Firenze, 7 maggio 2007- Ancora morti sospette nella sanita' del nostro paese, e ancora con le stesse caratteristiche. Una nuova inchiesta e' in corso a Siena dove il malfunzionamento del macchianrio della stessa ditta di Castellaneta potrebbe essere alla base di un decesso nella struttura "Le Scotte".
Da un mese Forza Italia ha presentato in Consiglio Regionale un’interrogazione urgente della vicepresidente della Commissione sanità Annamaria Celesti e di Angelo Pollina, presidente della Commissione Europa, su questa tragedia ancora avvolta nel mistero, senza però avere un qualsivoglia cenno di risposta.
L’assessore, evidentemente in difficoltà, ha scelto – dice la stessa Annamaria Celesti – la linea più comoda: quella di un ingiustificato ed ostinato silenzio. Solo adesso, che in una qualche misura la morte del paziente delle Scotte è stata associata per le troppe analogie alla tragedia delle otto morti all’ospedale di Castellaneta in Puglia, Rossi esce allo scoperto. Ma non già per fornire una qualsivoglia spiegazione, bensì per adombrarsi per la decisione del Ministro Livia Turco di inviare i carabinieri del Nas a indagare in tutte le strutture dove ha operato l’impresa che ha curato gli impianti di erogazione dei gas medicali.
Quasi che il solo sospetto configurasse nei riguardi di Rossi e della sanità toscana un delitto di “lesa maestà” o, peggio, rischiasse di sollevare veli che si preferirebbe tenere abbassati. L’inchiesta e le indagini – sottolinea ancora la Celesti – avranno il loro corso per quanto riguarda la morte del paziente delle Scotte, sugli altri episodi “strani” che avrebbero avuto per teatro la stessa e nuovissima sala operatoria, sulle denunce di anormalità fatte da un medico, poi sottoposto a minacce e atti intimidatori.
Per quanto invece compete alla politica e alle istituzioni rilanciamo con maggiore forza e urgenza la nostra interrogazione a Rossi, volta a verificare se l’iter degli atti procedurali–amministrativi e le verifiche di questi, compiti dell’ASL locale, siano stati rispettati sia al momento dell’apertura della sala operatoria in questione, sia, soprattutto, al momento delle segnalazioni di alcuni operatori del possibile guasto dei macchinari per l’erogazione del gas, fino a giungere alla chiusura della sala stessa.
I cittadini hanno bisogno di risposte certe e motivate. Un “sano” allarmismo e un continuo controllo – conclude la Celesti – possono aiutare il sistema a essere più efficiente. Il silenzio, al contrario, genera solo sospetti di tornaconto, magari politico, e di coprire magagne e carenze”.