Oggi il consiglio comunale ha votato la delibera per la modifica del progetto unitario "Parco della Musica". Questo l'intervento di presentazione dell'atto da parte dell'assessore alle Politiche del territorio Elisabetta Meucci: "Sotto un profilo strettamente tecnico, questa delibera è semplice: perchè dispone, ai sensi dell'art.52 delle NTA, modifiche ed integrazioni al progetto unitario denominato “Parco della Musica e della Cultura di Firenze” già approvato dal Consiglio comunale nel 2008.
E precisamente, la variante architettonica al progetto generale per definizione del primo stralcio funzionale dell'opera, e il progetto di sistemazione esterna dei resedi con la definizione degli accessi e la relativa messa in sicurezza, prendendo in tal modo atto delle prescrizioni emerse in sede di Conferenza dei servizi tenuta in data 3.10.2011. Ma se l'atto amministrativo in se è quasi di routine a nessuno, specialmente in questa sala, puo o deve sfuggirne l'importanza, il grande significato anche simbolico rispetto alla comunità.
Perchè questa è un'opera che deve essere valutata ed il suo valore apprezzato nei suoi molteplici aspetti e per le molteplici risposte che è chiamata a dare alla città. In primo luogo l'aspetto urbanistico: perchè l'intervento interessa un'area finora marginale e per destinazione da tempo immemorabile chiusa alla città, lungo la linea di faglia che separa la Firenze verde da quella di pietra e che gioca un delicato ruolo di integrazione tra le diverse parti della città. E per questo il progetto, pensato e realizzato in funzione dell'aumento della dotazione di spazio pubblico, opera una riconnessione prima inesistente con il parco delle Cascine, tramite la realizzazione di una vasta rete di aree aperte e percorribili pedonalmente che, a varie quote tra loro raccordate, mette a sistema le nuove volumetrie dei due auditorium e della cavea all'aperto.
E questo in modo da definire un luogo di grande valore urbano e paesaggistico che si raccorda, anche sul piano visivo, con l'immediato contesto costruito e con l'intera città. In secondo luogo, l'aspetto architettonico: con un progetto ispirato alla massima chiarezza, un progetto che si presenta imponente ma stemperato dall'esistenza di una fitta rete di percorsi interni ed esterni, terrazze, rampe e spazi chiusi dimensionati a misura d'uomo. Un progetto infine disegnato per assicurare le migliori dotazioni di un polo musicale di primaria importanza.
E poi, non certo secondario, l'aspetto culturale. Che vuol dire la realizzazione di un nuovo teatro lirico-sinfonico da 1800 posti dotato degli apparati scenotecnici più innovativi e la dotazione di altri 1000 di un moderno auditorium, che costituiscono per Firenze la premessa indispensabile per appartenere al circuito musicale internazionale della musica colta e per consentire, gia a partire dal 2013, un incremento fino al 40% della produzione verso il pubblico (adulti e bambini) di opere, balletti, concerti e intersezioni con generi diversi,confermando e valorizzando le eccellenze e la qualità artistica che hanno reso celebre il Maggio Musicale Fiorentino.
In sintesi e in sostanza, dunque, una grande opera pubblica in un'epoca come la nostra, in cui termine pubblico spesso assume una valenza deteriore, realizzata con una rapidita riconosciuta eccezionale anche oltre i nostri confini. Un'opera pubblica che ha visto il forte impegno e la grande responsabilità di tutte le istituzioni coinvolte:del Commissario per il qualificato apporto professionale ed il costante coordinamento; della Regione, non solo per il contributo economico ma anche per la disponibilita agli accordi connessi alla proprietà dell'opera.
Ma, soprattutto, lasciatemelo dire, voglio ricordare il ruolo decisivo del Comune, che ha accettato la sfida di sostituirsi nel giro di poche ore all'unita tecnica di missione all'inizio di marzo 2010, assumendo la responsabilità del procedimento e della direzione dei lavori, e coinvolgendo nel progetto le proprie migliori professionalità, senza le quali il risultato dell'inaugurazione del 21 dicembre non avrebbe mai potuto essere raggiunto. Una grande opera pubblica, ma anche aperta al pubblico, a tutti e non solo a quello dentro le sale; un' opera concepita per essere un luogo accessibile, aperto e visitabile anche senza spettacoli in programma, anche di giorno, con bookshop e caffetterie sempre aperti.
Un spazio estremamente facile da fruire, un punto di riferimento per fiorentini e turisti, aperto alla musica classica, al pop, alla prosa, al cinema, ai congressi, ai convegni, alle conferenze, ai laboratori per bambini, per 12 mesi all'anno. Un'opera dunque in definitiva realizzata anche con l'intento di liberare la cultura dal rischio sempre presente dell'insularità, rimettendola nella varieta delle sue forme a disposizione della città. E la città ne deve andare orgogliosa". Sull'Auditorium sono intervenuti anche i consiglieri De Zordo e Grassi: "Costi moltiplicati, gara in ambito 'cricca': voto negativo in Consiglio sul Progetto unitario.
Abbiamo espresso voto negativo alla Delibera sul Progetto unitario del Parco della musica Auditorium che è l'emblema di come sia trattata oggi in Italia la cultura. Questo il quadro: si taglia il FUS (Fondo Unico per lo Spettacolo); i teatri - di prosa o lirici - sopravvivono a stento tra mille difficoltà; musicisti e teatranti di varie specializzazioni sono costretti a andare all'estero per veder riconsociuta la loro professionalità e gli stessi lavoratori del Maggio non hanno sicurezza per il loro futuro; l'Italia spicca per essere il fanalino di coda in Europa per investimenti sulla cultura.
Eppure, nella corsia preferenziale dei festeggiamenti dei 150 anni dell'Unità d'Italia, si trovano centinaia di milioni di euro, tutti fondi pubblici, per la costruzione di opere costosissime come appunto il nuovo Teatro di Firenze: 256 milioni di euro di cui peraltro mancano ancora 80 milioni. Grandi giri di affari con al centro la cricca, costi superlievitati, la Magistratura che apre indagini, oltre alla Procura che nel maggio 2011 richiede copia della delibera di Consiglio comunale della variante urbanistica del 2008 e ora il Comune di Firenze che si deve ingegnare a trovare quei 35 milioni che non ha incassato dalla mancata vendita del Teatro Comunale oltre ai 16,8 milioni per il terreno, qualora il Comune decida di non rilasciare gratuitamente le varianti urbanistiche delle aree ferroviarie.
Aumenterà così l'iindebitamento del Comune con le banche, che già grava sul nostro bilancio per più di metà dell'intero bilancio. Ma il discorso è più generale: in una fase in cui l'Italia ha un debito pubblico da vertigine, era proprio una priorità aprire questo nuovo cantiere? Era questo il modo migliore di spendere denaro pubblico? Questa la modalità di valorizzare la musica e la cultura? L' interesse di pochi ha chiaramente sovrastato gli interessi di molti. Certo il risultato può anche essere di altissima qualità, ma il punto economico resta.
Qualcuno poi si farà bello di questa operazione e riscuoterà un premio in immagine, al di là di quanto la cultura abbia davvero da guadagnare da operazioni che molto hanno a che fare con l'edilizie e con gli appalti pubblici".