di Mauro Banchini FIRENZE– Visualizzare oggetti, ma anche figure umane in movimento, nascosti dietro un muro di fumo e fiamme: è possibile grazie a una tecnica sviluppata nell’ambito di ricerche – svolte presso Istituto Nazionale di Ottica (Ino-Cnr) nelle sedi di Firenze e Napoli. Pubblicata sulla rivista specializzata ‘Optics Express’, la ricerca ha catalizzato l’attenzione della comunità scientifica internazionale per i possibili sviluppi applicativi a supporto degli operatori che si trovino ad agire in scenari di emergenza: soccorritori, in particolare, e vigili del fuoco. “L’olografia digitale – spiega Eugenio Pugliese, uno dei ricercatori fiorentini – permette di ricostruire numericamente l’immagine di un oggetto a partire da una figura d’interferenza, detta ologramma, registrata su un supporto digitale con l’impiego di un fascio laser.
Mentre con un fascio laser visibile questa tecnica permette di ottenere ologrammi di oggetti di piccole dimensioni, l’utilizzo di un laser nell’infrarosso rende possibile la visualizzazione di oggetti a dimensione umana in movimento”. “Poiché in olografia digitale non si utilizzano lenti per la messa a fuoco, è possibile registrare ologrammi di oggetti posti dietro le fiamme senza che queste saturino il sensore, accecandolo. Come è noto – prosegue Pugliese – con le normali termocamere è possibile vedere attraverso spesse coltri di fumo, anche in condizioni di buio totale, ma non è possibile individuare oggetti nascosti dietro un muro di fiamme poiché l’immagine delle fiamme, creata dall’obiettivo sul sensore, lo satura rendendolo incapace di rivelare cosa c’è dietro”. “Risultano del tutto evidenti anche a un profano – sottolinea Stella Targetti, vicepresidente di Regione Toscana con delega alla ricerca – le notevoli ricadute positive di una ricerca che rappresenta il primo passo verso la realizzazione di uno strumento di supporto a vigili del fuoco e unità di primo soccorso.
Inutile nascondere la nostra soddisfazione davanti a questa notizia”. Soddisfazione anche da Pietro Ferraro, responsabile del gruppo di ricerca:“Il sistema realizzato nei nostri laboratori è, per ora, un prototipo di ricerca col quale è stato possibile dimostrare la fattibilità della tecnica. Gli incoraggianti risultati raggiunti fanno sperare di poter avere, in un futuro non troppo lontano, uno strumento compatto e versatile, collegato eventualmente ad un centro di analisi operante da remoto, che possa servire come ausilio per i vigili del fuoco e per la protezione civile o in postazioni fisse quali tunnel o luoghi ad alto rischio d’incendio”.