Maggiori spese per utenze e servizi vari; minori entrate derivanti dalle disposizioni inerenti le sanzioni del Codice della Strada (il cosìddetto sconto del 30%); minori trasferimenti statali sul Fondo di Solidarietà Comunale. Sono questi i tre elementi principali fuori previsione per la parte corrente, della delibera di assestamento di bilancio 2013, presentata oggi in commissione dall’assessore al bilancio Alessandro Petretto e che conferma quanto anticipato in consiglio comunale il 18 novembre scorso in sede di approvazione della delibera di verifica degli equilibri.
“Sono tre fattori imprevedibili nei tempi di comunicazione e nelle dimensioni e del tutto indipendenti dall’amministrazione del Comune di Firenze – ha spiegato l’assessore Petretto – . Sulle utenze (5 milioni di maggiori spese) gravano in misura determinante i costi del Palazzo di giustizia e del Parco della musica. La norma sugli sconti alle multe alla lunga produrrà un effetto positivo riducendo i residui attivi, ma imposta a metà esercizio finanziario, ha obbligato a ridurre le previsioni di entrata sulla base di stime sull’impiego della facilitazione (3,6 milioni di minori entrate, ma anche con minori spese per notifiche atti di 0,8 milioni).
Bastava rinviare l’introduzione nel 2014 consentendo ai comuni di impostare con calma nel bilancio preventivo le nuove previsioni di accertamento”. Quanto al taglio definitivo 2013 sui trasferimenti (6,3 di minori entrate), questo è stato originato – come più volte detto – dalla modifica in corso d’anno, dei criteri di riparto del taglio della Spending Review 2013 e dall’ormai sistematica sovrastima del gettito Imu 2012 (il cosìddetto “accertamento convenzionale” MEF). “Si sono altresì, manifestate maggiori entrate e minori spese – ha proseguito l’assessore al bilancio – ma che non sono state in grado compensare i suddetti dati dello squilibrio.
Da qui la duplice manovra, prima in sede di verifica degli equilibri, con la riallocazione delle entrate da oneri di urbanizzazione, e poi ora in sede di assestamento. Vanno a fornire aumenti di entrata i bus turistici (1,5 nel riequilibrio e 1,5 milioni in assestamento), l’imposta di soggiorno (0,4), un rimborso Imu dello Stato (0,4) e recuperi di evasione affissioni/Ici (0,3). Il restante è principalmente ottenuto in assestamento (1,4 milioni) portando da 0.4 a 0.6 l’aliquota per le abitazioni principali classificate in A/1, A/8 e A/9, cioè case di pregio e lusso, che già sono fuori esenzione Imu-prima casa”.
Per quanto riguarda i blocchi agli impegni di spesa delle direzioni, originariamente posti transitoriamente a circa 5 milioni, questi si sono attestati su una cifra finale di circa 2,8 milioni che ha lasciato sostanzialmente indenni i servizi socialmente più sensibili. Ha contribuito alla chiusura del saldo di assestamento di parte corrente il ricorso al Fondo di riserva per spese imprevedibili (1,250 milioni, al di sotto del 50% accantonato), la cui dizione non potrebbe essere più appropriata, come detto, in questa circostanza.
“L’Amministrazione comunale – ha concluso l’assessore Petretto – avrebbe potuto seguire una via più facile per far quadrare i conti: alzare l’Imu prima casa per tutti in attesa di ricevere la restituzione da parte dello Stato. Avrebbe potuto caricare l’entrata virtuale nel Fondo di riserva estraendola in caso di mancata restituzione. Ma ciò avrebbe significato spostare i problemi di Firenze sui cittadini italiani tutti, un’opzione tecnicamente legittima ma eticamente discutibile.
Per la parte investimenti, abbiamo relativamente pochi movimenti, con l’unica eccezione del mutuo in due tranches programmato per finanziare la Dino Compagni, uno degli obiettivi fondamentali dell’amministrazione”