L'associazione di volontariato Idra dopo la puntata di ieri sera di Servizio Pubblico condotta da Michele Santoro ha scelto di contestare le affermazioni del giornalista del Fatto Quotidiano Marco Travaglio che parlando della Tav ha da un lato criticato l'Alta velocità Torino Lione, dedicata al trasporto merci differenziandola invece dalla Milano-Salerno a servizio dei passeggeri con un utile risparmio di tempo. "Un servizio non proprio all’altezza delle esigenze di un’informazione corretta e completa quello che, questa volta, ha reso Marco Travaglio ieri sera alla puntata “Ancora qua” di “Servizio pubblico” - replica Idra. Rispondendo all’onorevole Nunzia De Girolamo, che lo interpellava sui progetti TAV, il vicedirettore de “il Fatto Quotidiano” ha dichiarato: “Sono totalmente contro il TAV, cioè il Treno ad Alta Velocità Torino Lione.
Non contro l’Alta Velocità in genere. Perché io ho sentito dire della gente: “Ah! dipendesse da voi non avremmo la Milano-Salerno”. La Milano-Salerno è per i passeggeri, per arrivare prima. Il TAV Torino Lione è per le merci, è per far arrivare mezz’ora prima le merci a Parigi noi ci sventriamo un’intera valle con tutti i rischi ambientali che ci sono, e spendiamo 20-24 miliardi per un cantiere che finirà nel 2035!”. Di qui la critica dell'associazione di volantariato da sempre contro la Tav. "La valutazione sull’assurdità del progetto Torino Lione è certamente corretta e condivisibile.
Non altrettanto lo è, a giudizio di Idra, la ‘promozione’ – un po’ semplicistica e acritica - della TAV Milano-Salerno. Limitandosi anche solo a quello che testimonia la realizzazione della TAV Bologna-Firenze (il cui esercizio, preventivato per l’anno 2003, è stato possibile avviare solo a dicembre 2009...), sono almeno tre infatti i buoni motivi per esprimere un giudizio ben diverso: la crescita esponenziale dei costi pubblici (e dunque l’erosione sistematica di risorse erariali per effetto della perversa architettura finanziaria degli appalti); il violento impatto ambientale dei progetti e delle modalità di cantierizzazione (lo attestano le falde, le sorgenti e i torrenti essiccati sotto l’Appennino tosco-emiliano); la mortificazione del diritto della stragrande maggioranza dei cittadini a una mobilità decorosa ed economica, con la quasi abolizione dei servizi intercity (su una tratta pur breve come la Firenze-Bologna) a vantaggio dei costosi treni AV, e il deterioramento dei servizi per i pendolari. Eppure Marco Travaglio ben dovrebbe conoscere queste circostanze, se ha curato – come ha curato – la prefazione del saggio “Le grandi opere del Cavaliere”, di Ivan Cicconi, vera e propria summa delle condizioni inaccettabili in cui si impone al Paese il cosiddetto “modello TAV”.
Proprio a Firenze, che oggi lotta contro il progetto di doppio sottoattraversamento TAV e di faraonica stazione Foster, Marco Travaglio ha presentato quel libro, con l’autore, a gennaio 2005. E ancora a Firenze, a ottobre 2005, Marco Travaglio ha partecipato con Idra e l’ing. Cicconi a un dibattito pubblico sul tema “Grandi opere, grandi affari: cosa sarà di Firenze nel 2010?”. Idra chiede perciò che il vicedirettore de “il Fatto Quotidiano” faccia delle precisazioni già a partire dalla prossima puntata di Servizio Pubblico.
"Non guasterebbe infine, osserva Idra, che il “caso Firenze”, dove il sindaco Matteo Renzi ha avallato in cambio di 80 milioni di euro pubblici (mai ricevuti?) stazione sotterranea e doppio tunnel TAV, venisse sollevato un po’ più spesso, e con adeguata documentazione, anche nel nuovo Parlamento, presso i media e in rete dalle forze culturali e politiche che dichiarano la propria netta contrarietà all’inconsulto salasso erariale TAV".