E' un'occasione straordinaria quella offerta dalla mostra di Tortona per ammirare i capolavori della collezione Ojetti nella mostra “Da Fattori a Casorati”. E' una mostra particolarmente significativa che dopo il grande successo di critica e di pubblico, emigra, per così dire nella bella cittadina di Tortona, dove è esposta, insieme alle opere alla collezione della Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona, collezione che si riferisce, per la stragrande maggioranza, proprio ad artisti coevi a quelli attentamente raccolti dal noto critico-scrittore. A cominciare da Pellizza, personalità che proprio nella vicina Volpedo ebbe i natali e che in questa Pinacoteca è documentato dal corpus più consistente presente in una raccolta pubblica.
E con l’autore del “Quarto Stato”, molti altri con cui ha intrecciato vicende umane e artistiche: Plinio Nomellini, Angelo Morbelli, Giovanni Segantini, Carlo Fornara, Gaetano Previati. Accanto a alle opere dei protagonisti di un “altro” Ottocento, ovverosia Cesare Tallone, Cesare Maggi, Raffaello Gambogi, Eugenio Gignous, Leonardo Bistolfi e Baldassare Longoni figurano profeti ed epigoni del divisionismo, da Daniele Ranzoni a Paolo Troubetzkoy, Giacomo Balla, Umberto Boccioni Questa importantissima raccolta, tutta da scoprire, che vanta, tra gli altri, testimonianze di straordinaria importanza quali “ Piazza Caricamento” di Nomellini,” Mi ricordo quand’ero fanciulla” di Morbelli e “ Ultimi pascoli di Fornara, accoglierà i capolavori che Ojetti raccolse come frutto della passione di una vita e che, dopo molto tempo, in quest’occasione sono stati riuniti.
Per ricostruire la collezione Ojetti, le studiose Giovanna De Lorenzi, Graziella Campana e Rossella Campana, hanno compiuto un emozionante viaggio a ritroso nel tentativo di reperire quanto collezionato molto oculatamente da Ojetti in decenni di ricerche e frequentazioni di artisti e galleristi. Già all’indomani della morte (1946), infatti, il suo patrimonio fu oggetto di una dispersione che si è completata con la cessione della villa, trasformata in albergo. Arredi, opere d’arte, ma anche il grande archivio, sono stati ceduti in momenti e ad acquirenti diversi, rendendo difficile qualsiasi recupero. Le ricerche condotte in previsione della mostra hanno consentito di ridare, innanzitutto, forma a questo materiale (in gran parte inedito e inesplorato) e, anche grazie ad esso, risalire all’importante quadreria. In sostanza emerge un’esperienza collezionistica unica, non solo perché puntuale riflesso di quei principi di classicismo neo-tradizionalista alla base della disposizione criticai di Ojetti, ma soprattutto perché proiezione del suo rapporto elettivo con gli artisti, indice di un’alta e assolutamente nuova concezione della figura del critico. Le opere rigorosamente selezionate offrono così l’opportunità per ricostruire l’autentica portata, le dinamiche e le implicazioni del ruolo di mecenate, di protettore, di guida teorica e committente di Ojetti anche attraverso l’attività pubblica.
Ripercorrere da vicino la genesi e gli sviluppi di rapporti intensi anche se, spesso, assai controversi Senza negare la qualità critica del lavoro delle curatrici per avere ricostruito i brani dispersi della collezione di Ugo Ojetti, è necessario sottolineare il grande merito del collezionista e studioso, Giuliano Matteucci che ha promosso questa importante ricerca e si propone di studiare e ricostruire le grandi collezioni del Novecento, al fine di arricchire la storiografia artistica, di un approccio che permetterà di conoscere le motivazioni e i significati delle collezioni del secolo scorso, regalandoci, come auspichiamo, nuove illuminanti conoscenze sulla storia del gusto e della cultura del Novecento La mostra, in corso a Tortona sino al 28 novembre, pone, dunque, all’attenzione e alla memoria storica una vicenda culturale e umana senza termini di paragone nel panorama del tempo, aggiungendo un contributo importante all’arte e al collezionismo italiano del primo Novecento.
Ed è davvero apprezzabile che a proporla sia un Ente al di fuori dei grandi contesti istituzionali, qual è la Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona che, nel volgere di pochi anni, dimostra così di avere ampiamente raggiunto, in modo egregio, l’obiettivo di realizzare una pinacoteca dal disegno storico artistico ben definito, in grado di offrire eventi di alta caratura culturale. di Alessandro Lazzeri