La Porta del Paradiso di Lorenzo Ghiberti è uno dei massimi capolavori della storia dell’arte mondiale. Alla luce del restauro, terminato da due mesi e durato 27 anni, quest’opera straordinaria necessita di una rilettura e quindi di una riscoperta: questo è l’obiettivo del ciclo di 10 conferenze che si terranno a Firenze, a partire dal 20 novembre 2012 fino al 4 giugno 2013, presso il Centro Arte e Cultura dell’Opera di Santa Maria del Fiore, ogni martedì alle ore 17.00.
Le conferenze, ad ingresso gratuito, sono a cura di Timothy Verdon direttore del Museo dell’Opera di Santa Maria del Fiore, dove la Porta del Paradiso è conservata. La Porta del Paradiso e la fede dei fiorentini è il titolo della prima conferenza, che si terrà il 20 novembre, a cura di Timothy Verdon; l’11 dicembre, sarà la volta di Anna Maria Giusti con Restaurare il “Paradiso” un percorso di esperienze e conoscenza. Il 15 gennaio 2013, Giovanni Serafini parlerà de Gli Stipiti della Porta del Paradiso: la varietas naturale e i significati teologici; il 12 febbraio, Doria Liscia con Ghiberti, Michelozzo e Bernardo Cellini.
Le impronte del fiorino sulla Porta del Paradiso; il 26 febbraio, Margaret Haines I committenti di Ghiberti in Piazza Duomo: uomini e istituzioni con l’artista; il 19 marzo Francesco Gurrieri L’architettura nelle formelle della Porta del Paradiso; il 16 aprile, Cristina Acidini, Formelle in viaggio: esperienze espositive nel tempo del restauro; il 7 maggio, Bruno Santi con la conferenza Tra tardogotico e primo Rinascimento: Ghiberti e la pittura del suo tempo; il 21 maggio, Antonio Natali con Ghiberti “compagno” di Michelozzo ed infine, il 4 giugno, Lorenzo Fabbri con Lorenzo Ghiberti nella Firenze del suo tempo. Tra gli argomenti che saranno affrontati, quello delle immagini impresse sul retro dell’anta destra della Porta del Paradiso.
Si tratta di 40 figure realizzate con punzoni metallici, raffiguranti particolari del Battista o elementi del giglio fiorentino. E’ stata la studiosa di oreficeria quattrocentesca, Doria Liscia, a dare una risposta: si tratta di prove per la moneta cittadina, il Fiorino, e in alcuni casi del “soldino” di minor valore. Il Fiorino veniva ridisegnato ogni sei mesi da un incisore scelto dai Signori della Zecca, il cui incarico era semestrale, e i simboli obbligatori per le due facce della moneta erano proprio il Battista e il giglio fiorentino.
Gli stemmi incisi sulla Porta del Paradiso vanno dal primo semestre del 1448 (che iniziava il 25 marzo, secondo lo “stile fiorentino) al primo semestre del 1449 incluso. E’ un momento interessante: dopo aver avuto l’incarico per il primo semestre del 1448, Michelozzo, da lungo tempo incisore per la Zecca, non è riconfermato e al suo posto, per i due semestri successivi, è incaricato Cennini. Entrambi sono stati collaboratori del Ghiberti alla Porta del Paradiso, ma proprio il 2 aprile 1448, mentre Michelozzo non lavora più alla Porta, Il Cennini entra far parte della “squadra” del Ghiberti.
Rimane un mistero come mai il Ghiberti abbia permesso di usare la Porta del Paradiso come una lavagna.