Vertenze e crisi aziendali sul territorio fiorentino: quante sono e a che punto si trovano le trattative, oltre al capitolo che riguarda il rifinanziamento della Cassa Integrazione in deroga. Se ne parlerà in Consiglio Provinciale lunedì 13 maggio alle 15 nella Sala IV Stagioni di Palazzo Medici Riccardi su iniziativa del Presidente Piero Giunti e in accordo con i capigruppo, i lavori del Consiglio. Ad aprire saranno le rappresentanze sindacali di Cgil, Cisl e Uil. Tra le domande d'attualità le situazioni occupazionali in Ataf, Seves, Richard Ginori e libreria Edison di Firenze.
E continua la crisi dei giornali: dell'ultim'ora la notizia del rischio di chiusura della redazione fiorentina del quotidiano de L'Unità insieme a quella bolognese. I giornalisti a contratto sarebbero costretti a trasferirsi a Roma ma lo stipendio potrebbe non bastare a coprire le nuove spese; i collaboratori invece resterebbero a casa. Stefano Prosperi, capogruppo del Pd in Provincia di Firenze, esprime la propria solidarietà ai giornalisti ed a tutti i lavoratori della redazione toscana de 'L'Unità'.
La chiusura della cronaca Toscana de L'Unità "sarebbe un'ulteriore grave perdita nel panorama dell’informazione regionale, già pesantemente ridimensionato nei mesi scorsi per la crisi di altre testate. Ci auguriamo che la crisi della storica testata possa essere superata. Per parte nostra sosterremo convintamente ogni intervento delle istituzioni locali volto a scongiurare la chiusura delle redazioni locali". "Apprezziamo quindi - continua Prosperi - gli impegni assunti dal Vice Presidente della Provincia Tiziano Lepri e ci associamo al suo appello ai parlamentari per il mantenimento e la razionalizzazione del finanziamento pubblico all'editoria, che rimane fondamentale per garantire il pluralismo dell'informazione e un giornalismo di qualità". Salta la trattativa tra le istituzioni (Provincia, Regione e Comune) e organizzazioni di categoria delle imprese e il sindacato e la direzione dell'outlet di Barberino di Mugello.
La direzione non si è presentata all'incontro Le Organizzazioni Sindacali non comprendono le ragioni di tale atteggiamento e ritengono questo atto della direzione dell'outlet "un fatto grave che dimostra l'assoluta mancanza di volontà di dibattere delle pessime condizioni di lavoro che ci sono nell'outlet" e dichiarano che metteranno in campo tutte le forme di lotta "siano esse di carattere sindacale che legale per ripristinare in quella realtà corrette e moderne relazioni sindacali, nonché il rispetto degli accordi sottoscritti nel 2005 e nel 2008". Una buona notizia e un buon esempio giunge invece dalla Deles società leader negli imballaggi, packaging e logistica, con sedi a Milano, Torino, Varese, e Cesena, da poco tempo insediatasi con vari investimenti a Terranuova Bracciolini (AR).
Nella sede aretina di Confindustria è stato sottoscritto un accordo tra sindacati e il gruppo dirigente dell'azienda. L'azienda che ha sviluppato rapporti commerciali con una filiera di imprese importanti del territorio e si pone l'obiettivo di consolidare la presenza nel sud della Toscana come piattaforma per l'Italia centrale, compresa l'Umbria e l'alto Lazio, ha accolto la proposta del sindacato di procedere alla graduale stabilizzazione del personale addetto come elemento di garanzia dei lavoratori e conferma della volontà di un investimento non temporaneo. In questo senso si è convenuta, l'assunzione a tempo indeterminato di 20 lavoratori alla scadenza dei contratti a tempo in essere, presentato un piano di investimenti e consolidamento che dovrebbe consentire, a regime, entro 18 mesi di raggiungere le 80 unità. L'azienda ha confermato, nell' obiettivo di una piena valorizzazione delle competenze, che così come nelle altre aziende del gruppo, è suo intendimento strutturarsi con il 95% dei dipendenti a tempo indeterminato. Secondo la CGIL Toscana e di Arezzo, “si tratta di un accordo importante, che sia pure con gradualità, punta al consolidamento di una “buona occupazione”, dimostra la capacità di attrazione del territorio toscano ed aretino e come buone e corrette relazioni, consentano lo sviluppo di interessanti progetti industriali.” Stipendi in ritardo, maternità negate, assenza di ammortizzatori sociali per chi ha perso il lavoro fino a dover pagare le tasse su una paga mai ricevuta.
E' quanto accaduto ai lavoratori e le lavoratrici di Stefan srl che definiscono il comportamento dell'azienda: "l’ennesimo sopruso". A metà aprile infatti sarebbero stati consegnati e compilati i modelli CUD, ma "senza evidenziare i debiti che l' azienda ha verso i propri dipendenti", i quali aspettano ancora il pagamento delle mensilità di settembre, ottobre e novembre 2012. Questo per quanta riguarda i commessi e le commesse dei negozi rimasti aperti. Ma ancora più grave è la situazione per i lavoratori dei negozi che sono stati chiusi, "l 'amministratore unico Giuseppe Videtta ritiene di non dover pagare le persone che sono rimaste suoi dipendenti e che ha messo a casa senza aver attivato per loro alcun ammortizzatore sociale: le lavoratrici dei negozi di Scarperia e Sesto Fiorentino hanno avuto il saldo dell' ultimo stipendio a novembre scorso ed era quello di luglio 2012" lamentano i lavoratori. "A fronte di questo, è stato un ennesimo boccone amaro vedere che nei nostri CUD non solo non si capisce quale è stato il reddito effettivo dell' anno, ma non è stato neanche calcolata la cifra dell' imponibile sul reddito effettivamente percepito".