Con l'approssimarsi dell'inverno e in previsione di una possibile sensibile diminuzione delle temperature in tutta la Toscana tra domenica 2 e lunedì 3 Dicembre, Acque SpA, il gestore idrico del Basso Valdarno, invita tutti gli utenti ad adottare sin da adesso misure idonee ad assicurare un'adeguata protezione dei contatori da eventuali gelate, evitando così il pericolo di rotture o d'interruzioni dell'erogazione dell'acqua. Il regolamento del servizio idrico integrato, infatti, indica l'utente come responsabile della corretta custodia del contatore di competenza. Ecco alcuni suggerimenti: - Se i contatori sono in fabbricati disabitati nel periodo invernale, bisogna chiudere il rubinetto a monte del misuratore e provvedere allo svuotamento dell'impianto. - Negli altri casi, in genere, è sufficiente verificare che siano ben chiusi i vani d'alloggiamento del contatore. - Se i contatori si trovano in punti particolarmente esposti si consiglia di fasciare l'impianto con materiali isolanti specifici (come polistirolo, poliuretano espanso, etc.) avendo comunque cura di lasciare scoperto il quadrante delle cifre, per consentire l'eventuale lettura del contatore. - Se invece, ad un controllo, il contatore risultasse congelato ma non ancora rotto, è assolutamente sconsigliato manovrare le valvole di afflusso e chiusura o di scongelarlo con fiamme libere o fonti intense di calore (lo stress provocato ai materiali di cui è composto l'impianto, potrebbe danneggiarlo irrimediabilmente); è consigliabile invece avvolgere il contatore con una coperta vecchia o con dei giornali, aspettando pazientemente che si scongeli, oppure ancora utilizzare un asciugacapelli. Infine, se il contatore risulta rotto è necessario mettersi subito in contatto con Acque SpA (numero verde gratuito 800 983 389, attivo 24 ore su 24, sia per telefono fisso che mobile) affinché si attivi la procedura di sostituzione o riparazione. Il Consorzio di Bonifica della Toscana Centrale ha effettuato già all’indomani dell’ondata di piena e sta continuando a portare avanti su tutto il territorio interventi urgenti di ripulitura, ricavatura, rimozione accumuli o materiale flottante, taglio alberi pericolanti, controllo e vigilanza sulle casse di espansione e sugli organi di difesa mobili (portelle, paratoie, etc.). Nonostante il reticolo abbia sostanzialmente ben retto all’ondata di piena, come di consueto dopo tanta pioggia, si rendono necessari in questi giorni numerosi micro interventi localizzati già effettuati o in corso da parte dei tecnici e degli operatori del Consorzio. Sul torrente Greve il Consorzio è intervenuto per rimuovere materiale rimasto incastrato sotto il ponte di Colleramole; ha effettuato una serie di tagli di piante pericolanti a Testi, lungo la SP 33 ed ha effettuato la risagomatura del borro di Selvapiana, affluente della Greve tra Greti e Greve in Chianti. Sul torrente Vingone sono stati tagliati alberi a rischio caduta a monte di Via di Casignano a Scandicci. Sulla Pesa, i tecnici hanno attentamente monitorato le condizioni degli affluenti minori, specie tra Ponterotto e Cerbaia, nel Comune di San Casciano ed hanno già effettuato con urgenza la ricavatura di un fosso minore che rischiava di mettere in difficoltà la SP Certaldese in località Fornacette. Nel comune di Certaldo si è intervenuti per il controllo e la pulizia di un guado sul torrente Agliena. Nel bacino dell’Elsa infine si è rimosso materiale accumulatosi sotto il Ponte di Molino d’Elsa a Casole; si è ripulito il guado sul borro Strolla, nel comune di Poggibonsi e sempre a Poggibonsi si è intervenuti sul fiume a Pian dei Campi; più a valle, a Castelfiorentino il ponte dell’abitato è stato liberato dal materiale flottante appoggiato alle pile, mentre a Ulignano e a Zambra i ponti sommergibili, appositamente costruiti senza spallette per essere eventualmente sormontati dall’acqua sono stati ripuliti e regolarmente riaperti. “È grazie ai lavori di ripulitura dell’alveo del Mugnone e anche del Mugnoncello a Caldine, effettuati nei mesi scorsi, che non si sono verificate esondazioni nel territorio comunale di Fiesole”.
