Firenze– Da una parte la “necessaria acquisizione di numeri e cifre per una infrastruttura di livello nazionale che avrà ricadute evidenti sul territorio” e su cui la Giunta regionale intende “verificare la reale volontà di realizzazione”. Dall’altra la “presa d’atto che tutto è rimesso alla volontà di altri”. La trattativa sul rigassificatore di Rosignano (Li) è tutt’altro che decollata. L’impianto da 500 milioni di euro e 8 miliardi di metri cubi di gas l'anno da realizzare sulle coste di Vada, ha contorni ancora “indefiniti”.
Così come dichiarato dallo stesso governatore Enrico Rossi in occasione della Festa Democratica di Cecina lo scorso agosto, la vicenda è tutta nelle mani di Solvay che ancora deve pronunciarsi in maniera chiara sulla volontà o meno a realizzare l’infrastruttura. Una posizione confermata in Aula dall’assessore all’Ambiente, Anna Rita Bramenrini, nel corso della risposta all’interrogazione del PdL nella quale si chiedeva una “posizione ufficiale” dell’Esecutivo. Posizione che l’assessore competente ha chiarito essere quella contenuta nel Documento di programmazione economico finanziaria e nel programma di Governo e che tuttavia è in attesa di una risposta definitiva da parte della multinazionale chimica.
“Abbiamo chiesto – ha detto Bramerini – i numeri dell’opera per verificare l’effettiva volontà a realizzare l’impianto”. Dati che a tutt’oggi non sono arrivati e che hanno spinto il consigliere del PdL Marco Taradash a dichiararsi “parzialmente soddisfatto” della risposta. “Credo di aver capito che a decidere sarà Solvay. Per la Regione tutto va bene, l’incertezza è solo del costruttore”. Da qui l’inciso: “per liberarci dal dubbio amletico, che spetterebbe alla Giunta sciogliere, propongo ai consiglieri eletti nella circoscrizione di Livorno di autoconvocarci presso la dirigenza Solvay per sciogliere ogni ambiguità.
Altrimenti lo farò da solo”.