Fusti tossici, Rossi: “Intervenga subito il governo, è un caso nazionale”

Comunicazione della Bramerini sulla perdita di carico in mare

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 gennaio 2012 21:44
Fusti tossici, Rossi: “Intervenga subito il governo, è un caso nazionale”

FIRENZE– “Non vogliamo suscitare nessun allarme, ma il problema deve diventare una questione nazionale”. Così si è espresso il presidente Enrico Rossi nel corso del briefing con la stampa dedicato oggi al caso dei 198 fusti contenenti materiali pericolosi dispersi il 17 dicembre scorso nel mare della Gorgona dalla nave cargo Venezia della Grimaldi Lines e non ancora recuperati. Il presidente Rossi ha tenuto l’incontro con la stampa insieme al sindaco di Livorno Alessandro Cosimi, al presidente della Provincia di Livorno Giorgio Kutufà e agli assessori all’ambiente e alle sanità Anna Rita Bramerini e Daniela Scaramuccia.

“E’ fondamentale – ha ripreso il presidente – un rapido recupero dei contenitori, per evitare la fuoriuscita dei materiali. Benché debba registrare ritardi nella diffusione della notizie, le autorità competenti hanno fatto quello che si doveva fare, ma non si deve perdere altro tempo. Il governo si faccia carico in prima persona del caso, che è complesso e delicato, istituendo una commissione nazionale. Ieri ho parlato on il ministro dell’ambiente Corrado Clini, che ho trovato sensibile al problema, e oggi stesso è in corso una riunione tecnica.

Ho invitato il ministro a venire in Toscana e seguire personalmente il caso.” “I responsabili li conosciamo, bisogna stargli con il fiato sul collo. La Capitaneria ha fatto quello che doveva fare, la Magistratura ha aperto una inchiesta. Non ci devono essere rimpalli di responsabilità, lentezze, incertezze, lungaggini, non si deve badare a spese, bisogna che il governo metta in campo tutti i suoi poteri, la sua forza e le tecniche disponibili, che ci sono – ha proseguito il presidente Rossi – Noi non vogliamo che dopo il panettone di Natale passi anche l’uovo di Pasqua e ci si dimentichi tutto.

Con queste cose non c’è da scherzare. Gli incidenti possono capitare – ha concluso – ma il modo per superarli è assicurare la massima trasparenza, la massima attenzione e rapidità di intervento”. Secondo il sindaco Cosimi il vero problema è il tempo: “Tutto è stato fatto come dovuto – ha detto tra l’altro – ma abbiamo bisogno di un segnale ulteriore, perché il rischio aumenta se questi materiali restano tanto in mare. Il trasporto per mare è qualcosa in cui confidiamo per la tutela dell’ambiente, un fattore economico che deve essere compatibile con il rispetto dell’ambiente e della salute e guadagnarsi così la fiducia dei cittadini”.

Per il presidente Kutufà l’iniziativa del presidente Rossi è apprezzabile e tale da “rendere più sollecite le operazione di recupero”. “Si tratta di un evento eccezionale di cui stavolta è stato individuato il responsabile, che dunque avrà il compito di localizzare e rimuovere i fusti – ha precisato l’assessore Bramerini – I fusti dispersi contengono due tipi di catalizzatori a base di nichel e molibdeno uno e cobalto e molibdeno l’altro, sotto forma di granuli che non sono solubili in acqua e questo è importante”. “Siamo venuti a conoscenza di quanto accaduto il 30 dicembre e io ho partecipato personalmente all’incontro che si è tenuto quel giorno in Prefettura a Livorno – ha detto tra l’altro l’assessore Scaramuccia – Come Regione Toscana abbiamo dato disponibilità immediata per effettuare i campionamenti sull’acqua e sul pescato.

Ma la cosa più urgente adesso da fare è localizzare i fusti perché non sapere dove sia questo materiale limita la possibilità di intervenire”. Secondo gli assessori Bramerini e Scaramuccia i problemi che possono derivare dall’incidente sono legati ai rischi immediati di autocombustione, una volta che questo materiale venga esposto all’aria nel caso in cui arrivasse sugli arenili. Per quanto riguarda gli eventuali effetti sul pesce e dunque sulla catena alimentare, una contaminazione può avvenire solo da quei contenitori che eventualmente si fossero aperti durante la caduta in mare o al momento di un loro spiaggiamento su una scogliera.

Ma, viste le condizioni del mare, è verosimile che il materiale eventualmente fuoriuscito sia stato fortemente diluito, il che rende minimo il rischio di una contaminazione significativa dei pesci e quindi la contaminazione della catena alimentare appare remota. In ogni caso Arpat e Servizi veterinari della Regione hanno attivato un monitoraggio indiretto dell’ambiente e un campionamento mirato delle specie marine che più direttamente potrebbero manifestare tracce di una eventuale contaminazione da metalli pesanti. Il 17 dicembre è stato un giorno difficile per la Toscana.

