Fino al arrivo dell'ENDAS nel 2009 la palestra Stadio godeva di ottima salute e tutti erano soddisfatti: clienti, lavoratori, collaboratori" spiega Samuele Falossi – SLC/CGIL Firenze in pieno scontro e braccio di ferro che vede i dipendenti dell'impianto sportivo del quartiere schiacciati in una morsa burocratica. "Come l'ENDAS ha messo piede nella palestra Stadio, sono cominciati i problemi per tutti, soci compresi: cassa integrazione, licenziamenti, ritardi nei pagamenti, lavori fatti in ritardo e quelli significativi non fatti, evidente insoddisfazione da parte di molti clienti storici, fino alle minacce a chi ha scioperato - sottolinea Cgil.
- Ora questi personaggi di un altro mondo, ci spiegano che non hanno pagato l'affitto previsto, ma bontà loro lo pagheranno; non hanno fatto tutti i lavori, ma bontà loro hanno sostituito ben due tapis roulant con altrettanti usati e comprati a rate (senza i quali non esiste la palestra), e presto faranno i lavori al condizionamento, ma non nell'intera palestra come previsto dalla convenzione originaria, ma solo per gli spogliatoi al primo piano interrato, e senza dire né come né quando. Tradotto, questa presunta società sportiva, in due anni non ha fatto quasi niente di quel che doveva fare, salvo una tinteggiatura dei locali e un paio di accessori, peraltro pagati la cifra astronomica di 58.000 euro più IVA".
Ma non basta: "per giustificare l'ingiustificabile dichiarano, senza peraltro dimostrarlo, che hanno licenziato una lavoratrice perché ben 3 anni fa si è aumentata lo stipendio. Ovviamente è tutto falso. Ma si dimenticano di dire che hanno già comunicato che, siccome l'altra dipendente non possono licenziarla dato che è in maternità, aspettano il suo rientro per licenziarla: quali motivi saranno portati questa volta? Che non doveva avere i capelli lunghi? Oppure che all'ENDAS chi fa figli viene buttato fuori? Ovviamente, l'ENDAS passa sopra al fatto che molti collaboratori sono stati mandati via, sostituiti da ingegneri".
"Lanciano accuse di scarso impegno a collaboratori che difficilmente sono in grado di dimostrare, visto che la rarissima presenza dei responsabili dell'ENDAS in palestra ha coinciso sempre con l'assenza degli stessi collaboratori e dipendenti che oggi vengono accusati ingiustamente di mille nefandezze. I dirigenti dell'ENDAS ignorano che tra i doveri di chi partecipava al bando c'era quello di verificare tutto, compresi gli stipendi dei lavoratori? E che se non l'hanno fatto, ciò significa che oltre che ignorare, sono anche incompetenti?" "Oppure sono furbi? Hanno risparmiato gli interessi dei mancati pagamenti dovuti al comune (cioè: soldi della collettività), hanno ritardato di due anni lavori che dovevano essere fatti da subito, hanno messo in cig al 50% lavoratrici, poi licenziate, dopo che per 14 anni hanno lavorato nella palestra senza mai nessun problema.
In tutto si tratta di decine di migliaia di euro della collettività che l'ENDAS si è tenuta gelosamente in tasca". Dialogo: "Infine, la ciliegina sulla torta: dichiarano che hanno fatto 8 incontri con il sindacato. Si dà il caso che il sindacato in questione sia lo scrivente e di incontri ne abbiamo fatti due nel 2011: il primo ci è servito per comunicare formalmente all'ENDAS la loro incapacità di gestire la palestra e che la soluzione ottimale per tutti (comune compreso) era il loro ritiro dalla gestione; il secondo incontro è stato per fare l'accordo per la cassa integrazione.
Da quel punto il silenzio è stato tombale, nonostante le nostre richieste di incontro avanzate formalmente il 24 febbraio e il 4 marzo 2012. Un sacco di bugie, di furberie, di raggiri, che costano alla collettività decine di migliaia di euro e che hanno determinato la perdita di troppi posti di lavoro tra dipendenti e collaboratori". "Per questo siamo stati presenti al consiglio comunale di lunedì 7 maggio, per capire cosa intende fare il Comune in questa difficile vertenza. Purtroppo, le parole dell'assessore non ci hanno tranquillizzato, visto che evidenziano la sostanziale inadempienza dell'ENDAS sotto tutti i profili, economico e occupazionale, ma senza che ne derivi conseguenza alcuna.
Anche i pagamenti che il Comune ha accettato di rateizzare, mostrano uno stato dei pagamenti con un debito di quasi 60.000 euro; e anche l'impegno che l'assessore ha profuso per la difesa dei posti di lavoro, non ha sortito alcunché, visto che l'unica dipendente non licenziata è tutelata dalla legge e non dall'azione del Comune". "Abbiamo invece apprezzato l'impegno dichiarato dall'assessore a continuare a seguire la situazione: per questo gli abbiamo chiesto un incontro per vedere di risolvere i molti problemi che si vivono nella palestra stadio.
SLC/CGIL continuerà la sua battaglia a difesa di una struttura pubblica che fino all'arrivo di questi personaggi ha dato tanto al quartiere, e difenderà i lavoratori contro gli attacchi incivili che subiscono da troppo tempo".