Fidi Toscana: indagato il presidente Rafanelli

Su mandato della Procura di Firenze gli uomini delle fiamme gialle hanno perquisito gli uffici del presidente

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 luglio 2012 19:20
Fidi Toscana: indagato il presidente Rafanelli

Fidi Toscana, la finanziaria della Regione Toscana, in pratica la società che per conto dell'Ente gestisce il credito alle imprese, finisce nell'occhio del ciclone. Si perché la Guardia di Finanza oggi ha fatto visita negli uffici della società di credito. Al centro dell'operazione delle forze dell'ordine sarebbe finito proprio il presidente di Fidi, Paolo Rafanelli, imprenditore pistoiese, che, a quanto si apprende, sarebbe indagato per truffa. Gli uomini delle fiamme gialle infatti, su mandato della Procura, avrebbero perquisito i suoi uffici di viale Mazzini a Firenze, le sedi delle sue imprese e la sua casa a Sesto Fiorentino, dove attualmente risiede.

Secondo le prime indiscrezioni Rafanelli non sarebbe il solo coinvolto nell'inchiesta. In merito Fidi Toscana comunica “che tale perquisizione ha riguardato esclusivamente la personale attività imprenditoriale del presidente Rafanelli. L’accertamento non ha in alcun modo riguardato l’attività di Fidi Toscana, nei confronti della quale non risultano aperti fascicoli e che continua a svolgere la propria attività con la consueta professionalità, trasparenza e correttezza”. «La situazione di Fidi Toscana assume ogni giorno che passa contorni sempre più oscuri -afferma Gian Luca Lazzeri, consigliere regionale Lega Nord Toscana- Prima le censure di BankItalia, oggi la perquisizione della Guardia di Finanza.

La Lega ha votato favorevolmente alla modifica della legge istitutiva dell’ente perché consideriamo che una finanziaria regionale solida e trasparente possa essere uno strumento strategico imprescindibile per le politiche di sostegno alle imprese. Mi preme ricordare però che durante il mio intervento avevo rappresentato una profonda preoccupazione per quei rilievi mossi da BankItalia, i quali evidenziavano una mancanza di un’efficace sistema di controllo interno, l’attendibilità e la sicurezza del sistema informatico e, non ultime, problematiche importanti di natura e certezza contabile.

Avevo chiesto altresì una verifica profonda e minuziosa di tutto l’operato che Fidi Toscana aveva svolto fino ad allora, anche per verificare l’esatta quantificazione dei rischi di credito. L’iniziativa intrapresa questa mattina dalla Guardia di Finanza con la perquisizione degli uffici di Fidi, impone oggi l’istituzione di una commissione d’inchiesta finalizzata a fare luce sui fatti che coinvolgono l’operato dell’ente. Seppur per aspetti diversi, i fatti che coinvolgono l’Asl 1 di Massa e Fidi Toscana hanno rotto un tabù.

Il primo nella sanità, da sempre sbandierato dalla maggioranza come fiore all’occhiello di buona gestione, efficacia ed efficienza, l’altro sul fronte degli aiuti alle aziende, anch’esso più volte difeso a spada tratta sia nella gestione che nell’efficacia dei risultati. Ai toscani hanno fatto credere di avere un cavallo di razza, invece era solo un calesse». “Adesso facciamo luce anche sulle partecipate di Fidi Toscana”. A chiederlo sono i consiglieri Dario Locci e Marina Staccioli (Gruppo Misto), alla luce delle perquisizioni avvenute ieri ad opera della Guardia di Finanza negli uffici della finanziaria regionale. “Mabro, Eaton, Easy Green: quanto sono costate le operazioni ‘fantasiose’ di Fidi Toscana ai cittadini? Da tempo – attaccano i consiglieri - denunciamo la deriva della finanziaria regionale, troppo concentrata nel pompare denaro nelle casse di aziende già votate al fallimento, a scapito della legittima missione di Fidi: sostenere le piccole e medie imprese”. Non solo: “oltre a questi ‘aiuti di Regione’ alle aziende – continuano Locci e Staccioli – ci sono le partecipazioni più e meno legittime di Fidi in altrettante società”.

Interventi su cui i consiglieri vogliono adesso vederci chiaro. “Che fine faranno le partecipate di Fidi, su cui ha puntato il dito anche Bankitalia? Solo un paio d’anni fa – continuano i consiglieri - la Regione cedeva una serie di quote partecipative alla finanziaria al fine di aumentarne il capitale sociale. Che ne sarà adesso?”. In merito a ciò e agli appalti pubblici assegnati a queste società partecipate i due consiglieri del Gruppo Misto hanno presentato un’interrogazione urgente.

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