Questa mattina, alla presenza dell'Assessore al Patrimonio e all'Edilizia della Provincia di Firenze Stafano Giorgetti, dei curatori Cristoforo Bono, Marco Romoli e Carlo Sisi, del Presidente dell'Accademia delle Arti del Disegno Luigi Zangheri e del Responsabile del Settore Archivistico Personalità dell'architettura, arte e cultura contemporanea dell'Archivio di Stato di Firenze Roberto Fuda, è stata presentata la prima retrospettiva dedicata all'opera di Pier Niccolò Berardi. Architetto e Pittore che sarà ospitata dal 18 ottobre al 1 dicembre 2013 nelle splendide Sale Medicee e nella Limonaia di Palazzo Medici Riccardi a Firenze. Pier Niccolò Berardi, nato a Firenze nel 1904 da una famiglia di origini torinesi, è noto al mondo dei critici e degli studiosi di architettura per avere realizzato, o partecipato alla realizzazione, di alcune delle opere più importanti del Razionalismo architettonico in Italia, dalla Stazione di Santa Maria Novella, al Museo Richard Ginori di Doccia, dal piano paesistico per il Porto di Punta Ala, alla progettazione dell'incredibile complesso di edifici “nobili” (le ville e il restauro di una Torre aragonese), residenziali e alberghieri a Maratea. Berardi ha infatti attraversato l'intero e intenso secolo della storia dell'architettura del '900 in Italia, interpretando in maniera personale e coerente l'evolversi della cultura architettonica più moderna da una parte, e dall'altra ponendola in dialogo continuo con la natura circostante e i manufatti tradizionali che in esse si inserivano. L'intento della mostra è di far conoscere al grande pubblico, in un'epoca che sempre più pone l'accento sulla necessità di costruire un'architettura “ecologica” e rispettosa della natura, l'opera di uno dei primi architetti italiani che di questo ideale si è fatto portavoce fin dalla fine degli anni Venti del secolo scorso.
Proprio alla Triennale del 1928, organizzata e voluta da Mario Pagano, il maestro dell'architettura razionale in Italia, Berardi trae infatti la sua prima fama come fotografo prima ancora che come architetto. Sue sono infatti le fotografie di case coloniche: costruzioni dette 'spontanee', senza tempo, nate per soddisfare le esigenze della vita agricola, che obbedivano a una razionale distribuzione e utilizzo degli spazi funzionali ai bisogni del contadino e della sua famiglia. Questa attenta ricerca giovanile svilupperà in Berardi il desiderio di far emergere con i suoi lavori il legame tra il prodotto costruttivo dell'uomo e il territorio circostante. Successivamente, i grandi incarichi di architettura pubblica si sovrapporranno alle innumerevoli commesse private provenienti dalla committenza di una borghesia ancora laica e illuminata, volenterosa di contribuire a realizzare l'ideale utopico di un uomo colto, oltre che architetto geniale, capace di unire il rispetto per la giusta esigenza di eleganza anche di lusso della sua clientela con un rispetto totale del paesaggio e dell'ambiente.
Da questa dialettica appassionata tra la dimora dell'uomo e il paesaggio circostante, nacquero veri e propri capolavori, tra cui le ville realizzate per industriali, imprenditori, grandi intellettuali, come Guido Settepassi, Claudio Pontello, Giovanni e Andrea Nasi, Raimondo Visconti di Modrone, Indro Montanelli; musicisti come Riccardo Muti ome Indro Montanelli, oltre che per le famiglie Marchi, Folonari, Silva Honorati, Zingone-Dini. Paradossalmente, proprio l'estrema raffinatezza delle soluzioni abitative, ma anche delle invenzioni del paesaggio e, soprattutto, delle piscine, così note e apprezzate da quel pubblico di élite, finirono per soverchiare l'immagine istituzionale di un architetto che, agli oneri dell'Accademia, aveva sempre preferito la pratica costante e la sfida dell'architettura realizzata.
La mostra, curata dagli architetti Cristoforo Bono e Marco Romoli (che fu costante e prezioso collaboratore di Berardi) offrirà dunque una panoramica completa dell'opera di Pier Niccolò Berardi, attraverso grandi fotografie, disegni autografi, oggetti da lui posseduti, opere d'arte di persone a lui vicine. Per la prima volta si potrà ammirare la sua produzione pittorica, nella sezione curata da Carlo Sisi, arte a cui si dedicò dagli anni Cinquanta in poi.
In mostra una ventina di opere, tra cui nature morte, marine, paesaggi e villaggi toscani e del meridione, ma anche composizioni in omaggio ad altri pittori, in cui emerge il rapporto inscindibile tra pittura e architettura e continua ad essere protagonista la relazione fra costruzione architettonica, paesaggio e natura. Saranno esposte le fotografie di case coloniche e di architetture rurali toscane recuperate dal fondo dell'Archivio di Stato, alcune delle quali arredano ancora l'ampio salone della Stazione di Santa Maria Novella. Diversi saranno, infine i rimandi al milieu culturale e sociale in cui egli si è formato, costituito da amicizie di vario genere.
Ci sono musicisti (Vittorio Gui, Gualtiero Volterra, Mario Castelnuovo Tedesco, il suocero Bernhard Paumgartner più tardi Riccardo Muti); scrittori come Alessandro Bonsanti, Giorgio Bassani, Vittorio Sereni, Arturo Loria, Piero Bigongiari, Geno Pampaloni, Mario Tobino, Alessandro Parronchi, Indro Montanelli, Bino Sanminiatelli; pittori Ottone Rosai, Mario Romoli, Guido Capocchini, Primo Conti; scultori come Bruno Innocenti, Antonio Berti, Quinto Martini. Pochi i nomi di architetti amici: Giovanni Michelucci, Gio Ponti, Luigi Vietti, Luigi Caccia Dominioni, Italo Gamberini, i fratelli Tullio e Fabio Rossi. La mostra è promossa dall'Accademia delle Arti del Disegno di Firenze con la collaborazione della Provincia di Firenze, dell'Archivio di Stato di Firenze, con il Patrocinio di Regione Toscana, Comune di Firenze, Comune di Fiesole, Dipartimento di Architettura Università degli Studi di Firenze, Fondazione Michelucci.
Sponsor tecnici Associazione Bastioni e Comieco. Il catalogo della mostra è curato da Claudia Beltramo Ceppi Zevi ed edito da GAmm - Giunti Arte Mostre Musei. La pubblicazione, arricchita dagli interventi di Cristoforo Bono, Cosimo Marco Mazzoni, Marco Romoli e Carlo Sisi, e da materiale iconografico attentamente selezionato, offre un’ampia panoramica dell’attività architettonica e pittorica di Pier Niccolò Berardi.