’ex zuccherificio e per tutti loro il 30 giugno prossimo verranno meno anche gli ammortizzatori sociali. Per questo stamani 50 di loro, accompagnati da delegati e rappresentanti sindacali, hanno tenuto un flashmob, appunto in mutande, in piazza del municipio a Castiglion Fiorentino, per non far spegnere i riflettori su una situazione che registra una cassa integrazione straordinaria e nessuna certezza sul posto di lavoro in quanto la Conferenza dei Servizi tarda a prendere una decisione definitiva sulla Valutazione di Impatto Ambientale (V.I.A.) relativa al progetto di riconversione presentato da Power Crop nel mese di novembre 2012. I lavoratori hanno così voluto informare la cittadinanza e l’opinione pubblica sui i rischi derivanti da una tardiva e/o negativa valutazione da parte della Conferenza dei Servizi: il 30 giugno prossimo, in assenza di approvazione dell’iter amministrativo, per i lavoratori si prospetta il licenziamento. “Siamo assolutamente stufi di rinvii e inconcludenza” ha detto il segretario generale della Cisl toscana, Riccardo Cerza, anche lui in piazza, rigorosamente in mutande.
“Un’occasione unica di lavoro che fa sintesi degli interessi del territorio, agricoltura e manifattura, viene gettata via per una politica prigioniera di interessi particolari che non sa più fare sintesi per il bene comune. Bene comune che in questo momento dovrebbe essere racchiuso in una parola sola: lavoro.” “Questa vicenda –ha detto il segretario della Fai-Cisl Toscana, Giampiero Giampieri- è emblematica di come in Italia ormai si lavori contro e non per il lavoro, con le burocrazie, di tutti i livelli, che strozzano qualsiasi iniziativa.
Ma la nostra protesta non si fermerà qui. Andremo avanti con altre iniziative perché questi lavoratori non possono essere lasciati soli.” Al presidio, oltre a Cerza e Giamperi, hanno preso parte anche la segreteria provinciale della Cisl di Arezzo e una delegazione della Filca-Cisl. Una delegazione di manifestanti è stata ricevuta dall’assessore comunale di Castiglion Fiorentino, Rossano Gallorini. Un incontro che non ha comunque soddisfatto i manifestanti. No alla cessione della Pirelli di Figline Valdarno (FI) alla belga Bekaert e tempo per verificare le soluzioni alternative che si sono manifestate all’orizzonte negli ultimi giorni. Lo chiede la Fim-Cisl di Firenze per lo stabilimento toscano del gruppo Pirelli che occupa 396 lavoratori diretti e altri 200 circa nell’indotto, costituendo la più importante realtà industriale del Valdarno Fiorentino.
Sulla situazione si è svolta stamani a Firenze una conferenza stampa a cui ha preso parte il segretario generale della Fim di Firenze-Prato Alessandro Beccastrini, Renato Santini della segreteria regionale Cisl, Fabio Franchi della segreteria territoriale Cisl e i delegati la Rsu Fim-Cisl della Pirelli, dove la Fim è il primo sindacato. “La cessione a Bekaert pare ormai prossima –dice la Fim- ma si tratterebbe di un abbraccio mortale, perché l’azienda belga è un concorrente diretto di Pirelli nel settore dello steel cord, il cordino metallico con cui si costruiscono le carcasse degli pneumatici.” In particolare proprio il fiore all’occhiello di Pirelli Figline, il settore ricerca e sviluppo, sarebbe un doppione per Bekaert, tanto da far prevedere alla Fim “una fine certa per lo stabilimento di Figline”. “Il nostro non è un no alla vendita –è stato detto in conferenza stampa- ma un no a Bekaert perché non ci garantisce un futuro.
Chiediamo a Tronchetti Provera di non pensare solo a fare cassa, ma di perseguire soluzioni che garantiscano un futuro produttivo a questa realtà. Una multinazionale italiana come Pirelli ha una responsabilità sociale verso il suo Paese.” “Visto che da più parti traspare che una cordata italiana ha manifestato interesse per Pirelli nelle ultime settimane –dice ancora la Fim- chiediamo che ci si dia il tempo di conoscere bene e verificare una soluzione che potrebbe dare un futuro produttivo a questo stabilimento e una speranza a tutta la vallata.” I rappresentanti sindacali hanno lanciato un appello alle istituzioni, locali e regionali, e alla politica, “a cominciare dai parlamentari eletti sul territorio, affinché si uniscano a noi in questa battaglia che punta solo a dare un futuro a un’azienda importante.”