Prato- Trovati 68 operai cinesi che lavoravano in nero. Posti sotto sequestro 12 capannoni e 3.200 mq di laboratori tessili. Si chiama operazione "Rispetto delle regole" il maxi sequestro messo in atto dalla Guardia di Finanza in collaborazione con la polizia. «L'ennesimo sequestro è la dimostrazione che con gli imprenditori cinesi non ci potrà mai essere collaborazione oltre ad essere ancora sulla punta dell'iceberg per scovare l'emersione cinese». A dirlo è l'europarlamentare pratese Claudio Morganti commentando i 140.000 prodotti sequestrati dalla Guardia di Finanza in collaborazione con la Polizia Municipale di Prato e di Montemurlo.
Morganti chiede «l'immediato intervento dell'Ue con strumenti specifici sul caso Prato per risolvere una volta per tutte questa situazione. L'Europa non può dimostrare sempre di essere matrigna degli Stati Membri. Nonostante l'ottimo lavoro dell'Amministrazione comunale, è chiaro che la Giunta Cenni da sola non ce la può fare. Serve, quindi, una collaborazione ben estesa che possa coinvolgere le Istituzioni. Il caso Prato non può servire per riempire le pagine dei giornali internazionali o nazionali.
L'Europa, così come il Governo Monti, si devono svegliare e interrompere i rapporti commerciali con la Cina fino a quando il Governo cinese non collaborerà in modo serio nel contrasto all'importazione in Europa di prodotti che non rispettano gli standard di sicurezza comunitari e per il rimpatrio dei cittadini irregolari cinesi. Non siamo più disponibili a sentire le chiacchiere, ma Prato necessita di fatti concreti».