VIAREGGIO– Hanno manifestestato lesbiche, gay, bisessuali, trans*, intersessuali e queer. E’ stato un successo il primo Gay Pride toscano, quello svoltosi ieri a Viareggio, l’ultimo della serie di quelli nazionali. Diecimila presenze, un corteo accolto festosamente da tutta la popolazione viareggina, famiglie e bambini in testa. Organizzato dal consorzio Friendly Versilia, con l'aiuto della Fondazione Carnevale, il corteo era colorato con palloncini e abiti allegramente sopra le righe: questi gli ingredienti tra musica e balli, ma anche la richiesta forte alla politica di una attenzione decisa per il riconoscimento di diritti che non possono più essere negati. Una politica che ha risposto, almeno in parte; con molti gonfaloni di Comuni come quelli di Pisa e di Livorno, di Gavorrano, della Provincia di Firenze.
Con la presenza di tanti sindaci, in prima fila quello di Pisa Filippeschi e quello di Livorno Cosimi; e quello di Viareggio Lunardini. E poi la partecipazione del presidente della Regione Enrico Rossi e dell’assessore al turismo e alla cultura Cristina Scaletti; a testimonianza della storia di una terra, quella toscana, che per prima ha depenalizzato l’omosessualità, come ha ricordato Lunardini, e che, unica in Italia, in una legge del 2006 riconosce i diritti di genere. Un altro passo, simbolico ma significativo in serata: una cerimonia al termine del corteo, celebrata dall’assessore Scaletti nella quale si sono uniti in matrimonio una decina di coppie lgbtqi: “Oggi qui ci unici l’orgoglio di essere tutti i colori dello stesso arcobaleno, dove ogni colore deve avere la stessa dignità dell’altro, dove ogni tono si sfuma nell’altro quasi ad accompagnarne l’espressione – ha affermato l’assessore Scaletti a margine della cerimonia – Ecco vorrei che il nostro paese tutelasse ognuno di quei colori, Perchè togliendo il rosso, l’arancione, il giallo, il verde l’azzurro, l’indaco o il violetto noi ingrigiamo l’arcobaleno e impoveriamo tutti gli altri colori.
Lo spread economico è un’emergenza, ma lo è altrettanto quello dei diritti civili che ci allontana dall’Europa”. “in Italia le coppie dello stesso sesso che si amano non sono tutelate in nessun modo, nè nel riconoscimento della dignità affettiva, né la reversibilità della pensione, ne il consenso su procedure diagnostiche o terapeutiche e il permesso di soggiorno, Il riconoscimento giuridico di un diritto. Tutto questo è antefatto necessario a qualsiasi azione contro l’omofobia, il pregiudizio, la violenza, il razzismo – ha concluso Scaletti – ; senza una norma che sancisce che l’amore tra due persone dello stesso sesso ha la stessa dignità di un amore tra eterosessuali ogni campagna contro l’omofobia è priva di sostanza”.