A metà della settimana entrante si svolgeranno gli interrogatori di garanzia per le 6 persone coinvolte nell'inchiesta “derma affare-fatto” e attualmente soggette a misure di custodia cautelare. C'è grande attessa per l'interrogatorio del professor Torello Lotti. Intanto i suo avvocati hanno fatto sapere alla stampa che “le sponsorizzazioni ci sono state e Lotti non lo nega. Ma sono state trasparenti, lecite, in favore dell'Università o per enti scientifici”.
E che “la Procura non contesta a Lotti di aver intascato mazzette o tangenti, ma parla di elargizioni da parte delle case farmaceutiche per le attività di ricerca, come la donazione di un ecografo. Lo stesso Lotti spiega che è prassi, che è tutto trapsarente, lecito e che rientra nelle normali relazioni fra privati ed istituzioni. E nega di aver favorito le case farmaceutiche”. “Chiunque utilizza gli ammalati a fini speculativi va sicuramente punito. Un tale comportamento è spregevole soprattutto quando si tratta di migliorare le condizioni di vita dei pazienti.
Contro gli abusi in medicina stiamo cambiando il sistema sanzionatorio dell’Ordine dei medici per renderlo più agile e in grado di dare risposte tempestive in caso di eventi dannosi. Inoltre, per evitare tali episodi il nuovo Sistema di Educazione Continua in medicina regola il tema dei rapporti tra chi organizza congressi ed altri eventi formativi rivolti ai professionisti sanitari e gli eventuali sponsor. Ogni sponsorizzazione deve essere resa evidente e comunicata alla Commissione nazionale e agli ordini professionali, in modo da monitorare eventuali abusi.
La grave o reiterata violazione di tali regole comporta, oltre alle responsabilità penali, la revoca dell’accreditamento. Comunque quanto accaduto non deve minare la fiducia nel lavoro dei dermatologi” ha fatto sapere attraverso una nota stampa il ministro della Salute Ferruccio Fazio. “In più occasioni – ha dichiarato il direttore dell'Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco, Guido Rasi – avevo evidenziato l’esigenza di chiudere il programma Psocare, avviato nel 2005 e a mio avviso non più rispondente alla mission istituzionale dell’Aifa, per ricondurlo al ruolo di strumento di appropriatezza prescrittiva che aveva all’origine e in analogia quanto avviene per gli altri Registri attivi presso l’Agenzia.
La trasparenza è sempre stata al centro dell’azione di governo dell’Aifa ed in particolare per il progetto Psocare sono stati messi a disposizione, già nel giugno 2009, i dati alle autorità competenti. Per dovere di chiarezza desidero precisare che la coerenza tra i dati inseriti nei Registri e i reali trattamenti effettuati presso i Centri non è competenza dell’Aifa ma è sotto la diretta responsabilità del compilatore. Le attività di controllo messe in atto trovano in questa operazione il riscontro della loro efficacia”. E l'Università di Firenze ha annunciato di voler “disporre immediatamente un'inchiesta interna e adottare le sospensioni dal servizio previste dalla legge, restando ferma la piena adesione al principio costituzionale che prevede la presunzione di innocenza di chi è sottoposto a procedimento penale”.