Mancini (Fondazione MPS): ''Dal terzo settore un contributo all'occupazione''

Che ruolo hanno le Fondazioni di origine bancaria verso volontariato e terzo settore? Ecco l'intervento del presidente della Fondazione Mps e vicepresidente dell’Acri, Gabriello Mancini, alla festa nazionale del Pd a Grosseto.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 settembre 2010 15:41
Mancini (Fondazione MPS): ''Dal terzo settore un contributo all'occupazione''

Che ruolo hanno le Fondazioni di origine bancaria verso volontariato e terzo settore? Occasione per fare il punto su questo argomento è stata la festa nazionale del Pd in corso a Grosseto e incentrata sul tema: “Donazioni private ed erogazioni pubbliche: chi sostiene il terzo settore?” Ad una tavola rotonda organizzata nei giorni scorsi, ha partecipato anche il presidente della Fondazione Monte dei Paschi di Siena nonché vicepresidente dell’Acri ( l’associazione che riunisce le Fondazioni italiane e le Casse di Risparmio) che ha sottolineato come le Fondazioni non abbiano il compito di sostituirsi all’intervento pubblico, ma piuttosto quello di integrarlo, facendo fronte ai bisogni della persona non solo, e per forza, passando dall’apparato statale, ma attraverso una sorta di sussidiarietà fra le diverse istituzioni che scardina definitivamente i vecchi modelli.

“Nuove esigenze, nuovi bisogni si sono presentati specie in questo periodo di crisi e lo Stato - ha aggiunto Mancini - deve mutare la sua impostazione per andare verso nuove forme di collaborazione tra pubblico e privato per un diverso tipo di welfare dove il concetto di sussidiarietà si esalta al servizio del cittadino”. “Nel 2009 – ha poi ricordato – tra bando ordinario e bando straordinario oltre 40 milioni di euro sono stati destinati dalla Fondazione Monte dei Paschi per sostegno alle famiglie, assistenza agli anziani, ai disabili, alle categorie deboli, ai giovani.

Non da meno l’impegno delle altre Fondazioni italiane che hanno indirizzato il 10,2% della quantità di risorse a loro disposizione, 1,68 miliardi di euro, per volontariato e terzo settore”. In tale ambito rientra anche l’intesa siglata nel giugno scorso da Acri, Forum del Terzo Settore, Csvnet (Coordinamento dei centri di servizio) e Consulta nazionale permanente del volontariato con la quale le Fondazioni assegneranno ogni anno e per cinque anni dal 2010 al 2014 consistenti risorse: 24,4 milioni di euro alla Fondazione per il Sud, che dovrà utilizzare almeno 5 milioni per le organizzazioni di volontariato del Mezzogiorno: 60 milioni ai Centri di servizio per il volontariato ai quali va per legge 1/15 dell’avanzo di esercizio delle Fondazioni. Terzo settore e volontariato del resto costituiscono una realtà numericamente ed economicamente importante: in Italia vedono impegnati più di un milione e trecentomila addetti, circa 20 milioni in Europa.

E tutto questo pur trovando ancora resistenze di carattere ideologico, ma anche sotto alcuni aspetti normativi e fiscali da rivedere e correggere. Sempre più si è di fronte ad uno spostamento di attività e funzioni verso soggetti privati (ai quali al contempo si chiede naturalmente di instaurare un’etica di servizio), riducendo la distanza fra istituzioni pubbliche e cittadini, con un passaggio dal welfare state al welfare society o welfare community dove il terzo settore è non più subalterno, ma anche protagonista.

Per far sì che tutto questo si realizzi Mancini ha indicato la necessità di un impegno dello Stato verso una più ampia applicazione del principio costituzionale di sussidiarietà, espresso nell’articolo 118 della Costituzione di recente modificato; una riforma del libro I, titolo II del codice civile per semplificare le figure giuridiche esistenti; la revisione del regime fiscale concedendo quelle facilitazioni riconosciute in larga parte degli stati europei e di cui invece ad esempio le Fondazioni ex bancarie non usufruiscono. Il no profit può dare anche un importante contributo nel campo dell’occupazione: oltre il 7 per cento del totale della nuova occupazione, nei Paesi sviluppati, è stato creato infatti dalle organizzazioni no profit.

Proprio per favorire lo sviluppo del terzo settore, che ha bisogno sempre più di manager capaci, la Fondazione Mps ha contribuito con Provincia di Siena e Cesvot al varo della scuola di alta formazione per il terzo settore, che ha l’obiettivo di migliorare la professionalità degli operatori del volontariato e promuovere la cultura della responsabilità sociale e la capacità di ascolto. “Unica in Italia - ha sottolineato Mancini - si pone come luogo di formazione, oltre che del terzo settore, anche dei dirigenti della Pubblica Amministrazione e di aziende private, sul tema del rapporto tra primo, secondo e terzo settore”.

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