FIRENZE– Si sta concludendo in questi giorni il Referendum certificato indetto dalla Fiom (27.000 iscritti in Toscana) in tutte le aziende che applicano il Contratto Nazionale di Federmeccanica, contro l’accordo separato non accettato dai metalmeccanici della Cgil. Il Segretario generale della Fiom Toscana, Cesare De Sanctis esprime soddisfazione per i dati che arrivano dalle provincie: Nella nostra Regione ad oggi hanno votato 13.800 metalmeccanici, di questi il 96% ha detto no al contratto Nazionale firmato lo scorso 5 Dicembre 2012 da Federmeccanica con Fim-Cisl e Uilm-Uil.
Considerato che in tante realtà la crisi sta peggiorando e che circa due metalmeccanici su cinque stanno usufruendo di ammortizzatori sociali, con vertenze drammatiche aperte come alla KME di Lucca, Lucchini e Magona di Piombino, Shell Box di Firenze e tante altre. In funzione di ciò, in un contesto socio-politico alquanto confuso, questa partecipazione è da considerarsi straordinaria. La voglia delle lavoratrici e dei lavoratori di partecipare ed esprimersi sulla proprie condizioni lavorative dimostra, ancora una volta, che occorre una legge sulla Rappresentanza sindacale che permetta di votare liberamente nei luoghi di lavoro, per evitare accordi separati firmati da OO.SS minoritarie.
Per questo, in più di 300 imprese metalmeccaniche, i lavoratori hanno dato mandato alla Fiom di aprire vertenze sulla nostra piattaforma che abbiamo chiamato Carta Rivendicativa. Chiediamo: salario, orario, diritti e condizioni di lavoro contrattate, ma anche rappresentanza e democrazia nelle fabbriche. Il nostro obiettivo è la riconquista di un vero Contratto Nazionale senza deroghe, con un nuovo protagonismo e riconoscimento delle RSU. La Fiom auspica che le imprese comprendano che, per rilanciare il sistema manifatturiero metalmeccanico del nostro Paese, occorre un confronto negoziale vero, che valuti la trasformazione a livello globale attraverso politiche industriali volte ad una riconversione ecologica del nostro sistema produttivo, con uno sguardo anche alla logistica, alla siderurgia, alla banda larga e altri settori strategici.
Questo confronto dovrebbe evitare quel dumping sociale che gli accordi separati di Fim e Uilm hanno amplificato, rischiando solo di acuire ingiustizie sociali ed incertezza per i lavoratori senza rilanciare il sistema industriale del nostro paese, come dimostra drammaticamente il caso Fiat anche in questi giorni". Prosegue l’interesse all’acquisto del gruppo Seves da parte di alcuni fondi e soggetti finanziari, ma per adesso nessuna offerta vincolante è stata depositata.
Probabilmente potrebbe accadere entro la fine di aprile. E’ quanto scaturito dall’incontro che si è svolto nel tardo pomeriggio tra istituzioni, organizzazioni sindacali e azienda a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze, sede della presidenza della Regione. Una riunione, per fare il punto, che segue a quella che c’era stata a febbraio, quando cinque soggetti finanziari si erano dimostrati interessati a rilevare l’azienda, in fase di ristrutturazione ma in difficoltà per la concorrenza dei paesi emergenti e i debiti accumulati.
“La nostra prima preoccupazione rimane quella di salvaguardare lo sviluppo dello stabilimento fiorentino e le sue produzioni di qualità, accompagnando i lavoratori nella strettoia difficile che si è creata” ripete l’assessore al lavoro della Toscana Gianfranco Simoncini. Nello stabilimento di Firenze, dove si producuno mattoni in cemento usati per intarsi edili ed isolatori elettrici in porcellana, lavorano 175 persone e già è stata attivata la cassa integrazione. Da un paio di mesi è stato spento il forno e vengono solo assemblati pezzi finiti.
“Auspichiamo naturalmente – conclude Simoncini – che la vendita dell’azienda possa concludersi, oltre che positavamente, il più velocemente possibile”. In modo da far ripartire la produzione. Oltre a Simoncini, a rappresentare le istituzioni, hanno partecipato alla riunione che si è svolta nel pomeriggio anche il presidente Andrea Barducci per la Provincia di Firenze e l’assessore al lavoro del Comune di Firenze Sara Biagiotti. Anche la situazione dell’azienda Kme è stata al centro dell’incontro convocato oggi in Regione dall’assessore alle attività produttive, lavoro e formazione Gianfranco Simoncini.
All’incontro, sollecitato dalle organizzazioni sindacali, hanno partecipato i sindacati aziendali, provinciali e di categoria, il sindaco di Barga Marco Bonini, il sindaco di San Marcello Pistoiese Silvia Cormio, l’assessore al lavoro della Provincia di Pistoia Paolo Magnanensi e l’assessore al lavoro della Provincia di Lucca Mario Regoli. “Abbiamo preso atto che c’è un confronto aperto fra sindacati e azienda per arrivare ad un accordo – ha spiegato l’assessore Simoncini – un confronto che per Regione e istituzioni deve raggiungere l’obiettivo fondamentale di dare all’azienda un futuro degno della sua storia e tale da salvaguardare l’occupazione sia in Toscana che nelle altre realtà.
E’ un percorso che vede uno snodo essenziale nel mantenimento dell’apertura del forno e di carichi di lavoro adeguati alla salvaguardia della occupazione”. L’assessore ha ricordato che nell’incontro avuto qualche giorno fa con i vertici dell’azienda Regione e istituzioni hanno ribadito con forza la contrarietà ad un ridimensionamento nelle due realtà di Campo Tizzoro e Fornaci di Barga. Regione e istituzioni si sono dette disponibili a proseguire il confronto anche a livello nazionale anche con la presenza al prossimo tavolo previsto al ministero del lavoro.
E’ in quella sede che si auspica possa essere sottoscritto l’accordo fra sindacati e azienda e un percorso di monitoraggio al quale parteciperanno anche Regione e istituzioni. L’assessore ha poi sottolineato la necessità di fare un punto preciso sulla situazione degli ammortizzatori sociali che potranno trovare, anche in questo caso, una definizione al tavolo nazionale. Auspicando che la risposta dell’azienda corrisponda agli obiettivi indicati, sia la Regione che Province e Comuni si sono impegnati ad accompagnare il percorso mettendo a disposizione tutti gli strumenti possibili a sostegno del reddito dei lavoratori e per la tenuta sociale dei territori coinvolti. Sul fronte dell'emergenza lavoro la Commissione Lavoro della Provincia di Firenze ha esaminato la situazione relativa all'erogazione e rifinanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga per il 2013 e al mancato rifinanziamento per gli incentivi della mobilità per la legge 236.
Nel constatare che a tutt'oggi, in Regione Toscana, ci sono risorse appena sufficienti a finanziare gli ammortizzatori sociali in deroga fino al prossimo giugno, la Commissione esprime forte preoccupazione per la mancanza di risorse necessarie a garantire adeguati strumenti di sostegno al reddito per le migliaia di lavoratori coinvolti nelle crisi aziendali. Nell'esprimere viva preoccupazione per la pesante recessione economica in atto e per le drammatiche emergenze occupazionali, la Commissione chiede al Governo di intervenire garantendo la copertura finanziaria agli ammortizzatori in deroga per tutto il 2013 e gli anni a venire.
L'intervento del Governo si rende indispensabile anche a fronte degli effetti negativi della Riforma Fornero dell'esecutivo Monti, che non dà risposte adeguate né ai problemi del lavoro né alla forte precarizzazione in atto né tantomeno alla crisi economica.