Presentata in conferenza stampa, a Firenze, la ricerca SWG–CNA: gli effetti dei ritardi dei pagamenti della PA nei confronti delle imprese Dalla Toscana parte la richiesta di revisione del Patto di stabilità: le imprese, stremate dalla crisi, non sono più in grado di ‘fare da cassa’ agli enti pubblici e la stessa Pubblica Amministrazione non è più in grado di reggere i vincoli che impediscono di effettuare lavori e pagamenti anche agli enti ‘virtuosi’. Saverio Paolieri e il Presidente Anci Toscana Alessandro Cosimi lanciano l’allarme: senza una revisione del patto di stabilità, anche le misure del decreto sviluppo servono a ben poco.
Con le nuove norme, infatti, è possibile sbloccare il passato, ma per il presente e il futuro la situazione si prospetta ancora più rigida. È necessario quindi scorporare la spesa per gli investimenti dal Patto di stabilità, per evitare che il problema resti aperto e si ripresenti fra un anno al massimo. “Il sistema artigiano toscano – sostiene Andrea Nepi, Presidente CNA Costruzioni Toscana - continua a soffrire delle difficoltà del settore costruzioni, causate da una serie di fattori negativi, dallo stallo del mercato immobiliare alle crisi di alcune aziende capofila del settore, ma anche da problemi sul versante della liquidità soprattutto con riferimento alle commesse pubbliche”. I ritardi nei pagamenti da parte della PA: una scure sulle imprese toscane Nel 2011 sono state 843 le imprese toscane a chiudere per fallimento, ovvero 23 ogni 10.000 imprese attive.
Circa un terzo di tali fallimenti è riconducibile ai ritardi dei pagamenti da parte delle PA, ritardi che negli ultimi anni hanno subìto una forte impennata: 180 giorni nel 2011, 128 giorni nel 2009. Molti enti disporrebbero delle risorse per far fronte ai pagamenti delle ditte fornitrici e appaltanti, ma tuttavia sono bloccati dal Patto di stabilità interno, che li obbliga a diluire i pagamenti nel tempo per gli interventi finanziati da mutui o prestiti. Ad oggi, il 73% degli enti pubblici italiani paga oltre la scadenza contrattuale, e l’Italia si configura così come il peggior pagatore in Europa, seconda solo alla Grecia; in Germania il tempo medio di incasso presso le PA è di 35 giorni mentre in Francia è di 64 giorni. “Noi stiamo dalla parte delle imprese e dei lavoratori: non c’è un Comune che non paga volontariamente i propri fornitori”.
Questo il commento del presidente di Anci Toscana e sindaco di Livorno, Alessandro Cosimi, che continua: “Siamo costretti a tempi lunghi dal Patto di Stabilità e dai continui tagli governativi che si abbattono in rapida successione sugli enti locali, anche su quelli che hanno risorse in cassa. Da sempre l’Anci chiede che venga data la possibilità ai Comuni che hanno fondi di pagare le imprese e di fare investimenti. In questo ci sentiamo di poter dire che la politica dei tagli lineari e indiscriminati, che per adesso sembra essere l’unica via praticata, è la cura che ucciderà il malato.
Siamo qui oggi – conclude – insieme alla CNA, per denunciare questo rischio e chiedere un immediato cambio di rotta. Altrimenti dalle prossime settimane saranno a rischio, oltre che gli investimenti e i pagamenti alle imprese, gli stessi servizi di base erogati dai Comuni!” “In Toscana si rischia, nel giro di un paio di anni, di vedere tutti gli enti territoriali, aziende controllate, ecc., sotto scacco del Patto di stabilità con ulteriore peggioramento della situazione per le imprese creditrici – dichiara Saverio Paolieri Direttore CNA Toscana - Il controllo del debito pubblico è necessario, ma bisogna evitare che le imprese falliscano per questo.
