Silvano Vinceti, presidente del Comitato per la Valorizzazione dei Beni Storici, Culturali e Ambientali non molla, ed anzi rilancia. Oscurata dalla Ricerca della Battaglia di Anghiari di Leonardo, prosegue anche un'altra battaglia legata al genio di Vinci, quella che vorrebbe riportare la Gioconda sulle rive dell'Arno. Una sorta di celebrazione del furto ideato dal luinese Peruggia ed avvenuto la mattina del 21 agosto del 1911 (scoperto l'11 dicembre del 1913 in un albergo di via de' Cerretani a Firenze) che, con una ingenuità storica di livello mondiale, aveva riportato uno dei pochi capolavori del patrimonio nostrano regolarmente pagati e coscientemente venduti, per alcuni giorni in Italia.
Il Comitato per la Valorizzazione dei Beni Storici, Culturali e Ambientali, promotore della campagna per il rientro in Italia della Gioconda, ha annunciato trionfalmente di aver raggiunto il traguardo di 150.000 firme di cittadini, italiani e stranieri, che chiedono il rimpatrio dell'opera nel 2013. Se le firme non dovessero bastare per chiedere l'incontro e la discussione del trasferimento con le autorità francesi, primo tra tutti il direttore del Louvre, Vinceti si dice pronto ad atti di protesta passiva che potrebbero sfociare nello sciopero della fame ad oltranza.