Dopo l’emergenza neve di due anni fa, nell’anno appena trascorso le strade hanno lasciato il passo al mare: nelle prime ore del mattino la motonave Eurocargo Venezia ha perso due semirimorchi trasportati in coperta, contenenti fusti di catalizzatori esausti, utilizzati per la desolforazione del petrolio. La perdita del carico, avvenuta nel tratto di mare della Gorgona, è localizzata in un intervallo di tempo di circa tre ore e su un percorso compiuto dalla nave di circa venti miglia. L’assessore regionale Anna Rita Bramerini ha svolto oggi in aula una comunicazione, ripercorrendo quanto accaduto e facendo il punto sulla tutela del mare, sulla sicurezza del traffico e sulla natura dei rischi per l’ambiente e la salute. La ricostruzione più completa dei fatti è quella rilasciata dalla Capitaneria di Porto di Livorno il 4 gennaio 2012, ha precisato l’assessore.

Questa ha inviato comunicazione scritta nel tardo pomeriggio del 27 dicembre ad Arpat e Asl 6, che hanno interessato – il 29 dicembre – la Regione Toscana. I contatti successivi, con tutte le autorità e gli enti coinvolti, hanno portato ad una riunione di coordinamento presso la prefettura di Livorno, il 30 pomeriggio, dove hanno partecipato l’assessore Scaramuccia, il dirigente regionale competente per gli aspetti sanitari, i dirigenti tecnici di Arpat, dell’azienda Usl 6 di Livorno e dell’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana.

Da qui l’impegno della Regione per avere le maggiori informazioni sui rischi e sulle conseguenze, nonché sulle iniziative da assumere per una ulteriore tutela dell’ambiente e della salute. A tal fine, l’assessore Bramerini ha inviato, il 5 gennaio, una nota al Ministro dell’Ambiente e al direttore generale competente del medesimo Ministero. La quantità di prodotti caduti in mare si aggira sulle 30-35 tonnellate di catalizzatori e le sostanze pericolose sono essenzialmente metalli pesanti, che rappresentano circa il 10 per cento della massa totale.

Tale materiale si presenta sotto forma di granuli allungati di piccole dimensioni ed una volta disperso in acqua si deposita sul fondo. Solo una piccola parte di queste sostanze è solubile in acqua. Due sono i possibili rischi sanitari: l’autocombustione per esposizione all’aria del materiale asciutto che arrivasse sugli arenili – e per queste sono state diramate comunicazione di non entrare in contatto con il materiale spiaggiato; gli effetti sul pesce e la contaminazione della catena alimentare, la cui valutazione analitica dei rischi appare complessa, essendo legata alla eventuale apertura dei sacchi o alla permanenza a lungo dei carichi in mare.

“Il rischio contaminazione della catena alimentare appare remoto – ha sottolineato Bramerini – ma impossibile da escludere”. Mentre sono state attivate forme di monitoraggio continuo sull’ambiente e controlli aggiuntivi sugli alimenti (con campionamenti delle specie marine, analisi dei sedimenti e dei metalli contenuti, prelievi supplementari rispetto ai controlli ordinari di pescato), il Presidente e la Giunta regionale – esprimendo estrema preoccupazione per quanto accaduto e soprattutto per i possibili sviluppi che potrebbero coinvolgere il nostro ambiente, la salute della popolazione e l’economia del territorio – hanno chiesto l’istituzione di una commissione politica nazionale di coordinamento, per monitorare lo sviluppo della vicenda.

Di questa commissione farà parte anche la Regione, insieme a tutti gli altri enti interessati, e farà da raccordo tra gli operatori e i cittadini. Imperativo categorico è procedere al più presto al recupero del materiale disperso, che potrebbe causare contaminazione delle acque e degli organismi viventi. Quanto avvenuto il 17 dicembre scorso nel tratto di mare della Gorgona aveva portato i consiglieri Monica Sgherri e Pieraldo Ciucchi a presentare due interrogazioni, che sono state ricomprese dalla comunicazione dell’assessore Anna Rita Bramerini.

“Quanto accaduto è molto grave, la cosa peggiore è che non è la prima volta - ha affermato la consigliera regionale Monica Sgherri (Fds-Verdi)- la fascia di mare interessata è particolarmente sensibile, sia per la presenza del parco marino sia per il Santuario dei cetacei. Non possiamo permetterci - ha continuato la consigliera - di aspettare un aggravamento della situazione”. Secondo Sgherri ci sono ancora due problemi da risolvere: il sistema dei controlli in mare e la rimozione del carico; da qui la non soddisfazione espressa per la mancata risposta dell’armatore a procedere alla rimozione. Dello stesso parere il consigliere Pieraldo Ciucchi (Gruppo misto), secondo il quale “il sistema dei controlli e il monitoraggio devono assolutamente essere rivisti: le condizioni del mare non consentivano infatti la navigazione di una nave con carico pericoloso”.

Alla Giunta il compito di trovare al più presto un accordo con l’armatore della nave “per la tutela del nostro mare, l’immagine della Toscana e per la salute dei cittadini”. Marco Taradash (Pdl), augurandosi interventi puntuali da parte di chi ha responsabilità affinché tali situazioni non si verifichino più in futuro, ha ricordato che dal 17 dicembre 2011 ad oggi le notizie sull’accaduto sono state poche e poco chiare; da qui il generato clima di paura e incertezza dei cittadini.

“Le garanzie e le condizioni di sicurezza devono essere assolutamente migliorate”, ha concluso il consigliere.

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