“Dal nido alla scuola superiore" è il titolo del rapporto elaborato dalla Regione Toscana per avere un quadro di sinitesi sulla situazione scolastica regionale. Una fotografia di come funziona il sistema scolastico nel suo complesso, in un momento in cui sia le strutture scolastiche sia le scelte e gli indirizzi educativi dei nostri giovani sono fortemente condizionati dalla crisi economica. Tra le voci che destano sicuramente maggior interesse è il nido; certamente una spia utilissima a capire qual è lo stato di salute di un territorio. Quale sia la domanda e conseguentemente l'effettiva possibilità di avere accesso alle scuole e alle strutture per l'infanzia restituisce anche un quadro dell'occupazione femminile oltre che essere un indispensabile strumento di supporto alle giovani coppie.
Uno dei dati più importanti risulta infatti il calo della domanda di accesso all'asilo nido nell'ultimo biennio 2011-2012. I dati Al 31 dicembre 2011 in Toscana sono risultati 1.037 i servizi attivi, grossomodo equamente suddivisi tra pubblici e privati. In 220 comuni su 287 almeno un servizio educativo è risultato attivo. E' in particolare la provincia di Firenze ad avere il maggior numero di servizi attivi con 821 nidi attivi . L'indicatore della recettività in Toscana è del 31%, più alta rispetto alla media nazionale che è ferma al 19%.
Rispetto al 2007 sono gli asili privati ad aver aumentato la loro capacità di accoglimento delle domande, ma è anche vero che le strutture pubbliche hanno un maggior numero di richieste. Nel 2011/2012 le domande di iscrizione ai servizi educativi per la prima infanzia (in termini assoluti 25.348: 15.241 nei servizi pubblici e 10.107 in quelli privati) sono aumentate del 3% rispetto al 2007/2008, ma nell’ultimo biennio sono diminuite. All’inizio dell’anno educativo 2011/2012 le domande sono state oltre 34mila, il 38% degli aventi diritto nella fascia 3-36 mesi.
La capacità di risposta alla domanda è stata dell’83,2% (+8% rispetto al 2007). L’88% degli iscritti frequenta un nido. Buona la risposta della Toscana rispetto all’indicatore di Lisbona, indice di copertura fissato dal Consiglio europeo di Lisbona pari al 33% entro il 2012, dato che nel 2011-2012 l’obiettivo è stato superato raggiungendo il 33,4%, con un aumento dal 2004 di quasi 7 punti. Ma qual è la situazione, il grado di istruzione e i livelli occupazionali degli educatori? Sempre il rapporto regionale registra una media di 4 educatori per asilo o struttura, 1 ogni 5/6 bambini.
Rispetto all’esperienza professionale invece prevalgono gli educatori in servizio da più di 5 anni (66,5%). Quelli con più esperienza operano prevalentemente nei servizi gestiti dal pubblico (57%). Più di 2 educatori su 3 (70,6%) ha un titolo di studio inferiore alla laurea (diploma o qualifica professionale post-diploma), il 26,7% ha una laurea o post laurea afferente all’area psicopedagogica e il 2,6% ha invece titoli non afferenti. Sono invece quasi ill 70% gli educatori in possesso di una laurea o un master che operano in servizi gestiti da privati.
Non solo ma la maggior parte degli educatori opera in servizi gestiti da privati (62%). Il 78% degli educatori dei servizi toscani risulta assunto con contratto di lavoro a tempo indeterminato. L’istruzione in Toscana La componente di studenti stranieri è in crescita e fa lievitare la popolazioni di studenti toscani che nel biennio 2011/2012 sfiora il mezzo milione. Il Liceo non è più la scelta predominante, tutt'altro, professionali e istituti tecnici sono i favoriti.
ma anche quelli che registrano più abbandoni o ritardi nel normale percorso di studio. E' un dato allarmante quello ralativo all'abbandono scolastico, un fenomeno preoccupante sia in Italia perché in crescita e in Toscana raggiunge valori superiori alla media nazionale; riguarda più i maschi delle femmine ma non c'è da consolarsi per il gentil sesso visto che le donne superano i loro colleghi uomini quando si guarda al dato relativo ai cosiddetti NEET – Not in Education, Employment or Training, ovvero la quota di popolazione tra i 15-29 anni né occupata, né in un percorso di istruzione formazione di qualsiasi tipo.
Aumentano poi i ragazzi che non finiscono la scuola ma anche quelli in ritardo rsipetto al normale percorso di studio delle scuole superiori, meno nei licei (16,2%) rispetto alle scuole professionali (31,8%). "Dare la priorità all'educazione dei propri figli e attenzione alla scelta della scuola" è il messaggio che Stella Targetti, assessore all'Educazione, lancia alle famiglie toscane "così che la scuola torni ad avere il ruolo che le spetta". "I dati raccolti - prosegue l'assessore oltre a fornire un quadro di sintesi, evidenziano anche le criticità e gli effettivi bisogni dei singoli territori così da tornare utili in sede di tavoli di dicussione per decidere come spendere i soldi".
F.D.