Appuntamento importante quest'anno per il SERRAVALLE JAZZ che taglia il traguardo della decima edizione il 28, 29 e 30 agosto alla Rocca di Castruccio a Serravalle Pistoiese. Il festival è organizzato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia in collaborazione con il Comune di Serravalle Pistoiese, e ha la direzione artistica di Maurizio Tuci. Dieci anni non sono molti, ma costituiscono comunque un'occasione per fare bilanci su quanto è stato fatto finora e sulle direzioni in cui proseguire.
Dieci anni anche da festeggiare. E quale modo migliore di farlo se non condividendo il momento con quanti tra gli artisti hanno accompagnato la crescita del festival permettendogli di diventare ciò che è, ossia una delle realtà più consolidate e vitali della scena toscana del jazz? É sull'onda di questo sentimento che si è sviluppato il programma, sotto il titolo di RIMPATRIATE, parola densa di affetto, che designa il ritrovarsi, in modo conviviale, schietto, fuori da inutili formalismi, spirito che è un connotato del festival.
Ritornano così a animare il palco della Rocca di Castruccio molti degli artisti che vi sono saliti nelle nove edizioni precedenti: Fabrizio Bosso, Gabriele Mirabassi, Barbara Casini, Renato Sellani, Mauro Grossi, Riccardo Tesi & Banditaliana, e l'immacabile Barga Jazz Big Band con Bruno Tommaso, oltre ad alcuni nuovi ospiti Marcio Rangel, Dimitri Grechi Espinosa, Tito Mangialajo Rantzer, Daniele Biagini e The Last Standing. È sufficiente leggere questi nomi e pensare ai tre giorni del festival per concludere che anche quest'anno, come di consueto, il programma è denso, con doppi e tripli concerti ogni sera a partire dalle 21.15, preceduti dai seminari pomeridiani alle 18.
Se il pensiero va agli artisti amici, con “Rimpatriate” che ingloba la parola “patria”, il festival vuole anche portare la propria lettura jazz del 150 ° anniversario dell'Unità d'Italia, che diventa una sorta di file rouge tematico, fonte di ispirazione e riferente per molti dei concerti. Così se la Barga Jazz Big Band, che ospita la cantante fiorentina Barbara Casini, proporrà un repertorio incentrato su brani italiani dello swing dagli anni '40 ai '70, Renato Sellani con “Dediche agli amici” rivisiterà “classici” di cantautori pop come Bindi e Lauzi.
Banditaliana, un nome un programma, che ha nel suo repertorio evergreen un brano come “Anita”, ospiterà Gabriele Mirabassi che duetterà con il gruppo portando il suo personale sound jazzistico. Un tuffo nelle sonorità brasiliane (come dimenticare che la prima città in cui Garibaldi Eroe dei due Mondi visse dall'altra parte dell'Atlantico fu Rio de Janeiro?) viene proposto dal talentuoso trombettista Fabrizio Bosso col il giovane esponente della bossa nova Marcio Rangel. Vero evento si preannuncia però il concerto finale del festival “Chet è vivo” del Mauro Grossi 4Tune Quartet.
Chet sta per Chet Baker, autentica icona, alla pari di Elvis e Marilyn. Il concerto è un'esclusiva assoluta: si tratta infatti dell'esecuzione di alcune partiture inedite, riemerse negli ultimi anni in circostanze molto particolari, che il trombettista americano compose durante il periodo di detenzione nel carcere di Lucca nel 1961. Il pianista livornese Mauro Grossi ha avuto la fortuna straordinaria di entrarvi in contatto. Le ha ricostruite e rielaborate e le propone al festival in un nuovo arrangiamento per una formazione a quattro.
Le aperture delle tre serate sono affidate a Daniele Biagini, pianista pistoiese, allievo di Stefano Zenni, che propone un concerto omaggio a Bud Powell, a The Last Standing, in concerto con un repertorio tra il R&B e lo Swing, e al sax di Dimitri Grechi Espinoza, costola della Barga Jazz Big Band, in duo con il contrabbassista Tito Mangialajo Rantzer. Alla figura di Chet è dedicata anche la monografia in cinque film della rassegna “Aspettando Serravalle Jazz” alla Biblioteca San Giorgio a Pistoia che terminerà il 22 agosto.
Corredano i concerti gli appuntamenti pomeridiani, alle 18 con i seminari all'Oratorio della Vergine Assunta, scuole informali per la divulgazione storica del jazz. Il festival si apre domenica 28 agosto, alle 18 all'Oratorio della Vergine Assunta con il seminario ““Il mondo di Bud” tenuto dal pianista pistoiese Daniele Biagini, allievo di Luca Flores e Stefano Zenni, che proporrà una lettura suggestiva del jazzista afroamericano Bud Powell inquadrandolo tra i compositori contemporanei in senso stretto, valorizzando le analogie delle sue composizioni con le tendenze compositive dei musicisti d'avanguardia europei dell'epoca.
