"Ancora una volta la sonnolenza e la calura estiva sembrano presagire le cose peggiori nel nostro paese" a dirlo è il movimento No Tav del capoluogo toscano. Il gruppo di attivisti mai domo che non si è perso neppure un passaggio della lunga vicenda legata alla realizzazione del nodo fiorentino, che ha anticipato l'arrivo della talpa Monna Lisa con un meeting a Campo di Marte, che ha realizzato un punto informativo in tempi non sospetti e che si è trovato poi ad aspettare di capire cosa ne sarebbe stato delle terre di scavo. Adesso "Pare sia arrivato un decreto che ripulisce tutte le terre che saranno prodotte in Italia negli scavi sotterranei come quelli del sottoattraversamento AV di Firenze, anche se contaminate.
“Calcestruzzo, bentonite, polivinilcloruro, vetroresina, miscele cementizie e additivi”? Con poche righe diverrebbero sottoprodotti e non più rifiuti, utilizzabili anche per risanamenti ambientali come quelli previsti in Valdarno nella ex miniera di Santa Barbara. Dalla discarica al risanamento ambientale: "La vergogna di una tale ipotesi dovrebbe far sollevare chiunque abbia a cuore il futuro dell'ambiente che viviamo, ma l'anestesia morale e culturale italiana pare tenere". Ancora "Per quello che riguarda Firenze non è certo l'avvio immediato dei motori della fresa: la delibera regionale che ha bocciato la possibilità di conferire i terreni in Valdarno blocca per ora qualunque inizio di scavo.
Tutto l'iter burocratico deve essere riproposto e approvato, anche se forse troverà funzionari molto più compiacenti dopo i trasferimenti avvenuti di recente in Regione. Da parte dei sostenitori del sottoattraversamento si è parlato di accettazione del regolamento da parte della Commissione europea sulla base del “silenzio assenso”; in realtà tale principio non esiste nelle procedure europee, l'unica cosa che si è avuta è un parere della “Commissione industria” (non “ambiente”) che “ha deciso di non reagire su questa proposta di decreto nel quadro della procedura in quanto essa non crea ostacoli alla libera circolazione delle merci”.
Dove sia l'accettazione del “regolamento” da un punto di vista ambientale ce lo dovrebbero spiegare Nodavia (la ditta che dovrebbe realizzare i tunnel), le Ferrovie e la Regione Toscana". L'impressione "è che la Commissione Ambiente di Bruxelles non abbia espresso nessun parere in proposito perché in passato aveva già stigmatizzato un analogo decreto presentato dalla ex ministra Prestigiacomo. Il rischio di una procedura d'infrazione per il nostro paese a seguito di questo regolamento parrebbe piuttosto alto, ma questo non pare preoccupare i decisori: le eventuali sanzioni saranno sempre a carico dei soliti contribuenti. Intanto Monna Lisa, questo il nome della fresa che dovrebbe realizzare i tunnel fiorentini, giace al sole estivo e costa ai contribuenti 5 milioni di euro al mese di noleggio; questo non pare scandalizzare nessuno dentro i palazzi della politica che sostengono questa grande opera inutile; i cittadini si chiedono il perché di tanta compiacenza e silenzio per questi sprechi".