"Macchinette, slot machine e video-poker in Toscana avranno vita dura - scrive su Facebook il governatore della Regione Toscana, Enrico Rossi -. Abbiamo approvato una legge che prevede il divieto di aprire sale da gioco a meno di 500 metri da scuole, chiese, circoli giovanili, strutture sanitarie o socio-assistenziali. Inoltre prevede penalizzazioni e incentivi. Incentivi per gli esercizi che rimuoveranno dai loro locali le macchinette, mentre per coloro che continueranno questa attività dovranno pagare più tasse (una maggiorazione dell'Irap dello 0,1%).
In più: è previsto il divieto di pubblicità al gioco e l'obbligo di esporre avvisi sui rischi connessi alla dipendenza. In Italia il giro d'affari è di 90 milioni con 700mila persone affette da dipendenza da gioco". La Toscana ha la sua legge per il gioco consapevole e la prevenzione della ludopatia. È stata approvata dall’aula con 38 voti favorevoli (su 39 votanti) e uno contrario, quello di Marco Taradash (Pdl) la proposta di legge sulla ludopatia. “Il testo – come ha spiegato il presidente della commissione Sanità Marco Remaschi (Pd) – è il frutto di un lungo lavoro che ha unificato ben quattro proposte di legge di iniziativa consiliare in materia, presentate dai consiglieri dei gruppi Udc, FdI, Più Toscana e Pd”.
“I quattro atti – ha detto Remaschi – si presentavano unanimi nelle finalità, volte a promuovere e regolamentare l’accesso consapevole e responsabile al gioco lecito per prevenire e contrastare i fenomeni di dipendenza patologica e assicurare il trattamento terapeutico e il recupero sociale dei soggetti coinvolti”. La Regione concederà contributi agli esercizi commerciali e ai circoli che rimuoveranno dai locali gli apparecchi per il gioco, mentre chi li manterrà dovrà pagare un’Irap maggiorata dello 0,1 per cento.
Nell’atto, si stabilisce il divieto di pubblicità dei giochi con vincite in denaro quando c’è incitamento al gioco, e i gestori delle sale saranno tenuti ad esporre avvisi con i rischi connessi alla dipendenza da gioco. Le Asl, d’accordo con i Comuni, dovranno organizzare corsi di formazione per personale delle sale ed esercenti “finalizzati alla prevenzione e riduzione degli eccessi del gioco patologico”. Infine, sarà costituito un Osservatorio regionale sul fenomeno della dipendenza da gioco, che dovrà monitorare e promuovere campagne di informazione e sensibilizzazione. Voto favorevole è stato espresso dalla capogruppo Idv Marta Gazzarri.
“Siamo convinti che la dipendenza da gioco d’azzardo rappresenti oramai un allarme sociale, una dipendenza tossica, perché in grado di distruggere intere famiglie”. “Questa pdl – ha aggiunto Gazzarri – innesca una lotta a questa nuova piaga sociale, grazie alla decisione della Corte Costituzionale che ci ha concesso uno spazio decisionale su un tema che sembrava riservato alla competenza nazionale”. La capogruppo ha ricordato che “sul territorio regionale sarà vietata l’apertura di sale o spazi per il gioco in un raggio di 500 metri da tutta una serie di strutture, prima tra tutte gli istituti scolastici”. “Una buona legge” l’ha definita Giovanni Donzelli (capogruppo FdI) che ha aggiunto: “Adesso andiamo oltre l’ipocrisia, l’intervento deve avvenire a livello nazionale per cercare di evitare che dietro a queste attività ci sia il riciclo di denaro della malavita organizzata.
Il Governo Letta, infatti dà maxi sconti per salvare e aiutare i gestori di sale con slot machine”. Qualche perplessità è stata espressa dal consigliere Gabriele Chiurli (Gruppo misto), anche se ha definito “l’impegno preso giusto e l’atto condivisibile”. Soddisfazione è stata esternata dal capogruppo Udc Giuseppe Del Carlo per una proposta di legge unitaria e condivisa. “La legge – ha detto – rispecchia le esigenze sentite sul territorio, stiamo parlando di una patologia che sta diventando sempre più preoccupante”. “Capisco le buone intenzioni – ha detto Marco Taradash (Pdl) –, ma rimango perplesso di fronte a questo provvedimento che non è contro la ludopatia ma contro le sale da gioco.
In qualsiasi città del mondo ogni 500 metri troviamo sale da gioco e poi si può giocare anche in Internet”. Taradash ha definito l’atto “una legge di corporazione e conservazione dell’attuale equilibrio economico del gioco d’azzardo”. In parziale accordo con Taradash si è detta la capogruppo FdS-Verdi Monica Sgherri, soprattutto sul fatto che la legge dovrebbe prendere in considerazione tutti quegli esercizi che hanno le macchinette come i bar e i tabacchi. “Motivazioni convincenti – ha detto Sgherri – sono alla base dell’atto che esprime la volontà della Toscana di affrontare il tema della ludopatia e di riconoscerlo come dipendenza”. Apprezzamento anche da parte di Enzo Brogi (Pd), secondo il quale la nuova legge “cerca di scoraggiare il gioco.
Il Governo – ha spiegato – deve trovare risposte a questo problema con una maggiore severità fiscale”. Brogi ha parlato di “una mole di 90 miliardi di euro legata al gioco d’azzardo, con un guadagno enorme per le attività legate alla malavita e con un’entrata solo del 5,6 per cento per lo Stato”. “Il gratta e vinci – ha concluso – è la terza impresa per entrate del nostro Paese”. La portavoce dell’opposizione Stefania Fuscagni (Pdl) ha espresso voto convinto del suo partito “perché – ha detto – i problemi creati dalla dipendenza dal gioco sono colossali, quindi occorrono contributi”. Gian Luca Lazzeri (Più Toscana) ha apprezzato il lavoro fatto in commissione, l’impegno del presidente Remaschi e l’intervento di Taradash.
“È stato scelto – ha detto – di affrontare il problema pensando alle persone come le casalinghe o i pensionati che finiscono i soldi alle macchinette. Si è poi cercato di coinvolgere i gestori dei locali, trasformandoli in soggetti di prevenzione”