FIRENZE – Diminuiscono, anche in Toscana, le iscrizioni dei bambini ai “nidi”. La notizia viene da Stella Targetti intervenuta questa mattina a Firenze all’apertura di “Cittadinanza di genere. Forum 2012“, giornata istituzionale indetta, come ogni anno, da Regione Toscana in base alla sua legge (la 16 del 2 aprile 2009) sulla cittadinanza di genere. “Non abbiamo ancora dati definitivi sul fenomeno – ha proseguito Stella Targetti – ma questo ci dicono Comuni, soggetti del privato sociale e operatori del settore.
Sono preoccupata per una tendenza che emerge e che, oltretutto, ha anche una ricaduta negativa sull’occupazione. La tendenza a iscrivere numeri sempre minori di bambini ai nidi è chiara ed è diretta conseguenza della grave situazione economica, che colpisce in particolare donne e giovani”. Targetti ha ricordato come i servizi educativi per l’infanzia siano “un simbolo delle politiche di conciliazione tra famiglia e lavoro, una delle conquiste che rischiano di essere spazzate via da questa crisi economica”. Ma non tutto è “scuro”: proprio dal mondo femminile arrivano anche le reazioni più forti.
“Le nuove imprese nate in questo periodo, in gran parte piccole e piccolissime aziende, sono state create soprattutto da donne: il mondo femminile sta dimostrando di sapersi mettere in gioco anche in un momento molto difficile. Credo – prosegue Targetti – che questa capacità sia dovuta anche al fatto che le donne sanno avere un pensiero originale e creativo, sono in generale più aperte ai punti di vista degli altri, riescono a farne meglio una sintesi. In una realtà complessa e conflittuale come quella che viviamo, questa è una dote importante e utile a tutti”. Al Forum (proseguito nel pomeriggio con una tavola rotonda sulle nuove opportunità occupazionali “in rosa”) è intervenuto, tirando le conclusioni, Salvatore Allocca, assessore regionale alle Politiche Sociali.
“In questa, che non è solo una giornata obbligatoria per legge – ha detto Allocca – le donne parlano certo di sé stesse, ma non parlano solo per sé stesse: la cultura della differenza è, infatti, elemento fondamentale proprio per rispondere, oggi, alle complessità della società. E non è solo una pur fondamentale questione di tutela dei diritti – ha concluso Allocca – ma è anche una grande questione nazionale, nella costruzione di una società capace di garantire piena cittadinanza a tutti”.