Prosegue il lavoro in progress dei quattro musicisti alle prese con strumenti provenienti dall’area classica e alla ricerca di nuove sonorità in un contesto scenografico semplice ed essenziale. Leggii/lastre di ferro/schermi, immagini/video, luci/ombre accompagnano musica, immagini, suono elettronico ed elettrico, elementi di teatro musicale. Spunti improvvisativi che variano le strutture originali dei brani scelti come copione dello spettacolo. Progetto impostato sulla spazializzazione del suono a cura di Roberto Nigro, scenografia di Tiziana Draghi, progetto luci a cura di Laura de Bernardis.
Visuals Alessandro Anichini e Giovanni De Stefano in collaborazione con Gianmarco D’Agostino. I musicisti ”.....fabbricano un disco intenso, dove più di una volta si respira l’ampiezza vuota, appunto, di una fabbrica svuotata della sua funzione di luogo di vita per diventare un luogo del nulla [....] Si tenta così attraverso la musica di rivalutare il significato e l’importanza del luogo deputato del ‘fare’, partendo dalla volontà di ri-costruire attraverso la ricerca di sonorità, e attraverso i propri strumenti di lavoro, qualcosa che possa tradurre la propria idea di libertà.
L’accostamento con il nulla poi sembra ardito, ma tutto quello che è attinente al vuoto, alla mancanza, contiene anche, per antitesi, il significato della realizzazione. [...]”