"Una questione politica bella grossa, se si arriva alla liquidazione facciamo una figuraccia planetaria" così si era espresso poche ore fa il governatore Enrico Rossi, perché il Maggio Musicale Fiorentino è conosciuto in tutto il mondo. Sulla stessa linea il presidente della Provincia di Firenze Andrea Barducci a poche ore dall'ennesimo incontro con le rappresentanze sindacali dell'istituzione musicale fiorentina. Non è di questo avviso il primo cittadino di Firenze Matteo Renzi che a Roma per parlare del Maggio Fiorentino è già stato diverse volte ed ora davanti alla convinzione del Commissario Bianchi che la liquidazione sia un passo determinante e necessario anche in vista di una possibile rifondazione risponde ai cronisti "andare a Roma è inutile, aspetto di leggere sui giornali come è andata la riunione, la scorsa volta la decisione è cambiata da un giorno all'altro, resto qui a risolvere i problemi di Firenze". Una presa di posizione netta che rischia di riportare la discussione nei confini politici, visto che a più riprese si continua a toccare il tasto del 'tempo perso' quando era piuttosto chiaro che occorressero soldi freschi per portare avanti il 'carrozzone'.
Si tratta di un fiore all'occhiello per Firenze, impreziosito dalla realizzazione del nuovo Teatro dell'Opera in quel delle Cascine, un colosso voluto per il 150 dell'Unità d'Italia e che necessita ancora di fondi per il suo completamento. Potenzialmente sarebbe uno strumento devastante, se ben gestito, per creare e catalizzare eventi culturali musicali nel capoluogo toscano. “Il Governo, la Regione e il Comune di Firenze si sono impegnati per il salvataggio e il rilancio della Fondazione del Maggio. Chiedono al commissario Bianchi di elaborare entro il 30 luglio il piano industriale.
Ai sindacati di approfondire e rafforzare la loro proposta per il contenimento del costo del lavoro. Tutto questo in modo da raggiungere nel 2014 l’obiettivo dell’equilibrio economico e finanziario. Anche alle banche chiediamo di fare la loro parte” lo ha detto il presidente della Regione Enrico Rossi al termine della riunione che si è svolta oggi a Roma al Mibac con il ministro Massimo Bray, alla quale erano presenti anche il presidente della Provincia di Firenze Andrea Barducci, l’assessore allo sviluppo economico del Comune di Firenze Sara Biagiotti e il commissario Francesco Bianchi. Alla domanda circa la liquidazione coatta il presidente Rossi ha risposto “No, per il momento non c’è questa ipotesi". Il Consigliere regionale Pdl Nicola Nascosti, Componente Commissione emergenza occupazionale, interviene così sulla vicenda: "Al di là del merito della questione del Maggio Musicale Fiorentino, che a nostro avviso è una realtà di enorme prestigio che deve continuare a vivere nell’interezza dei suoi complessi artistici e tecnici, non possiamo non rilevare un fatto curioso relativo alla posizione espressa e mantenuta in queste ore dal commissario straordinario della Fondazione Francesco Bianchi.
Infatti Bianchi è in quella posizione su nomina del governo. Risulta singolare che se il ministro della cultura Massimo Bray, anche visti i bilanci, sostiene la strada del salvataggio della Fondazione il commissario vi si opponga continuando a supportare la via della liquidazione come unica praticabile. Davvero, davvero singolare». Il paradosso è che il Maggio Musicale Fiorentino è a pezzi, non è bastato l'intervento di una top manager come Francesca Colombo, chiamata proprio per risollevarne le sorti con un'azione mirata a recuperare finanziamenti privati.
La soprintendente nel corso della sua permanenza nel vecchio teatro comunale ha espresso più volte la sincera intenzione di ricavare il massimo da ogni singola rappresentazione al fine di dare nuovo carburante alla macchina, ma questo non è avvenuto. Il commissariamento si è reso necessario a causa dei continui dati negativi in bilancio e questo ha fatto sollevare la protesta dei sindacati davanti all'ipotesi dei drastici tagli al personale e la chiusura di alcuni rami del Maggio, come il corpo di ballo.
E' stato proprio Matteo Renzi a puntare il dito su un problema che non apparterrebbe alla gestione degli ultimi anni "lo stipendificio" così è stato ribattezzato il Maggio "ha assunto negli anni tante, troppe figure professionali, soprattutto nell'amministrazione dove sarebbero bastate molte meno persone. Si è assunto in modo indiscriminato con la convinzione che tanto c'era sempre chi pagava gli stipendi".