Filomena D'Amico Stavolta i sindacati e le istituzioni fanno fronte comune, entrambi reclamano chiarezza in tempi rapidi e la conseguente ripartenza dei lavori. I cantieri sono fermi, la talpa appena montata e pronta a trivellare il cuore di Firenze è stata posta sotto sequestro, la Magistratura ha aperto un'inchiesta sul passante ferroviario fiorentino svelando particolari sconvolgenti riguardo un progetto che sulla carta era in regola, nei fatti invece mancava dei requisiti fondamentali in termini di sicurezza e di rispetto delle più elementari norme ambientali; senza contare poi le speculazioni e i costi gonfiati a regola d'arte da quella che è stata definita "un'associazione a delinquere".
Il tema dei controlli evidentemente insufficienti o fatti male e delle eventuali responsabilità politiche per un'opera milionaria definita a più riprese strategica per la Toscana e che vede coinvolte le maggiori istituzioni locali torna ora più che mai d'attualità. L'inchiesta ha di fatto dato man forte a quanti da anni non fanno che denunciare le anomalie di un progetto mastodontico, ogni anno più costoso. Un esempio: il problema, mai risolto, delle terre di scavo. E mentre le indagini delle Magistratura vanni avanti e rivelano aspetti sempre più inquitanti, come il coinvolgimento della malavita e l'utilizzo di ''fondi neri'' i cantieri sono fermi e sono circa 300 i lavoratori a casa.
Difficile d'altra parte capire in che modo e da dove dovrebbero ripartire i lavori, dal momento che si è appurato mancavano i requisiti minimi di sicurezza non solo ambientali ma anche per i lavoratori: la 'MonnaLisa' assemblata com'era e cioè con materiale contraffatto e con conghie scadenti, più che pronta a partire si è scoperto essere pronta ad esplodere . "La drammatica situazione in cui versa il settore delle costruzioni è sotto gli occhi di tutti - dicono Feneal-Uil, Filca-Cisl e Filiera-Cgil Regionali -; le gare al massimo ribasso, i vincoli al patto di stabilità che riducono le possibilità di spesa degli enti pubblici, la contrazione del credito e il crollo dei mutui delle famiglie, lo stanno trasformando nella quantità e soprattutto nella qualità del prodotto e del lavoro. La Toscana non è nuova a questi fenomeni che investono importanti opere pubbliche e imprese di primaria importanza. Auspichiamo che in breve tempo sia fatta chiarezza, siano attribuite le eventuali responsabilità e questo permetta la rapida ripartenza dell'opera". Di parere opposto Legambiente e i Comitati No tav ieri in presidio davanti al palazzo della Prefettura hanno ribadito i motivi della loro contrarietà al passante che dovrebbe bypassare Firenze; "è un progetto sbagliato, costosissimo e dannoso per la collettività".
Entrambe le associazioni chiedono di fermare i lavori e ripensare alla soluzione in superficie. "Quello che e' emerso dalle indagini è anche peggio di ciò che ci immaginavamo" - hanno dichiarato i No Tav fiorentini che sono tornati a chiedere le dimissioni di Renzi, Rossi e Barducci.