Dal 15 novembre prossimo per l’immagine di Firenze comincerà una piccola grande rivoluzione, frutto di un esperimento lanciato per la prima volta a livello internazionale: cambieranno volto tutti gli oltre 300 dehor del centro storico, gli spazi esterni di bar, locali e ristoranti che affollano strade e piazze della cosiddetta ‘zona Unesco’, ovvero la cerchia dei viali più l’Oltrarno; spazi che fino ad oggi hanno composto un ‘patchwork’ senza regole estetiche e di decoro. Oggi la commissione giudicatrice del concorso internazionale di idee, ideato dal Comune per definire i prototipi dei nuovi dehor, ha concluso il suo lavoro e stilato la graduatoria dei 56 elaborati che hanno partecipato alla gara.
Un lavoro lungo e di particolare complessità che ha impegnato a fondo i cinque componenti della giuria, composta dal celebre designer statunitense Cris Bangle, già capo del Centro stile della Bmw; dall’architetto fiorentino Claudio Nardi, autore di prestigiosi edifici in Itlia e all’estero; dal direttore del Servizio belle Arti del Comune Giorgio Caselli; dal direttore dell’Ufficio Unesco di Firenze Carlo Francini; dalla dirigente dello Sviluppo economico del Comune Marta Fallani. Alla fine, anche se i premi sono stati formalmente assegnati, la giuria ha deciso di non proclamare un ‘prototipo’ realmente vincitore, poichè “nessuno dei progetti presentati, pur nella varietà esaminata, può essere considerato univocamente esaustivo del tema messo a concorso” ha spiegato la commissione.
I progetti prescelti sono stati sei, e tutti e sei concorreranno a definire il modello generale, che sarà formalizzato entro febbraio e al quale da novembre tutti gli operatori dovranno attenersi, per rinnovare o realizzare dehor con caratteristiche comuni di forme, colori e materiali. Alla scelta del prototipo definitivo fra pochi giorni potranno partecipare tutti i fiorentini, attraverso una consultazione on line sulla rete civica del Comune che pubblicherà e metterà a confronto i sei progetti, che sono quelli del gruppo di Michele Principe e di Giuseppe Mincoletti (primi ex aequo) e poi di Elisabetta Grassi, Manfredi Conforzi, Luca Salvalai e Vincenzo Bellini.
“Non vogliamo né un effetto ‘arlecchino’ né effetto ‘stampino’ – ha spiegato il vicesindaco Dario Nardella – Ci potranno essere tre soluzioni finali: la scelta definitiva di uno dei sei progetti finalisti, un mix fra tutte e sei le proposte o l’utilizzo dei diversi modelli a secondo delle zone del centro, che tengano conto dei diversi contesti storici e architettonici. A stabilire il modello finale sarà un gruppo tecnico di lavoro a cui chiederemo di partecipare anche alla soprintendenza”. Una volta definito il prototipo (o i prototipi) con le linee guida, sarà realizzato un ‘allegato tecnico definitivo’ che, dopo il varo da parte della giunta, costituirà la base per tutti i progetti esecutivi dei nuovi dehor che i gestori di bar, locali e ristoranti dovranno realizzare.
Ed entro il prossimo autunno-inverno tutti dovranno attenersi alle nuove regole. “Il nostro è un progetto molto ambizioso, nessuna altra città ha mai preso una iniziativa del genere, che per la città è una grande occasione – ha detto ancora il vicesindaco - Voglio ringraziare i membri della commissione, che hanno lavorato a titolo gratuito, e tutti i partecipanti, che presto vedranno i loro lavori esposti in una mostra curata dal Comune. Questa operazione è importante non solo per il decoro e per l’immagine della città, ma anche per la sua economia: considerato che un dehor costa di media oltre 30mila euro netti, si metterà in moto un giro d’affari di oltre un milione di euro”.