A Viareggio, un uomo, nonostante sia stato soccorso in tempo è comunque deceduto a causa di un infarto perché l’automedica intervenuta sul posto era sprovvista di defibrillatore. Inutile anche l’intervento di due ambulanze, una delle quali ha perfino avuto difficoltà a raggiungere la casa del paziente. "Non è più accettabile che la giunta regionale nasconda le proprie responsabilità dietro al dito dell’errore umano: dopo i due decessi negli ospedali di Grosseto e Orbetello, su cui sono al lavoro gli ispettori ministeriali, dalla Versilia arriva un nuovo caso di procedure andate a ramengo che hanno tradotto in tragedia un’operazione di soccorso.
Ma se si ripetono errori umani, ciò è in larga parte dovuto non agli operatori, bensì alla cattiva, per non dire mancata, organizzazione della sanità in Toscana. Su tutte queste vicende invitiamo la giunta regionale a riferire in aula con una comunicazione da svolgersi già nella prossima seduta di Consiglio regionale il prossimo 10 settembre». Lo afferma il Vicepresidente della Commissione sanità del Consiglio regionale Stefano Mugnai (Pdl), dopo il caso che ieri mattina ha portato alla morte un cinquantenne di Pietrasanta.
Colto da malore, l’uomo è stato soccorso a casa prima dall’automedica, che però era priva di defibrillatore a bordo come invece dovrebbe essere secondo le procedure. L’ambulanza, partita più o meno contestualmente all’automedica, a quanto pare si era nel frattempo perduta ed è arrivata con l’attrezzatura adatta solo quando ormai per l’uomo era troppo tardi. «I problemi – osserva Mugnai – erano già presenti quando Enrico Rossi, da lustri dominus indiscusso della sanità toscana, allora assessore alla salute spacciava il sistema salute della nostra regione come un eden tendente alla perfezione.
Le tragedie di questi ultimi giorni sono la conseguenza di quegli stessi problemi ancora non risolti, quando addirittura neppure ammessi. Sono i problemi di una sanità che ha finito per privilegiare gli apparati, che politicamente e sotto il profilo elettorale contano eccome, rispetto a scelte che avessero nell’efficienza prestazionale la propria centralità». «Sul caso della trasfusione sbagliata a Grosseto – incalza Mugnai – la reazione dell’assessore alla salute Luigi Marroni è stata assurda quanto emblematica: dopo aver passato giorni a spiegare ai toscani che le procedure da noi applicate sono ottime e che quanto era avvenuto era frutto di mero errore umano mixato a fatalità, alla notizia dell’arrivo degli ispettori da Roma ha annunciato con disinvoltura che quegli stessi protocolli saranno rivisti.
Altra affermazione barbara: in Toscana i dati affermano che gli errori nelle trasfusioni di sangue si verificano in numero superiore che nelle altre regioni? Ebbene, a sentire la giunta toscana il dato risulterebbe così solo perché le altre Regioni tacciono sui loro errori, come se altrove le famiglie che perdono un congiunto per uno sbaglio marchiano non protestassero. E’ la stessa condotta usata per il crac contabile della Asl 1 di Massa, cambiando completamente piano: ‘sì da noi è successo questo’, provano a dirci, ‘ma è solo perché noi certifichiamo i bilanci e le altre Regioni no’.
E’ una strategia difensiva al limite del fantozziano che ha portato la Toscana dritta fuori dalla rosa delle cinque migliori tra cui verranno scelte le tre benchmark per la sanità. Intanto di sanità qui si muore». “Questo status quo non è più tollerabile – tuona Giuseppe Del Carlo, presidente del gruppo Udc in Regione Toscana – la sanità in Toscana in questi ultimi tempi sta mettendo in evidenza gravi limiti, e le conseguenze le pagano i cittadini. Prima per lo scambio delle sacche di sangue, e ieri perché, incredibilmente, da un’automedica mancava il defibrillatore”. L’esponente dell’Unione di Centro ha già preannunciato un’interrogazione urgente alla giunta Rossi per conoscere i motivi di questo nuovo caso di malasanità.
“Vogliamo sapere – insiste Del Carlo - quali iniziative urgenti intenda assumere la giunta regionale per evitare il ripetersi di questi casi. Non vorremmo che i tagli imposti abbassassero il livello della sanità. Va bene razionalizzare – la conclusione - ma lo si faccia con maggiore oculatezza, e senza mettere a rischio la vita dei cittadini”.