L'esplorazione della musica di Powell proseguirà con il concerto in piano solo con cui lo stesso Biagini inaugurerà il palco della Rocca di Castruccio. Eseguirà alcune "miniature", piccole ma significative composizioni, tra cui “Glass Enclosure” e “Tempus Fugit”, che in alcuni casi non prevedono l'intervento di improvvisazione dello strumentista e che abbracciano stili e modalità compositive propri di altri generi musicali del '900. La serata proseguirà con la Barga Jazz Big Band che presenterà, guidata dalla bacchetta risoluta di Bruno Tommaso, il concerto dal titolo “The italian song book” dove eseguiranno i lavori presentati per l'edizione 2011 di BargaJazz, dedicato alla canzone italiana in jazz.
Guest della Band sarà Barbara Casini che presenterà invece, accompagnata dalla ritmica e dai solisti dell'orchestra, una selezione di canzoni italiane e brasiliane rivisitate in chiave jazzistica. Il Brasile di Barbara Casini ci immette già nelle sonorità della seconda serata, lunedì 29 agosto, che ha in parte colori italiani-carioca, a partire dal seminario delle ore 18 intitolato “Un mancino alla corte della bossanova” tenuto dal chitarrista brasiliano Marcio Rangel, che introdurrà all'approccio “tecnica mancina” e ai ritmi afrobrasiliani e ai suoi stili, tra i quali samba, bossa nova, xaxado, baiao, xote e altri sconosciuti.
Alle ore 21 alla Rocca di Castruccio, l'apertura è affidata al gruppo The Last Standing, otto elementi tra musicisti e vocalist, che spaziano tra jazz, blues, gospel e country in un viaggio a ritroso nelle tradizioni dell’America del profondo sud, dove la musica si intreccia e miscela, creando quel suono irripetibile che ha affascinato generazioni di musicisti. Il concerto a seguire porta sul palco la tromba del fuoriclasse Fabrizio Bosso in duo con la chitarra di Marcio Rangel, musicista e compositore innovatore, che propone un Brasile in continua evoluzione.
Il loro incontro è avvenuto nel 2008 ed unisce due mondi sonori diversi, in un concerto di composizioni originali del chitarrista, e classici della Bossanova con incursioni nel blues e flamenco. L'interplay tra i due musicisti è perfetto. Chiuderanno la serata Riccardo Tesi & Banditaliana con Gabriele Mirabassi come guest. La band pistoiese e il clarinettista si sono già incontrati altre volte e il loro concerto unirà jazz e etnica con brani del repertorio storico e più nuovo di Banditaliana e composizioni di Mirabassi.
Il 30 agosto, serata conclusiva del festival, alle 18 il seminario “Gli inediti di Chet Baker” tenuto da Mauro Grossi, dal pianista e compositore livornese, ci introduce al miracoloso ritrovamento di partiture del trombettista e cantante statunitense scomparso nel 1988, riemerse alcuni anni fa dopo cinquanta anni di chiusura nei cassetti, fogli impalpabili composti durante il periodo di detenzione nel carcere di Lucca tra il 1960 e 1961. Queste partiture sono arrivate, come un dono inatteso e sorprendente, nelle mani di Grossi, che ne ha curato una particolare edizione.
L'apertura della serata di concerti è affidata al duo affiatato di Dimitri Grechi Espinoza, sassofonista e compositore, più volte segnalato dalla rivista Musica Jazz, e il contrabbassista Tito Mangialajo Rantzer, anch'egli segnalato dalla rivista tra i migliori talenti. A dimostrazione della particolare sintonia, i due musicisti titolano il loro concerto “suonare in duo è quasi come suonare in solo”. Il suono è il loro centro di ricerca fondamentale. Il lavoro che ci presentano, approda in autunno nel cd "When we forgot the Melody".
Il secondo concerto della serata vede un graditissimo ritorno, una rimpatriata che non poteva mancare: Renato Sellani, più volte presente al festival. Pianista per il quale è ridondante spendere troppe parole, data la sua lunga e importante carriera, costellata di prestigiose collaborazioni internazionali. Per il decimo compleanno, abbraccia il tema del festival e crea lo speciale concerto “Dediche agli amici”, dove ricorda alcuni dei suoi amici della storia della musica italiana pop: cantautori da Lauzi a Bindi, solo per citarne alcuni.
Dulcis in fundo: e il dulcis è Chet Baker, nella versione inedita delle partiture ritrovate, nel concerto “Chet è vivo” del Mauro Grossi 4Tune Quartet – Grossi al pianoforte, Alberto Mandarini alla tromba, Stefano Dall’Ora al contrabbasso e Marco Castiglioni alla batteria-, un quartetto nuovo di zecca, formazione di alto livello, in cui "evoluzione" è la parola chiave. Saranno loro a farci scoprire e immergere per la prima volta in un altro dei tanti mondi di Chet, vivo più che mai.
Ingresso libero a tutti gli eventi.