"Caos totale nel sistema di Trasporto Pubblico Locale", secondo i consiglieri provinciali di Rifondazione Andrea Calò e Lorenzo Verdi. "Ai tagli operati dal governo Berlusconi e da quello Monti - sostengono - si aggiungono i ritardi nella definizione della gara regionale. A rischio l'intero sistema dei trasporti". Provincia e Comuni chiamati a coprire le mancanze regionali "con provvedimenti al limite della legalità mentre il servizio rimane gestito in un sistema di sospetta emergenza e di incertezza sulle risorse economiche.
Una modalità utile solo a favorire lo smantellamento del sistema pubblico e a favorire gli interessi privati di monopolio". Per questo motivo Rifondazione comunista in Provincia di Firenze "esprime voto contrario sulla delibera relativa alla convenzione sul Tpl". Le motivazioni dettagliate nella nota che pubblichiamo di seguito. "Da due anni sosteniamo che la ristrutturazione avviata dalla Regione Toscana si prefigura come uno smantellamento del sistema pubblico di trasporto mal celato dietro alle necessità di ovviare ai tagli e ai limiti di spesa. La fase di transizione verso la definizione della nuova gara è stata gestita in modo approssimativo e economicistico con conseguenze disastrose sull'intero sistema trasportistico, da quello su ferro a quello su gomma, mentre è ancora in fase iniziale la procedura di gara per l'individuazione del nuovo soggetto gestore. Permane la situazione di incertezza legata alle risorse economiche e il servizio viene gestito con costanti provvedimenti di emergenza, anzi per assurdo l'emergenza diventa ordinaria. In due anni non solo non si è arrivati alla definizione del nuovo bando di gara ma si sono inconcepibilmente trascurati i termini concessi dalla legge per l'utilizzo degli obblighi di servizio. Ma i ritardi sono voluti? Ci sono pressioni lobbistiche e interessi di parte che premono per accaparrarsi l'intera posta? C'è una strategia o solo manifesta incapacità gestionale? Se di incapacità si trattasse l'Assessore regionale ai trasporti dovrebbe dimettersi per i danni che sta creando su un tema delicato e di alta rilevanza sociale. Lo schema di nuova convenzione che oggi ci viene presentato altro non è che un goffo tentativo, un escamotage ai limiti della legalità, di ovviare ad una situazione che rischia di determinare il collasso immediato del TPL, un espediente utile solo a garantire ancora per qualche mese la copertura finanziaria e normativa. Per coprire la scadente performance di gestione del livello regionale, il centro-sinistra fa una chiamata di correo e si inventa la formula del senso di responsabilità chiamando i Comuni e la Provincia di Firenze a correre ai ripari, per garantire la prosecuzione del servizio. Oltre al richiamo alla responsabilità (che per noi è complicità) si inventano anche il pathos, poiché, dicono, non si può interrompere il sistema trasportistico attuale. Un ricatto inaccettabile e una condivisione di responsabilità non sostenibili alla luce di un quadro che nella realtà sta solo portando al graduale smantellamento del diritto alla mobilità. Il pericoloso vuoto di governo regionale sui trasporti sta favorendo chi da tempo è impegnato a tessere le trame per arrivare ad una gestione monopolistica del sistema ovvero Trenitalia. Già sappiamo, e più volte lo abbiamo denunciato, che dal prossimo anno verrà portato a gara un Piano dei Trasporti insufficiente e inadeguato, con stanziamenti economici tali da prefigurare nuovi tagli, stimati in ulteriori 38 milioni di euro per il solo territorio provinciale, e nuove riduzioni che comprometteranno quantità e qualità dei servizi. Il nostro giudizio in merito al nuovo schema di convenzione non può prescindere da queste considerazioni.
Crediamo anzi che esso vada contestualizzato in un quadro complessivo di smantellamento che avversiamo con fermezza le cui ferite sono avvertibili in tutti i comuni della provincia di Firenze, con un peggioramento della qualità dei servizi offerti, soppressione e riduzione delle corse fino al 16% rispetto al 2010 e isolamento delle frazioni, precarizzazione delle condizioni di lavoro degli addetti, aumenti tariffari accompagnati da una crescente e pesantissima pressione tributaria e fiscale operata dalle amministrazioni comunali.. Questi i risultati prodotti negli ultimi anni dalle politiche di tagli lineari condotti dalla filiera governo enti locali in un'ottica di attacco sistematico al settore pubblico e ai diritti e alle prerogative dei cittadini. Inaccettabili le lacrime di coccodrillo e il gioco dello scarica barile. Troppe volte lo spettro della crisi economica è stato brandito per giustificare l'attacco diretto condotto contro servizi e diritti dei cittadini.
A dispetto di ogni principio di equità e di giustizia sociale, i sacrifici richiesti, gli aumenti di imposte e tariffe continuano a procedere di pari passo con la cancellazione a tappe forzate del sistema pubblico e dello stato sociale. Paghiamo di più per avere di meno, aumentano i prelievi e diminuiscono i servizi. Questa la logica portata avanti dall'attuale governo che niente ha fatto per compensare o eliminare i tagli compiuti nel settore dal precedente esecutivo Berlusconi.. Le forze politiche che ne condividono gli indirizzi a livello nazionale diventano poco credibili quando si vestono da vittime sui livelli territoriali".