Siamo stati a trovare Marino Vieri, Calciante nato nel 1976 della mediana Bianca, al campo d’allenamento dei ragazzi di Santo Spirito. Marino, impegnato nella preparazione, appena ci vede ci saluta prima dell’ennesimo scatto sul terreno fradicio. Vieri ha ricoperto anche il ruolo di capitano, che nel Calcio Storico non partecipa al gioco, e da due anni è tornato ad essere un Calciante, pur conservando idealmente i gradi per quanto riguarda la gestione e l’unità del gruppo. I Bianchi corrono, sudano e s’imbrattano nella sabbia: scatti, contro scatti, azioni di attacco e di difesa con placcaggi, parate e cacce; infine la partitella, dove, se pur a contatto leggero, non mancano gli scambi di pugilato e di lotta a terra.
Al termine della sessione Vieri ci concede l’intervista. Domande per tutti i Colori: L’edizione dell’anno scorso è stata quella delle nuove regole che, per quanto percepito da fuori, hanno garantito il normale svolgimento del Torneo, vorremmo sapere: cosa ne pensa chi in campo c’è stato?Partiamo dal presupposto che questo è un gioco e come tutti i giochi hanno bisogno di regole, regole che ci sono sempre state, ma non sono mai state rispettate. Nel 2011 è stato fatto un discorso diverso: sarebbe stata garantita l’applicazione del regolamento, noi, però sul campo abbiamo visto degli episodi che andavano puniti non lo sono stati; in definitiva non siamo molto contenti, perché poi t’inducono a non rispettarle davvero le regole. Come giudichi l’operato dell’Amministrazione Comunale, in genere, sappiamo che ha garantito campi d’allenamento dotati di luce artificiale, ha affidato la presidenza del Torneo dei Veterani, ed altre iniziative, allo scrittore Uberto Bini? Uberto, anche se non ha mai giocato, è un appassionato di Firenze e del Calcio Storico e gli spetta di diritto il ruolo di presidente della partita dei Veterani, altra cosa è la presidenza del Calcio Storico di Michele Pierguidi, che è stato bravo e sta cercando di fare del suo meglio, ma era completamente al di fuori di questo gioco, non aveva mai visto una partita e si è dovuto così calare in una parte nuova, e questo, anche ribadendo il fatto che sta cercando di fare del suo meglio, mi sembra che sia una cosa un po’ particolare. Il Calcio Storico deve molto della sua popolarità a Calcianti fortissimi che anche in tempi recenti, hanno saputo condurre i compagni alla vittoria ed accendere la fantasia dei tifosi.
Quali sono i Calcianti del presente e dell’immediato futuro che possono raccogliere il testimone dei più forti? Mi dispiace sempre citare dei nomi, sia per la mia Parte che per gli altri Colori; della mia squadra ti dico che siamo molto contenti, abbiamo fatto un gruppo unito di sportivi forti, di ragazzi giovani della mia età e un gruppo di ragazzi più giovani che hanno giocato già un paio di partite e hanno dei numeri. Degli altri Colori io ho tanta stima e rispetto per tanti Calcianti, ma vorrei che ognuno parlasse per il proprio Colore. Le squadre di Calcio Storico sono formate per lo più da atleti che provengono dagli sport di contatto e dal rugby, ma quali sono le doti che deve avere un Calciante e quanti anni occorre per affinarle? E’ una domanda giusta perché ci vogliono davvero molti anni, nei primi l’emozione, la paura la fanno da padrona, le doti atletiche sono quelle che si possono vedere in un normale allenamento e poi tanto tanto coraggio, tanta voglia ed attaccamento al Colore. In questi ultimi anni le televisioni, anche d’oltreoceano, il documentario - Firenze Fight club - ed il cinema – il film Calcianti – si sono avvicinati al fenomeno Calcio Storico.
