di Ivica Graziani La Faentina ha compiuto 120 anni, e forse li dimostra tutti. Eppure non sembra aver esaurito quella funzione strategica che la rese gloriosa nei primi anni del '900. Fu costruita un tratto alla volta, lasciando per ultimo il più difficile: quello che avrebbe collegato Borgo San Lorenzo a Marradi, scavalcando l'appennino. La sua realizzazione, al centro di accese diatribe locali, si inserì nel piano nazionale di completamento delle linee ferroviarie.
Le prime rotaie furono posate a Faenza nel 1881, quando l'annosa questione sul tracciato da seguire per collegare Firenze a Borgo San Lorenzo non era ancora stata districata. Se prima dell'unità d'Italia, la via indicata dal Gran Ducato era quella di Pontassieve, l'ipotesi di Vaglia mise in agitazione i paesi della bassa Sieve che non volevano essere estromessi dalla strada ferrata. A sostegno della Faentina si costituì un comitato di notabili toscani e romagnoli presieduto da Giovanni Benericetti e composto da Jacopo Fabbroni, gonfaloniere di Marradi, Lottaringo Lottaringhi della Stufa, Francesco Zauli Naldi, nobiluomo faentino trapiantato a Firenze, e Giovanni Antonelli, scienziato e padre nell'ordine degli Scolopi.
I tempi favorevoli per la costruzione della linea arrivarono nel 1876 quando Vittorio Emanuele II chiese a Depretis di formare un governo al posto della dimissionaria storica. Quest'ultima, dopo aver raggiunto il pareggio di bilancio, era stata messa in minoranza in Parlamento sulla proposta di Minghetti di nazionalizzare le ferrovie. Il completamento delle strade ferrate italiane divenne così un cavallo di battaglia della sinistra storica che nel 1879 con la legge Baccarini – l'allora ministro dei Lavori pubblici, originario di Russi- si lanciò in una faraonica opera edificatoria.
Ad essere coinvolti furono i tracciati transappenninici più impervi che videro la realizzazione di 6 mila km di strada ferrata e portarono ad un nuovo dissesto dei conti pubblici. La Faentina, che proprio grazie a questo programma poté essere costruita, costò 70 milioni di lire. I lavori cominciarono dalla città della ceramica nel 1881 e nel 1888 le rotaie raggiunsero Marradi. Contemporaneamente – nel 1884- venne avviata anche la costruzione della linea Firenze-Borgo San Lorenzo. E al suo completamento nel 1890 si procedette alla realizzazione del tratto appenninico che, nonostante le difficoltà tecniche, fu completato nel 1893 a tempo di record.
Proprio in quegli anni, d'altronde, si poterono completare importanti opere come il traforo del Frejus (1871) e il tunnel del San Gottardo (1882) grazie all'impiego della nitroglicerina, dei motori idraulici e delle perforatrici ad aria compressa. Per quanto riguarda la Faentina il tratto più difficile da realizzare fu la galleria degli Allocchi di ben 3.778 m, lungo la quale il percorso toccava anche la massima altitudine: 577 metri sul livello del mare. In dodici anni furono posati 101 km di rotaie, 24 dei quali attraverso gallerie scavate nella montagna, 55 tra ponti e viadotti, 18 cavalcavia, 100 case cantoniere, 9 magazzini merci, 15 stazioni intermedie.
Anche Faenza fu spinta alla costruzione di una nuova stazione che comportò l'abbattimento di una parte delle mura cittadine. Improvvisamente raggiungere Firenze divenne fattibile se non addirittura piacevole grazie alla bellezza del panorama. Lungo la via ferrata fiorirono una serie di attività economiche che poterono usufruire del nuovo trasporto merci. Marradi, ad esempio, attivò una filanda per la tessitura della seta e un mulino a cilindri alimentato da una centrale idroelettrica. Dopo un primo periodo glorioso, tuttavia, la Faentina vide progressivamente diminuire la propria importanza.
Prima con l'attivazione della tratta Pontassieve- Borgo San Lorenzo nel 1913. Poi con l'inaugurazione della direttissima Bologna-Firenze nel 1934. Fu durante la seconda guerra mondiale, però, che lo sviluppo della linea subì una definitiva battuta d'arresto. I bombardamenti degli alleati e le manomissioni dei tedeschi in ritirata la lasciarono a lungo inutilizzabile e abbandonata. Ripristinata nel 1957, la Faentina rimase tronca per 42 anni nel tratto Firenze-San Piero, imponendo di fatto il lungo percorso da Pontassieve.
Nel 1999 l'antica via è stata finalmente riattivata dimostrando, a distanza di 106 anni, di essere ancora un valido (e suggestivo) collegamento tra Toscana e Romagna.