Con queste parole il vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici del Comune di Fiesole Giancarlo Gamannossi spiega come le forti piogge di questi giorni, in particolare di martedì scorso, non hanno provocato nel comune di Fiesole situazioni di rischio e disagio come quelle, invece, avvenute in altre zone. Parole che vanno anche a rispondere e correggere l’articolo pubblicato oggi, venerdì 30 novembre, dal Corriere Fiorentino, nel quale viene evidenziata una situazione di incuria del Mugnone anche nel territorio fiesolano. “Le opere di ripulitura effettuate dal Comune insieme al Consorzio di Bonifica dell'Area Fiorentina e al Genio Civile, che oltretutto ricordo scatenarono proteste da parte di gruppi naturalistici del territorio, hanno fatto sì che la situazione non abbia fatto registrare livelli di forte criticità a Fiesole – continua Gamannossi – Oltre ai lavori di ripulitura dei corsi d’acqua maggiori, gli interventi riguardarono la messa in sicurezza del torrentello Fossataccio in via del Paretaio e il rifacimento completo delle briglie nei luoghi così detti Bugia e Ospedaluzzo.
Nell’occasione furono tolte anche tutte le baracche e portati via i detriti che si trovavano lungo i corsi dei fiumi. In questi giorni di forti precipitazioni si è mostrata importante anche la cassa d’espansione realizzata in località Bersaglio nel 2005”. “Inoltre, preciso che da Pian del Mugnone andando verso Firenze la riva sinistra è di competenza del Comune di Fiesole, mentre la destra di quello di Firenze. La piccola discarica al Ponte alla Badia, menzionata nell’articolo del Corriere Fiorentino, non è quindi su territorio fiesolano.
Tengo a precisare, infine – conclude il vicesindaco – che il ponte delle Nutrie, anch’esso citato nel quotidiano, è proprietà privata e quindi non di competenza comunale. Ci tengo a sottolineare che è proprio grazie a tutti gli interventi fatti dal Comune se la situazione è rimasta sotto controllo. I fatti ci hanno dato ragione I Vigili del Fuoco del Comando di Pistoia, con l’ausilio degli specialisti SAF, sono intervenuti con due autoscale presso la Chiesa di Santa Maria Assunta, nel borgo di Massa, nel comune di Massa e Cozzile.
Durante l’ondata di maltempo che sta investendo la Toscana, un fulmine ha colpito la chiusura superiore della cupola frantumando diversi parti lapidee e compromettendone la stabilità. Dopo aver fatto evacuare gli abitanti delle case circostanti, i vigili del fuoco hanno installato delle protezioni sulle numerose pale presenti sotto la cupola, tra cui una Madonna con il Bambino in terracotta invetriata di scuola robbiana, un dipinto raffigurante la Deposizione della Croce, del 1582 di Sebastiano Vini e altri dipinti di scuola fiorentina della fine del XVI secolo, per iniziare poi una difficile azione per la messa in sicurezza delle parti pericolanti. Quest’ultime operazioni, ancora in corso, sono rese particolarmente difficili per la conformazione delle strade, strette e pendenti, che non permettono un posizionamento in sicurezza dell’autoscala, e per il forte vento che impediva l’avvicinamento. “Occorre lanciare un messaggio forte e chiaro per la Maremma che rischia di attraversare anche l'inverno in continuo stato di calamità, con l'impossibilità di poter intervenire in modo risolutivo”. Così recita la lettera aperta indirizzata alle istituzioni da Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana, e Angelo Gentili della segreteria nazionale dell'associazione del Cigno.
“Il fiume Albegna che ha provocato la gravissima alluvione dei giorni scorsi – continuano i due esponenti di Legambiente -, è andato ancora oltre i livelli di guardia e la stessa cosa è avvenuta per l'Ombrone che mette in serio pericolo il capoluogo maremmano”. “Ci auguriamo che non avvenga l'irreparabile nei prossimi giorni. Lanciamo con forza l'allarme e chiediamo alle autorità competenti di continuare a intervenire nelle zone colpite: le popolazioni alluvionate non si possono lasciare sole.
La situazione rischia di diventare da grave a catastrofica, con gravi conseguenze dal punto di vista sociale ed economico. Dobbiamo aiutare questo territorio d'eccellenza che punta sulla green economy, sul turismo, sull'agricoltura di qualità e sulle energie rinnovabili, travolto da un'alluvione che non ha risparmiato niente e nessuno e che ha messo a dura prova sia i residente che gran parte del sistema economico grossetano”. Legambiente chiede un ingente stanziamento di risorse innanzitutto per aiutare le popolazioni vittime del disastro e per gli interventi più urgenti.
Ma occorre anche realizzare la più grande opera pubblica necessaria all'intero Paese e a maggior ragione alla Maremma, basata sulla prevenzione e la cura dei bacini idrogeografici e la messa in sicurezza del territorio. Eventi come quello avvenuto il 12 novembre scorso diventeranno sempre più intensi e frequenti in stretta relazione con i cambiamenti climatici. “Occorre quindi che il Governo – concludono Gentili e Ferruzza – sancisca lo stato d'emergenza, liberando risorse economiche e consentendo agli enti locali di andare in deroga al patto di stabilità, trasformando la Maremma Toscana in un laboratorio di progettualità, un esempio nazionale, legato alle strategie di prevenzione e mitigazione del rischio idraulico”.