Lunedì 23 gennaio si conclude la rassegna "Mondovisioni", organizzata da Odeon Firenze in collaborazione con il Festival dei Popoli, con i film selezionati dalla rivista Internazionale su attualità, informazione e diritti umani. Alle 20.30, grande chiusura con quello che è forse il film più atteso della rassegna: "Page One: A Year Inside the New York Times" di Andrew Rossi. Il 2010 è stato l'anno nero dei giornali. Come ha affrontato la crisi uno dei maggiori quotidiani statunitensi? Per dodici mesi una telecamera ha ripreso il lavoro della redazione del New York Times.
E ha descritto cosa cambia nel sistema dell’informazione nel momento in cui molti giornali chiudono incalzati dalla diffusione di internet e dal calo delle inserzioni pubblicitarie. Alcuni giornalisti storici della testata riflettono sulle trasformazioni del loro lavoro, sulle sfide poste da Wikileaks, da Twitter e da nuovi strumenti come i tablet e sulla questione ancora aperta dell'informazione online a pagamento. Presentano il film Claudio Giua presidente designato di Fondazione Sistema Toscana; Maurizio Ricci, esperto di economia ed energia, editorialista di Repubblica e Alberto Flores d'Arcais, corrispondente da New York per lo stesso giornale. Nel pomeriggio in programma anche due titoli in replica:
Ore 16.00 - "Prosecutor", di Barry Stevens.Canada 2010, 92' Nel luglio 2008 la Corte penale internazionale emette un ordine di arresto contro il presidente sudanese Omar al Bashir per i crimini commessi in Darfur. A chiedere il mandato, il primo diretto a un capo di stato in carica, è Luis Moreno-Ocampo, procuratore capo della Corte. Considerato un eroe dai sopravvissuti, Ocampo è oggetto anche di numerose critiche: in molti lo accusano di faziosità, di eccessivo protagonismo e di poco rispetto per l'autonomia degli stati. Le sue scelte contribuiranno a determinare il futuro della Corte penale internazionale: diventerà uno strumento fondamentale per la giustizia oppure si rivelerà un'istituzione inutile? - Ore 18.00 - "You Don't Like the Truth - 4 Days inside Guantánamo", di Luc Côté e Patricio Henríquez.
Canada 2010, 99' Omar Khadr è un cittadino canadese. Nel luglio del 2002, a quindici anni, viene catturato in Afghanistan e trasferito prima nella base di Bagram e poi a Guantánamo con l'accusa di crimini di guerra. Qui, nel 2003, alcuni ispettori dei servizi segreti canadesi lo interrogano per quattro giorni. La videoregistrazione degli interrogatori, resa pubblica dalla corte suprema canadese, è la struttura portante di un documentario che offre una prospettiva mai vista prima sulla guerra al terrorismo.