"Ci rallegriamo del fatto che siano bastate solo 48 ore agli agenti del Corpo Forestale dello Stato del Comando Provinciale di Livorno e della Polizia Provinciale di Livorno, impegnati in perfetta sinergìa investigativa nelle indagini attivate per individuare il responsabile dell’inaudito abbattimento di due esemplari di ibis eremita, registrato domenica 14.10.2012 nel comune di San Vincenzo" scrive il WWF della Toscana a proposito del ferimento, dovuto a una scarica di pallini sparati da un fucile da caccia, dei due rarissimi esemplari di uccelli giunti a Livorno da Cecina e raccolti dal Corpo forestale dello Stato.
"Il lavoro di intelligence con l’incrocio tra i dati georeferenziati forniti dai gps di cui erano dotati entrambi gli esemplari di questa specie - prosegue il WWF toscano - parte di un gruppo di animali inseriti nell’importantissimo progetto internazionale condotto dai biologi del Waldrappteam, il luogo di rinvenimento degli animali abbattuti e la prossimità di un appostamento fisso di caccia, e supportato dalle informazioni tecnico-scientifiche sull’etologia e la biologia della specie prodotta dai coordinatori delle Oasi WWF della Provincia di Livorno e della Provincia di Grosseto, ha consentito agli investigatori di stringere le maglie intorno al presunto responsabile che, alla fine di un lungo interrogatorio, ha confessato il misfatto. Se per l’episodio di San Vincenzo è stato in così poco tempo individuato il responsabile, grazie alla volontà di chi in quel territorio è deputato al controllo di questi tristi fenomeni di bracconaggio, appare evidente che resteranno impuniti gli altri recentissimi due casi di abbattimento di ibis eremita verificatisi a Cecina, sempre in Provincia di Livorno, e sull’Appennino, così come tanti altri casi di abbattimento di specie protette che anche in questa inizio di stagione di caccia si stanno susseguendo sul nostro territorio, dalla Calabria alle Alpi, evidenziando in modo eclatante come il bracconaggio sia uno dei molteplici aspetti dell’impatto di una illegale e poco controllata attività venatoria sul nostro patrimonio naturale".
"Il WWF Italia plaude a questo importante risultato conseguito dagli Organi di Polizia Giudiziaria livornesi impegnati in questa complessa indagine, riconoscendo a CFS e Polizia Provinciale di Livorno competenze di altissimo livello e una puntuale volontà nella tutela e nella salvaguardia della fauna selvatica protetta". Prendendo spunto da questo esempio il WWF Italia richiama con forza le Autorità nazionali e provinciali deputate al controllo del territorio affinchè vengano sempre più impegnate le capacità professionali presenti su tutto il territorio nazionale, troppo spesso invece dirottate su altre tipologie di servizio, per contrastare pratiche illegali di caccia e quel bracconaggio persistente che rischia di compromettere la ricchezza del nostro patrimonio faunistico nazionale e con una evidente ignoranza giorno dopo giorno sta impoverendo il nostro paese dei rappresentanti più belli della sua biodiversità.
Il controllo sul territorio rimane un elemento fondamentale e irrinunciabile, al quale le Istituzioni devono dedicare adeguate e accresciute risorse, perché la bellezza di questo paese sta nel suo patrimonio naturale come in quello artistico architettonico che non possiamo rischiare di perdere.