I Carabinieri del Comando Provinciale di Lucca stanno procedendo, in Toscana e Calabria, all'esecuzione di 13 ordinanze di custodia cautelare emessi dal G.I.P. del Tribunale di Firenze, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia. Gli indagati, gravitanti nelle provincie di Lucca, Pistoia, Crotone e Reggio Calabria, sono accusati di far parte di due distinte associazioni per delinquere: una finalizzata ad estorsioni, minacce, incendi e detenzione di armi e l'altra finalizzata al traffico di stupefacenti.
Al capo delle due diverse organizzazioni criminali, un calabrese dimorante ad Altopascio da diversi anni, indiziato mafioso ed appartenente ad una storica famiglia di 'ndrangheta, è contestata l'aggravante di aver agevolato una cosca operante a Cittanova (RC) e con ramificazioni in Lombardia. Il predetto infatti, secondo il giudice, non solo consegnava parte dei proventi dell'attività delittuosa dell'organizzazione criminale ai parenti liberi appartenenti alla cosca calbrese, ma usava metodi mafiosi per sfruttare il potere intimidatorio della cosca di 'ndrangheta alla quale diceva di appartenere.
Agli arrestati sono contestati diversi episodi di incendi e danneggiamenti ai danni di imprenditori locali (furgoni, abitazioni, capannoni ecc), ai quali tentavano di estorcere il pizzo, nonché altri incendi, violenze e minacce a mano armata nei confronti di chi tardava a pagare le partite di droga acquistata. L'organizzazione criminale, infatti, controllava il traffico della droga in zona, che importava dalla Calabria e che poi rivendeva sul mercato toscano. Le indagini hanno permesso inoltre il recupero di numerose armi da fuoco nella disponibilità della banda e di ingenti quantitativi di droga.