Firenze, 26.03.2013- Paolo Armaroli, già deputato A.N., professore di Diritto pubblico e noto costituzionalista, nel nuovo libro Lo strano caso di Fini e il suo doppio nell´Italia che cambia (Mauro Pagliai, pp. 240, EUR 18) si è espresso. Lo ha fatto, con un´esposizione chiara e accattivante ma scientificamente rigorosa, su tante anomalie della legislatura appena conclusa: gli "straordinari" ai quali si vedeva costretto Napolitano per sostenere le istituzioni, il preannuncio di dimissioni dei governi Berlusconi e Monti (anticipatrici di quelle del Papa) e infine un Parlamento sempre più svuotato di potere dai decreti legge e dalla legislazione delegata.
Ma soprattutto lo ha fatto su un Gianfranco Fini contemporaneamente presidente della Camera e capopartito. "Tanto per un costituzionalista quanto per l´uomo della strada - sostiene - è intrigante e strano vedere una personalità come il presidente della Camera vivere, un po´ come nel capolavoro di Stevenson Dr Jekyll and Mr Hyde, due personaggi in un medesimo corpo. Proprio questo dualismo porta a un giudizio complesso: il presidente Fini ha svolto in maniera pressoché ineccepibile la sua parte di arbitro (ecco lo stimato dottor Jekyll), ma c´è l´altra faccia della medaglia, perché fuori da Montecitorio Fini non si è negato il piacere di dire la sua Urbi et Orbi, entrando così in rotta di collisione con l´allora presidente del Consiglio Berlusconi, con l´intero governo e con quel Pdl che lui stesso aveva contribuito a fondare (ecco lo stravagante Hyde)".
In questa disamina, supportata anche da puntuali riferimenti alla nostra storia politica e da comparazioni con il diritto costituzionale anglosassone, rientrano tutti i più importanti deputati della maggioranza e dell´opposizione, che Armaroli fa idealmente dialogare con Fini consentendo o dissentendo di volta in volta, a seconda dei casi. E spazia dal 2009 fino a oggi, precisamente al 16 marzo 2013, data di elezione dei nuovi presidenti della Camera e del Senato, Laura Boldrini e Piero Grasso.
"Il 16 marzo sono stati eletti al Senato e alla Camera - continua il professore - due stimate personalità che però sono delle matricole, non hanno la minima esperienza con le procedure parlamentari. Così è stata disattesa la seniority rule, come era accaduto unicamente nel 1994, quando alla presidenza del Senato fu eletto Carlo Scognamiglio (per un solo voto su Giovanni Spadolini) e alla Camera Irene Pivetti". Ma nel libro trovano spazio anche Berlusconi, Monti, Bersani, Renzi e l´appena comparso Grillo, "altrettanti protagonisti di quella commedia istituzionale che si sta recitando in questo torno di tempo: Bersani che vuole formare un governo, Berlusconi che si atteggia a leader dell´opposizione, Grillo che è contro tutti, Monti che in regime di prorogatio se ne sta ancora a Palazzo Chigi e il nostro beneamato sindaco di Firenze che aspetta e spera (che venga il proprio turno)". Per trent´anni professore ordinario di Diritto pubblico comparato nell´Università di Genova (dove ha insegnato anche Diritto parlamentare) e prima ancora docente di Storia delle Costituzioni nell´Università di Firenze, Paolo Armaroli è stato deputato in Parlamento nelle file di An dal 1996 al 2001.
Autore di molti saggi sul presidente della Repubblica, sul governo, sul Parlamento e sul potere di grazia, giurista e costituzionalista tra i più autorevoli, ha collaborato come editorialista a «Il Tempo», «Il Giornale», «La Nazione», «La Voce», il «Corriere della Sera», «Il Messaggero», «Libero». (Antonio Pagliai)