Giudichi quest’interesse positivo per il Calcio Storico oppure no? Del film Calcianti hanno fatto il promo e poi non hanno fatto altro, molte chiacchiere. Chi ha fatto qualcosa è stato Arte tv, dove sono stato protagonista delle riprese, è stata una cosa bellissima. Ogni tanto si accende la luce su questo spettacolo, ed è doveroso visto che oltre la partita c’è una parte storica che è fantastica. Domande per “I Bianchi”: La scorsa edizione siete stati ad un passo dalla vittoria finale, ricordiamo che la sconfitta è stata determinata da una caccia dalla distanza e da una parata eccezionale allo scadere del tempo, questa squadra può aprire un ciclo vincente come quello degli anni ’70? Per scaramanzia non lo dico, siamo andati molto vicino e purtroppo è andata com’è andata, siamo convinti di avere un potenziale, ma non so se si può aprire un ciclo, a giudicare dal clima, dai ragazzi e dalla passione che ci mettono ci sono speranze. Sempre sulla finale del 2011, avete avuto un atteggiamento attendista nella prima parte della partita, dimostrando poi di saper crescere e di poter giocare la partita a viso aperto.
Questo comportamento è dovuto alla dinamica della partita, ad una tattica o a cos’altro? Ho capito dove vuoi arrivare, sicuramente è stato noioso, lo è stato anche per noi, comunque bisogna riconoscere la superiorità degli Azzurri che hanno la storia dalla loro parte e dei giocatori veramente importanti, quindi non ci potevamo permettere di giocare a viso aperto. E’ stato importate l’aspetto tattico, unito alle nostre caratteristiche di gioco venute fuori per giocarsi la partita negli ultimi minuti. Ti fa molto onore Il fatto di riconoscere la superiorità degli Azzurri, a volte sembra una specie di guerra. Grazie, io purtroppo e per fortuna ho trentasei anni ed ho passato il momento dei vent’anni dove giocare era un’emozione, lo scontro…, per me questo è un gioco e va vissuto da gioco, non una specie di guerra fra fazioni.
Io sono in mediana, un ruolo dove ci sta di prendere o dare un cazzotto, ma deve rimanere lì, io mi sono cazzottato con tantissimi atleti, ci si trova in giro, ci si abbraccia e poi in campo si torna a cazzottarci. Sugli spalti c’è anche chi va a vedere lo scambio di pugilato, ma bisogna privilegiare il gioco e lo spettacolo, lo scopo è portare la palla in una caccia. Bisogna che questo cambio di mentalità, che noi abbiamo fatto nei Bianchi, sia fatto anche in qualche altro Colore. Hai esordito nel 1998 a ventiquattro anni, cosa spinge un ragazzo così giovane a scendere nella rena di P.za Santa Croce e quali sono le sensazioni nell’immediata vigilia della partita? Sono fiorentino e fin da bambino andavo a vedere il Calcio Storico, i Calcianti per me erano dei superuomini, francamente allora ero per un’altra formazione, poi, in palestra di pugilato ho conosciuto Davide Cappelletti che mi ha avvicinato ai Bianchi, ho iniziato a frequentarli e mi sono trovato bene. Le emozioni della prima partita sono indescrivibili, a quell’età le vivi in maniera diversa, comunque sono un’esperienza che in pochi possono dire di aver vissuto, una cosa unica. Cosa ne pensi dei Calcianti non fiorentini che giocano nel Calcio Storico? E’ una cosa che ci imputano, ma a parte il fatto che ci siamo adeguati ad altri Colori, sono degli atleti che si sono sacrificati e hanno rispettato il regolamento e questo è un fatto molto importante. Spengiamo il registratore sperando come sempre che la registrazione sia andata a buon fine, e per un attimo pensiamo che forse avremmo dovuto e potuto sapere di più da Marino Vieri, di sicuro possiamo dire di aver trovato un ragazzo innamorato del gioco del Calcio Storico, un ragazzo, che come dice lui ha frequentato le palestre di pugilato, conquistando,- e lo diciamo noi - fra le altre, la medaglia di bronzo nel 2006 agli assoluti d’Italia, un pugile, come ricordano i Maestri dell’Accademia Pugilistica Fiorentina, in grado di cambiare un match con un solo pugno. Speriamo così che il messaggio sia arrivato anche a voi lettori, forte e chiaro com’è arrivato a noi.
Massimo Capitani