Secondo recenti dati Istat, la casalinghe in Italia sono quasi 5 milioni. 800mila sono quelle con meno di 35 anni. Perché queste ragazze, queste donne, restano a casa? E’ un loro desiderio, una libera scelta legata alla voglia di maternità, ad un’organizzazione familiare stabilita in base agli impegni della coppia, o si tratta di una conseguenza della crisi economica, della difficoltà di conciliare effettivamente tempi di vita e tempi di lavoro e della carenza di welfare e servizi? Per capire quali sono le storie e i motivi, tanti e variegati, che portano una donna a non lavorare nel senso più tradizionale del termine, ma ad occuparsi della casa, della famiglia e dell’educazione dei figli, sarà una ricerca che parte nelle prossime settimane a Firenze e provincia.
Titolo dello studio, l’esplicativo “Io lavoro a casa. Adesso facciamo i conti: quanto conta il lavoro di chi si occupa della casa e della famiglia?” “Abbiamo alcuni indicatori che ci confermano una tendenza al ritorno a casa da parte delle donne negli ultimi anni – afferma l’Assessore provinciale a Lavoro e Formazione Elisa Simoni – Forse si tratta dell’assenza di servizi diffusi sul territorio, probabilmente anche dalla loro diminuzione legata alla stretta agli enti pubblici.
Forse si tratta della difficoltà di percorrere carriere sempre più esclusive e aggressive, o ancora, probabilmente ci sono ragioni culturali che si sono fatte spazio tra le giovani e le donne, motivi legati alle politiche della formazione, che pure stiamo orientando con metodi innovativi”. “Non sappiamo ancora – prosegue Simoni - se sia preponderante l’uno o l’altro motivo, ma vogliamo capire cosa sia successo al lavoro delle donne di questo territorio: una zona che fino al 2007 aveva un tasso di occupazione femminile molto interessante e che ora mostra segni di sofferenza.
Indicatori di genere importanti, se pensiamo che le donne che lavorano generano domanda di servizi e contribuiscono, in qualche modo, anche a creare nuova occupazione”. Lo studio. Commissionato dall’Assessorato al Lavoro della Provincia di Firenze, sarà realizzato dal Dipartimento di Scienza Politica e Sociologia dell’Università di Firenze. Una innovativa linea di ricerca che prenderà avvio nelle prossime settimane. Coinvolte nell’organizzazione la grande distribuzione organizzata, al momento Unicoop Toscana, dove i ricercatori dell’Università di Firenze realizzeranno concretamente le interviste tra luglio e settembre. “L’inattività femminile è un tema molto, e per certi versi colpevolmente, trascurato tanto all’interno del dibattito politico che di quello scientifico, anche se riguarda circa una donna su due in Italia e addirittura sta aumentando in questi anni di crisi – sostiene la Preside della Facoltà di Scienze Politiche ‘Cesare Alfieri’ di Firenze, Franca Alacevich –.
E’ un dato unico nel contesto europeo. Ricostruire le caratteristiche quantitative e qualitative, ma soprattutto le ragione alla base delle ‘scelte’ di rinunciare al lavoro di un numero così elevato di donne, anche giovani e istruite, è essenziale per mettere a punto politiche adeguate. Oltre alle cause, è opportuno studiare gli ‘effetti’ che rimanere fuori dal mondo del lavoro comporta: come cambiano i ruoli, i modelli culturali? Quanto incide sull’autonomia individuale e sulla partecipazione sociale? Se le donne si ritirano dal mercato del lavoro le conseguenze non sono solo soggettive ma anche sociali”. Coordina lo studio Annalisa Tonarelli, Ricercatore in Sociologia dei Processi Economici e del Lavoro presso l’Università di Firenze, che spiega che “Per la realizzazione di questa indagine, che affronta un tema poco studiato e presenta interessanti aspetti di innovatività anche per il metodo di ricerca che propone, è fondamentale la collaborazione delle donne che sperimentano una condizione di inattività.
Siamo infatti di fronte ad un problema troppo complesso e sfumato per poter essere affrontato con strumenti classici: in questo caso è necessario andare a rintracciare le protagoniste dell'indagine in luoghi non istituzionali dove ci si reca quotidianamente, come i luoghi della grande distribuzione. Non vorremo con ciò dar l'idea di sposare lo stereotipo abusato della casalinga. Al contrario, obiettivo della ricerca è proprio mostrare quanto sia articolata la tipologia delle donne che non lavorano: dalle donne escluse dal mercato del lavoro, alle giovani scoraggiate alla ricerca del primo impiego, alle casalinghe che hanno scelto di investire esclusivamente nella sfera familiare”. Il comportamento delle donne sul mercato del lavoro è influenzato da fattori esogeni, di natura prevalentemente economica, ma anche endogeni, legati al tessuto sociale e ai modelli culturali dominanti.
La ricerca si avvale pertanto di una pluralità di chiavi di lettura, in un approccio multidisciplinare, per comprendere come maturano le decisioni delle donne e cogliere le sfumature del fenomeno. Un approfondimento particolare riguarda poi la disponibilità a lavorare delle donne inattive e le condizioni alle quali sarebbero disposte a lavorare, soprattutto rispetto al livello retributivo che consente una stima del salario di riserva. Nello specifico, il questionario proposto toccherà diverse tematiche: oltre alle variabili socio-anagrafiche (stato civile, condizione familiare, presenza di figli conviventi, presenza di altri adulti a carico, condizione occupazionale degli altri membri della famiglia) e alle esperienze lavorative pregresse, attenzione all’impegno nel lavoro di casa.
In particolare si chiederà alle intervistate come hanno imparato a prendersi cura della casa, la condizione occupazionale delle altre donne della propria famiglia e delle amiche, come la propria condizione viene vissuta dagli altri membri della famiglia. Lo studio cercherà inoltre di capire cosa ha motivato la scelta di restare a casa e il livello di soddisfazione rispetto alla propria situazione. Il questionario, dunque si concentrerà sulla relazioni tra scelte lavorative e scelte familiari con particolare attenzione all'influenza esercitata dall’attività lavorativa del coniuge e alla divisione dei ruoli sulle scelte di lavoro e non lavoro delle donne ma anche sull’incidenza dei carichi familiari e i costi di cura e di assistenza. Le prime rilevazioni sono già fissate per il 5 e 6 luglio nella sede Coop di via Erbosa a Firenze; il 9 e 10 luglio a Pontassieve; l’11 e il 12 luglio a Figline Valdarno; il 16 e 17 luglio alla Coop di Ponte a Greve.
Dopo uno stop nel mese di agosto, si riprenderà il 12 e 13 settembre alla Coop di Sesto Fiorentino. Si prevede inoltre una serie di interviste telefoniche e la possibilità di compilare il questionario anche online sul sito internet dedicato www.iolavoroacasa.it