Firenze - Saranno “Le Fate” di Paolo Poli a chiudere prima la stagione del Teatro Era di Pontedera (giovedì 14 aprile alle ore 21) e poi quelle del Teatro Aurora di Scandicci (venerdì 15 aprile alle ore 21.15) e del Teatro Comunale di Castiglion Fiorentino (sabato 16 aprile alle ore 21.15). Si tratta di uno spettacolo in due tempi dello stesso Poli liberamente tratto da Bandello, Beaumont, Brunhoff e Perrault, un lavoro in cui le fate sono protagoniste di favole che divertono i bambini e affascinano gli adulti; favole le cui vicende sono spesso metafora della realtà che ci circonda, specchio delle paure e delle speranze, degli odi e degli affetti degli uomini di ogni epoca.
“Forse non tutti sanno che Collodi, dieci anni prima di scrivere Pinocchio, il suo capolavoro e probabilmente il libro italiano più famoso nel mondo, raccolse e tradusse in un volume, "I racconti delle fate", le fiabe di Perrault e di M.me le Prinoc Beaumont, riuscendo (grazie alle leggerissime varianti sia di vocaboli, sia di andatura di periodo, sia di modi di dire) a trasferire la corte del re Sole, con il suo seguito luminoso, in una Toscana insieme granducale ed umile – afferma Paolo Poli .
Queste favole, che formano il tesoro della tradizione popolare, mostrano intrecci analoghi ai racconti di Straparola e Basile. Esse hanno avuto fortuna in ogni tempo, passando dalla tradizione orale alla letteratura scritta e da questa sfociando nella letteratura teatrale, fornendo così fonte di ispirazione a musicisti illustri come Ravel e Prokof'ev. Anche la vicenda di Giulietta e Romeo, una delle perle shakespeariane, è desunta dalla novellistica nostrana, da Bandello appunto, in cui le note tragiche di stemperano nell'incanto fiabesco dell'immortale destino amoroso.
Infine grazie all'incantevole musica di Poulenc sono divenute immortali anche le avventure dell'elefantino Babar, gioia dei bambini francesi e delizia dei grandi di tutto il mondo, in un secolo come il novecento che. In scena con Poli gli attori Laura Bravi, Fabrizio Casagrande, Marta Capacioli e Lucrezia Palandri; scene e costumi sono di Emanuele Luzzati, coreografia e aiuto regia Alfonso De Filippis, regia di Paolo Poli per Produzioni Teatrali Paolo Poli.