La Regione nel triennio 2009-2011 ha liberato 217milioni di euro di pagamenti per gli enti locali, una goccia nel mare dei 4 miliardi bloccati in Toscana, ma comunque una misura importante; dal 2013 sarà possibile definire un Patto di Stabilità Regionale (esclusa la sanità), concordando con lo Stato gli obiettivi di finanza pubblica regionale e degli enti territoriali. Sarebbe un passo significativo ma non risolutivo: occorre, anche in fasi progressive, escludere dal Patto gli investimenti per poi arrivare ad una nuova articolazione del Patto che lasci le spese per investimenti produttivi fuori dai vincoli secondo il principio della golden rule ossia la necessità di trattare diversamente la spesa in conto corrente e in conto capitale”. CNA Toscana e Anci Toscana propongono che nella prima fase siano esclusi i seguenti interventi: adeguamenti sismici edifici pubblici/infrastrutture ecc.; adeguamenti a normative sull’efficienza energetica degli edifici pubblici; interventi di messa in sicurezza del territorio (idrogeologici); costruzione di nuovi edifici pubblici con certificazione energetica A; costruzioni di nuovi edifici pubblici in aree con rischio sismico e idrogeologico elevato con elevati standard di sicurezza; interventi infrastrutturali a favore dell’ambiente; investimenti per ridurre il digital divide (banda larga). I risultati dell’indagine SWG- CNA Dall’indagine SWG-CNA risulta che le imprese che operano nei settori delle costruzioni e della manifattura sono le più penalizzate dai ritardi nei pagamenti della PA.
Per le prime il tempo complessivo di incasso delle fatture emesse verso enti pubblici è di 238 giorni (in media 95 giorni di tempi contrattuali + 143 giorni di ritardo). Per quelle manifatturiere, peraltro le più esposte alla concorrenza internazionale, il tempo di incasso è di 229 giorni (in media 96 giorni definiti dai termini contrattuali cui si aggiungono 133 giorno di ritardo). Meno drammatica, anche se comunque difficile, appare la situazione relativa alle imprese operanti nel settore dei servizi alle imprese che in media riescono a incassare quanto fatturato presso la PA in 135 giorni (51 previsti in media nei contratti cui si aggiungono 84 giorni di ritardo). L’impossibilità di poter incassare regolarmente e le difficoltà di accesso al credito si traducono in una minore propensione all’investimento da parte delle imprese e rendono complesso il mantenimento dell’occupazione in tempi di congiuntura avversa.
Secondo l’indagine SWG- CNA i ritardi dei pagamenti producono effetti negativi per le imprese in termini di: - effetti sul bilancio: il 45% delle imprese intervistate denuncia una mancanza di liquidità derivante dai ritardi dei pagamenti; il 21% di esse deve sostenere costi aggiuntivi dovuti al pesante utilizzo dello scoperto bancario proprio per fronteggiare la carenza di liquidità; - effetti sull’organizzazione: per il 33% delle imprese italiane i ritardi dei pagamenti si traducono in una minore credibilità con i fornitori e gli appaltatori; per il 15% essi comportano risvolti negativi sull’occupazione; - maggiori difficoltà nell’acceso al credito: per il 24% delle imprese (ovvero circa un milione di imprese), i ritardi dei pagamenti hanno comportato un irrigidimento sulla concessione di nuovi finanziamenti/fidi. Inoltre, paradossalmente, circa 240.000 imprese che hanno ricevuto cartelle esattoriali da Equitalia, sono anche le stesse che si trovano in una condizione creditoria nei confronti della Pubblica Amministrazione. Le imprese italiane vantano circa 70 miliardi di crediti nei confronti della PA.
Poiché la spesa delle PA toscane rappresenta circa il 6% di quella sostenuta a livello nazionale, le imprese toscane vantano crediti per oltre 4 miliardi di euro nei confronti del committente pubblico. Il Governo ancora non ha ancora recepito (ma si è impegnato a farlo entro la fine del 2012) la Direttiva UE sui ritardi nei pagamenti (2011/7/UE), che obbliga gli enti pubblici a pagare le imprese entro 30 giorni e, solo in circostanze eccezionali, entro 60 giorni, riconoscendo alle imprese il diritto di esigere il pagamento degli interessi di mora in caso di ritardi.