Domenica 15 Gennaio (ore 16.00, ingresso libero) Odeon Firenze presenta un film che ha fatto la storia del cinema d'animazione italiano, Un burattino di nome Pinocchio, firmato da un fiorentino doc, Giuliano Cenci (presente in sala per salutare il pubblico), autore e disegnatore dei principali protagonisti dei nostri cartoons. Nel suo curriculum personaggi come Calimero, La Pimpa, Grisù e Lupo Alberto, solo per citarne alcuni. Ma per il Disney fiorentino, classe 1931, la strada non è stata tutta in discesa e sono state tante le difficoltà affrontate per diventare autore di cartoons, così come molto travagliata è stata la storia del suo film più bello, che domenica 15 verrà finalmente proposto al pubblico fiorentino, in versione restaurata. L'infanzia del regista è stata segnata dalla grande povertà e dalla guerra; l'età adulta da lavori pesanti come manovale per i lavori stradali.
Ma nonostante tutto Cenci è sempre andato avanti, ingegnandosi a capire come venivano realizzati i grandi film d'animazione che già negli anni '40 arrivavano dagli Usa, come Biancaneve e Fantasia, riuscendo a diplomarsi all'Accademia delle Belle Arti e, insieme a suo fratello Renzo e al padre Guido, a perfezionare la tecnica di creazione di film a cartoni animati. Un lavoro artigianale e artistico infaticabile, sempre portato avanti parallelamente ad altri mestieri, e che lo vede, alla soglia degli anni '60, affermarsi come disegnatore a fianco di colleghi illustri come Bozzetto, i fratelli Gavioli, Cavandoli, i fratelli Pagot, con i quali fonda a Milano l'ISCA (Istituto per lo Studio e la diffusione del cinema di Animazione). E' in quel periodo che Cenci matura l'idea del suo Pinocchio: un progetto ambizioso che necessitava di una grande produzione.
Grazie alla sua notorietà negli ambienti dei disegnatori e all'appoggio di amici influenti, la produzione fu trovata in un pool di 52 finanziatori, che arrivarono a mettere a disposizione del film 470 milioni: una cifra enorme per l'epoca. La lavorazione del film durò 5 anni, e coinvolse il lavoro di 50 persone tra disegnatori, pittori e tecnici, e fu interamente realizzato a Firenze. Ma alla grande passione artistica si contrappose una grande inesperienza commerciale. Goffredo Lombardo della Titanus, si offrì di acquistare il film per la distribuzione internazionale, ma le indecisioni di Cenci e i no dei vari produttori, fecero sfumare l'accordo.
Da qui il destino sfortunato del film, che ebbe una esigua distribuzione regionale, e i guai economici di Cenci, costretto perfino a vendere la propria abitazione per cercare di riparare i debiti contratti. Del film, proiettato una sola volta dalla RAI negli anni '90 e poi riposto in un anonimo archivio, si erano perfino perse le tracce. Nel 2011, finalmente il ritrovamento dei negativi del film, restaurati in edizione digitale full HD dal Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale con il contributo e la supervisione del regista Giuliano Cenci presso i laboratori Eurolab/Cinema Communications Services.