GUARDIANS OF GRAXIA La Petroglyph è una software house che ha le mani in pasta anche in altri ambienti ludici, infatti questo videogioco altro non è se non la trasposizione elettronica di un gioco di società in scatola con lo stesso nome, edito proprio da Petroglyph. L'ambientazione è fantasy classica, con eroi di fattura medievale che devono sconfiggere mostri di ogni tipo grazie all'aiuto di potenti armi, incantesimi e alleati magici; il gioco invece consiste in uno strategico a turni (per rimanere più fedele possibile al gioco in scatola, quindi) che mescola l'avanzata dei rispettivi guerrieri sul campo di battaglia alle meccaniche di giochi di carte strategici sulla falsa riga del rinomato Magic: The Gathering. Capite quindi che di carne sul fuoco ce n'è diversa: da una parte si deve prendere dimestichezza con le meccaniche del movimento delle “pedine” sul “tabellone”, con i punti azione, con la strategia di avanzata e con le battaglie; dall'altra si deve imparare a conoscere le carte, i loro effetti, il modo in cui si acquisisce mana e i momenti in cui si possono o meno effettivamente utilizzare per avere la meglio sull'avversario. Non facilissimo e soprattutto di certo non immediato: la curva di apprendimento di questo gioco è quasi una verticale.
A questo si aggiunge una certa malvagità degli sviluppatori, che forniscono al nuovo giocatore solo un tutorial piuttosto breve e superficiale, e poi subito lo dà in pasto ad avversari fortissimi e cattivissimi controllati dalla CPU. Per farvi un esempio, ho dovuto ricominciare da capo tre volte la prima mappa prima di trovare una strategia vincente. Ecco, la strategia, appunto: quanto incide nel gioco? Ahimé, questo è proprio il suo più grosso punto debole, poiché la fortuna batte ampiamente l'abilità quanto a importanza. Se conoscete – anche poco – Magic, saprete quanto pescare una buona mano sia spesso più determinante che costruire un mazzo con tutti i crismi e giocare le carte con precisione strategica...
Beh, non è nulla rispetto a Guardians of Graxia. La “mano” del giocatore consiste di 10 carte (contro le 7 standard di Magic): alcune sono creature evocabili, altre sono magie utilizzabili solo durante il turno principale (chiamato “Command Phase”), altre solo durante il combattimento (non è possibile fare nulla, invece, durante il turno del nemico). Inoltre, ogni carta ha un secondo valore, chiamato “di sacrificio”... In pratica, durante il combattimento, dopo aver utilizzato gli effetti magici che si vuole per potenziare il proprio guerriero, è possibile giocare una seconda carta, coperta, per il suo valore di sacrificio.
Quel valore si può giocare sia come potenziamento all'attacco del proprio guerriero, che come depotenziamento per l'attacco del guerriero nemico. Insomma: è inutile che voi vi mettiate dieci minuti, calcolatrice alla mano, a calcolare la strategia migliore per far fuori l'avversario con meno perdite possibile, se tanto poi quando andate ad attaccarlo, lui gioca una carta con un valore di sacrificio così alto da ribaltare completamente l'esito della battaglia. Insomma, c'è davvero tanta roba da gestire: spostamento delle truppe e utilizzo delle loro personali abilità, difesa, evocazione di nuove creature, gestione del mana per curare o potenziare le creature reduci da battaglie ma senza finirlo tutto per rimanere scoperti in difesa, acquisto di nuove carte (e la valuta, guarda un po', è ancora il mana!), utilizzo di magie per prevalere nel combattimento, sacrificio di altre per arginare la componente “fortuna” dell'avversario. Non nego che il gioco possa diventare molto dinamico e divertente, una volta che ci si è presa la mano, ma se si considera che anche l'impatto estetico (visivo e auditivo) non è poi questo granché, sinceramente la voglia di perdere (tanto) tempo per imparare a giocare passa abbastanza velocemente. Punti di forza: feeling fedele al gioco da tavolo; ricca ambientazione fantasy. Punti deboli: curva di apprendimento esageratamente brusca; difficoltà elevata; comparto estetico mediocre per un gioco del 2010; meccaniche basate troppo sulla fortuna a scapito della strategia. Requisiti: Si capisce anche dai requisiti come Guardians of Graxia “nasca vecchio”...
Si accontenta di un processore a 2Ghz, 1Gb di RAM (addirittura come minima ne consigliano 512Mb...) e 600Mb di spazio su HD. Se non altro potrete farlo girare ovunque! Zen Bound 2 Curioso adattamento digitale di un classico “puzzle” orientale, Zen Bound 2 vi mette al controllo di un oggetto di legno intagliato munito di chiodini, su cui dovrete far passare più volte possibile una corda, senza che scivoli e sgusci via sulla superficie dell'oggetto. Più porzione di oggetto coprite, più punti fate.
Guadagnate più punti completando obiettivi bonus che variano da oggetto a oggetto. Ed è tutto qui, sostanzialmente. Si sale lungo un albero affrontando oggetti sempre più complessi, senza una finalità specifica. È un gioco per rilassarsi e alleggerire un po' la mente dai pensieri... Zen, appunto, da avviare tra una sessione e l'altra di giochi più impegnativi. Requisiti Processore da 1,6ghz, mezzo Gb di RAM, 250Mb di spazio fisico. Francesco Stefanacci