"La BTP è la più grande azienda edile della toscana, nella top ten nazionale delle costruzioni: circa 1000 dipendenti fra operai e impiegati, 700 nel settore alberghiero, un indotto edile che coinvolge almeno 3000 lavoratori, qualche centinaio tra aziende artigiane e piccole-medie aziende di vari settori dagli installatori agli studi di progettazione, diffusi sul territorio regionale sta chiudendo i battenti. Un altro pezzo dell’economia toscana che se ne va". Questa la dichiarazione del segretario regionale della Feneal-Uil, Ernesto D'Anna, sulla situazione che sta mettendo a rischio la Baldassini-Tognozzi-Pontello, una delle aziende edili più importanti della Toscana.
"Il commissario giudiziale della BTP - aggiunge D'Anna - è alla ricerca dì acquirenti anche attraverso lo spezzettamento in diversi rami d’azienda, quello infrastrutturale, quello dei cantieri privati e quello alberghiero. E circolano insistentemente manifestazioni d’interesse da parte di aziende nazionali per l’acquisizione del ramo infrastrutturale. Pur augurandoci che queste trattative si concretizzino al più presto, le consideriamo assolutamente insufficienti: si salverebbero sì alcune centinaia posti dì lavoro, ma questo significherebbe il trasferimento altrove delle capacità organizzative e manageriali, la dispersione del patrimonio dì competenze e di professionalità, insomma un'ulteriore perdita di produttività e competitività della Toscana". Secondo il segretario della Feneal-Uil "nel settore edile ed imprenditoriale locale ci potrebbero essere potenzialità che, se opportunamente supportate dalla politica locale e dal suo braccio finanziario, salvaguarderebbero, almeno parzialmente, la territorialità di questo grande gruppo imprenditoriale". D'Anna traccia anche una sorta di "cammino" della crisi della BTP, che, spiega, "si inquadra in una situazione di grave difficoltà del settore delle costruzioni in Toscana, dove negli ultimi due anni la forza lavoro è diminuita drammaticamente (si parla di migliaia di posti di lavoro)".
"I fattori - aggiunge - sono molteplici: dai mancati investimenti in infrastrutture da parte del governo nazionale, ai ritardi delle amministrazioni locali nel dotarsi di strumenti urbanistici di riordino e sviluppo del territorio, dall'assenza di linee guida da parte dell’amministrazione regionale ma anche dalla scomparsa, per effetto di acquisizioni, di un sistema bancario legato al territorio da cui raccoglie i risparmi per investirli altrove. L'effetto è il repentino consumarsi, nel più assoluto silenzio da parte della classe dirigente, sia essa politica che imprenditoriale, la capacità competitiva dell'intera comunità toscana".