Favorire i percorsi di inserimento lavorativo andando oltre la fase della semplice accoglienza, ottenere un riconoscimento per la permanenza in Italia, proporre aiuti per il rientro nei paesi di origine, monitorare le pratiche di accoglienza ed allargare il sistema ordinario gestito dal Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR). Sono questi i punti sui quali si è soffermato stamani a Lucca l’assessore al welfare Salvatore Allocca, nell’ambito di un convegno sull’Emergenza Nord Africa che si è tenuto a Lucca presso la sede della Provincia. L’iniziativa è stata organizzata dalla Regione per fare il punto sulle azioni proposte per favorire l’autonomia delle persone accolte in Toscana. “All’interno delle circa 300 strutture di accoglienza sparse sul territorio che ospitano tuttora 1200 persone provenienti dalla Libia ma di diverse nazionalità – ha detto Allocca – gli interventi si sono concentrati prevalentemente sulla prima accoglienza.
Adesso, considerato che il 31 dicembre si concluderà il programma, dovremo concentrarci sulla individuazione di percorsi che promuovano l’autonomia, specie quella lavorativa”. Partendo dal riconoscimento di un titolo di protezione. “La Regione – ha aggiunto l’assessore – sta facendo vari passi per consentire ai migranti di poter continuare a vivere legittimamente in Italia. Il Consiglio regionale ha approvato una mozione ed il presidente Rossi ha inviato una lettera al Ministero dell’interno.
É una decisione che spetta al governo ma la Regione sta esercitando pressioni affinchè si arrivi ad una soluzione prima della fine dell’anno”. E proseguendo, appunto, con i percorsi di inserimento lavorativo. “Il settore formazione e orientamento, che ha collaborato con noi per l’organizzazione di questa giornata, punta principalmente su due strumenti: l’accesso ai tirocini formativi ed i percorsi di certificazione delle competenze. Questi sono ambiti da sviluppare sia per l’inserimento lavorativo diretto che per il riconoscimento delle competenze acquisite”. L’assessore ha poi proposto l’erogazione di un aiuto economico per il rientro nei paesi di origine.
“Questa è una proposta – ha spiegato Allocca – che ho avanzato in più occasioni nei vari tavoli nazionali ai quali ho preso parte. Esiste già un programma di aiuto al rientro ma è piuttosto debole. A chi lo richiede si potrebbe erogare un aiuto utilizzando anche una parte delle risorse previste per l’accoglienza, in modo che possa concretamente favorire il reinserimento nel paese di origine”. L’Osservatorio sociale regionale (attraverso la rete degli Osservatori provinciali) ha quindi anticipato alcuni dati sul monitoraggio del sistema di accoglienza toscano.
“L’indagine – ha sottolineato Allocca – è importante per capire il modello toscano, valutarne i punti di forza e di debolezza e definire un insieme minimo di ‘buone pratiche’ da utilizzare come standard di riferimento per la gestione delle accoglienze future”. Un lavoro che si allaccia alla eventualità di un allargamento del sistema di accoglienza ordinario, gestito dal Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR) che al momento gestisce in Toscana 8 progetti in sei province (2 a Firenze e Pisa, 1 ad Arezzo, Lucca, Prato e Livorno).
“Anche su questo – ha aggiunto Allocca – stiamo facendo pressione sul governo, che sembrerebbe disponibile al dialogo. Se la proposta venisse accolta, alcune delle esperienze migliori fatte in questa fase di emergenza potrebbero entrare a far parte della rete SPRAR”. Tra i dati più interessanti anticipati, il 40% degli intervistati ha dichiarato di aver partecipato a percorsi di inserimento lavorativo (corsi di formazione e tirocini formativi) ed il 90% di aver preso parte a corsi di lingua organizzati dalle strutture.