Ci sono storie uniche ed affascinanti di persone che, al di là della loro professione, età e patrimonio culturale, producono delle opere artistiche, di grandi dimensioni, costituite dai materiali più disparati, in genere di recupero o elementi naturali, come pietra, legno etc. Queste realizzazioni diventano, per la persona che le ha ideate, la loro ragione di vita e il fulcro delle loro esistenze. Un libro, "Costruttori di Babele", curato dall'antropologo Gabriele Mina, edito da Eleuthera, evidenzia e documenta con testimonianze e dettagli fotografici alcune di queste opere babeliche costruite e dislocate in vari luoghi della nostra Italia. In genere i produttori babelici, sono personaggi che vivono al di fuori di un contesto sociale prestabilito, nel senso che non corrispondono alle regole comunitarie e la comunità stessa non capisce l’attività di queste persone che dedicano talvolta anche decenni della loro vita a fare queste opere monumentali senza nessuna remunerazione economica e alcun merito. Un esempio per tutti: la casa volante di Annunzio Lagomarsini, in Liguria.
Grazie alla tenacia e sette anni di faticoso lavoro che il sogno di questo signore, abitante a Castelnuovo Magra, in provincia di La Spezia, si è avverato. Infatti utilizzando dei pulsanti la casa si alza fino a dieci metri di altezza, cammina su dei binari e può anche ruotare su se stessa a 360 gradi. La parte più interessante è costituita, nella terza parte dalle testimonianze rese direttamente dagli esecutori babelici, storie e percorsi di vita variegati in cui emerge secca e decisa la loro particolare personalità, estremizzata anche da eventi come separazioni, lutti e ricoveri psichiatrici che danno il via alla realizzazione di queste opere poderose, intessute spesso di una religiosità atavica e profonda unita ad una solitudine sociale cercata o subita. Il libro, è stato recentemente presentato alla libreria Brac di Firenze, in via dei Vagellai, 18r, all’interno di “Scripta” un programma di appuntamenti sull’editoria dedicata alla critica e all’analisi dei linguaggi artistici, proponendo titoli in prevalenza saggi, volumi tematici, importanti traduzioni di autori stranieri, raccolte di interviste e approfondimenti: una porzione di industria libraria meno in vista, rivolta più all’approfondimento che alla facile divulgazione. Cecilia Chiavistelli Gabriele Mina, si è occupato di rituali del tarantismo mediterraneo, della storia del corpo e della rappresentazione del diverso, dell’arte irregolare.
Ha pubblicato, fra gli altri saggi, Giovanni Marro – Francesco Toris, Ossessioni. Un antropologo e un artista nel manicomio di Collegno (Besa 2009) ed Elephant Man. L’eroe della diversità (Le Mani 2010). Il volume comprende i saggi di: Cristina Calicelli (esperta di arti irregolari, si è occupata in particolare degli atelier creativi presenti nelle strutture psichiatriche); Luisa Del Giudice(antropologa e studiosa del folklore presso la University of California, dirige l’Italian Oral History Institute di Los Angeles); Eva Di Stefano (docente di Storia dell’arte contemporanea presso l’Università di Palermo, dirige l’Osservatorio Outsider Art); Bruno Montpied(massimo esperto dei luoghi e delle espressioni “fuori norma” in Francia, ha approfondito i rapporti fra arte marginale e situazionismo); Daniela Rosi (coordina il centro Outsider Art per l’Accademia di Belle Arti di Verona); Bianca Tosatti (storica dell’arte, è fra i pionieri dello studio dell’arte irregolare, di cui è considerata a livello internazionale uno dei massimi esperti); Roberta Trapani (membro fondatore del Collettivo di riflessione attorno all’Art Brut, si occupa di spazi visionari contemporanei).