FIRENZE – "La criticità della situazione relativa alla disponibilità di risorse per il finanziamento della cassa integrazione in deroga va affrontata dal governo, senza esitazioni. Perché non utilizzare le risorse dei PON (Progetti Operativi Nazionali, ndr) previsti per il Fondo Sociale Europeo nella nuova programmazione 2014-20 per finanziare gli ammortizzatori in deroga ed impiegare i cassintegrati in attività socialmente utili?". L'assessore al lavoro Gianfranco Simoncini lancia l'ennesimo appello al governo dalla sede fiorentina della UIL Toscana, intervenendo stamattina ad un convegno dal titolo 'Ammortizzatori sociali: oggi, domani?'. Sono 18.000 i lavoratori toscani che da aprile-maggio sono ancora in attesa di riscuotere la Cassa in deroga. Lavoratori, e le relative famiglie, che stanno subendo un inaccettabile taglio o addirittura un azzeramento del proprio reddito.
E’ un grido di allarme quello lanciato dalla Uil Toscana, che stamani a Firenze ha organizzato un convegno – insieme all’assessore regionale Gianfranco Simoncini, il segretario confederale della Uil Guglielmo Loy e il segretario generale della Uil Toscana Vito Marchiani - proprio per parlare degli ammortizzatori sociali, anche alla luce delle voci insistenti che vorrebbero una modifica sostanziale del sistema degli ammortizzatori sociali. “Di fronte a strumenti di protezione sociali come la Cassa integrazione che tutelano, con varia intensità, oltre 1,2 milioni di persone l’anno la politica e chi ha responsabilità di governo dovrebbe essere, soprattutto nel pieno di una crisi economica, molto cauto prima di avventurarsi in grandi cambiamenti”, è il ragionamento di Guglielmo Loy.
“In particolare – aggiunge – la Cassa in deroga, certamente strumento straordinario, ancora in questo anno ha evitato che si perdessero circa 100.000 posti di lavoro soprattutto nel vasto mondo della piccola e media impresa. Certamente è urgente fare quello che nessun governo ha avuto la forza ed il coraggio di fare, e cioè ancorare il necessario intervento economico verso le persone colpite da crisi aziendali ad un percorso di ricollocazione e riqualificazione per evitare che si crei un bacino troppo ampio di soggetti che rischiano, terminato il periodo di Cassa integrazione, di rimanere fuori dal sistema produttivo.
Ora, quindi, si tratta sia di garantire le adeguate coperture finanziarie alle Regioni ma, nel contempo, avviare vere ed efficaci politiche attive che coinvolgano le persone, riqualifichino i servizi per l’impiego e definiscano livelli di erogazione di servizi adeguati alle emergenze del paese”. Nei primi 9 mesi dell’anno in Italia il totale complessivo di ore di Cassa integrazione (ordinaria, straordinaria e in deroga) ammonta a 789 milioni, così suddivise: 260 milioni di Cassa ordinaria 322 milioni di straordinaria e 208 milioni in deroga.
“Mentre per la Cassa ordinaria e straordinaria negli anni il sistema è stato ed è finanziato dai lavoratori e dalle imprese per quella in deroga il finanziamento è deciso da appositi stanziamenti che il governo eroga – osserva Rodolfo Zanieri della segreteria regionale della Uil Toscana –. Le coperture dichiarate dal governo, sottolineo dichiarate, perché non ancora attuative coprirebbero forse il fabbisogno fino al giugno-luglio 2013 e poi? A queste riflessioni aggiungo che voci autorevoli ed insistenti parlano di una modifica dell’attuale sistema.
La Uil è per sua natura un sindacato riformista, ma dopo i disastri della Fornero ci sentiamo in dovere di aprire una discussione preventiva su un tema delicatissimo come gli ammortizzatori sociali”. Simoncini ribadisce concetti già espressi pochi giorni fa, commentando i dati diffusi dall'Osservatorio regionale sul mercato del lavoro che, nel mese di settembre, evidenziano una crescita della cassa integrazione in Toscana: +17% rispetto ad un anno fa. "Il governo deve rendersi conto – aggiunge Simoncini – che le risorse per arrivare a fine anno non ci sono.
Perché i 500 milioni deliberati e stanziati ancora non sono arrivati? Alla Toscana ne toccherebbero 33 ed anche se dovessero arrivare potremmo coprire fino a giugno, resterebbero scoperti 6 mesi. Non mi stanco di ripeterlo: il sistema attuale non può reggere, occorre pensare ad una riforma definitiva e tornare ad un sistema universalistico che non gravi sul sistema economico, sul bilancio dello Stato e soprattutto sui diritti di lavoratori e lavoratrici". Infine una proposta. "Una risposta al finanziamento della cassa in deroga per i prossimi anni – conclude Simoncini - potrebbe avvenire ripensando all'esperienza dei quattro anni passati, utilizzando i PON del Fondo Sociale Europeo, che per la prima volta ci saranno anche nelle regioni del Centro nord.
In questo modo si garantirebbe una certezza di integrazione del loro reddito ed allo stesso tempo si otterrebbe un contributo a livello sociale. Su questa ipotesi ci confronteremo con il governo". Prende il via anche in Toscana “La Strada Giusta”, la campagna nazionale di Sinistra Ecologia e Libertà verso le elezioni europee del 2014: sette proposte concrete, dalla messa in sicurezza del territorio alla realizzazione di nuovi asili nido, su cui costruire un programma di respiro europeo per l'Italia del futuro.
Si parte domani, mercoledì 23 novembre, a Firenze, con un primo incontro dedicato al reddito minimo garantito, una forma di tutela di ultima istanza presente in quasi tutti i paesi europei e che SEL propone di istituire anche in Italia, prevedendo un reddito di 600 euro mensili a sostegno delle persone disoccupate, inoccupate e precariamente occupate che percepiscono meno di 7.200 euro annui. Di questo, a partire dalle 16,30, nella Sala delle Collezioni di Palazzo Bastogi (via Cavour 18) discuteranno Mauro Romanelli, consigliere regionale SEL, Laura Pennacchi, economista, Alessio Gramolati, segretario regionale CGIL, e Marco Furfaro, membro del coordinamento nazionale di SEL; coordina Nadia Peruzzi, responsabile lavoro SEL Firenze. “Ricostruire il nostro paese significa ripartire dal fondamento della Repubblica, ovvero il lavoro – spiega Nadia Peruzzi – Ostaggio della crisi e delle politiche di austerità, l'Europa e l'Italia in particolare stanno conoscendo una fase di precarizzazione selvaggia e di disoccupazione di massa, soprattutto tra i giovani.
In questo contesto, il tema del reddito minimo garantito deve essere posto all'ordine del giorno, in quanto garanzia di autonomia e libertà di scelta. Si tratta di riconoscere la necessità di una minima rete di protezione sociale, essenziale per condurre una vita dignitosa e per avviare percorsi di crescita formativa e professionale”. “I dati riguardanti l'occupazione e il lavoro nel nostro territorio – dice ancora Peruzzi – sono sempre più preoccupanti, soprattutto perché la crisi non accenna a smettere di farsi sentire.
La scelta di cominciare la campagna di SEL verso le elezioni europee a Firenze con un tema come quello del reddito minimo non è quindi casuale: occorre mettere in campo, al più presto, interventi efficaci affinché l'Italia, e più in generale l'Europa, abbandonino le politiche di austerità, e imbocchino, finalmente, la strada giusta”.