Il Partito democratico della provincia di Siena si mobilita contro i pedaggi manifestando lunedì 5 luglio, dalle ore 17.30, nei pressi del casello Bettolle-Valdichiana dell'autostrada A1. "Protestiamo contro questi balzelli decisi dal governo in modo arrogante - dichiara Marco Nasorri, capoguppo Pd in consiglio provinciale - e invitiamo tutti i cittadini ad unirsi alla nostra protesta. L'aumento non riguarda solo chi esce al casello di Bettolle, ma anche chi percorre il tratto Bettolle-Chiusi, che paga comunque 1.80 euro.
Si tratta di una tassazione continua e ingiusta, che colpisce soprattutto i residenti, costretti ad utilizzare questo tratto di strada per lavoro o comunque per le proprie esigenze di mobilità". "Va anche sottolineato che i nuovi pedaggi si sommano ai tagli al trasporto pubblico locale - dice Marco Nasorri - producendo una doppia tassazione che va a tartassare i residenti e chi deve sportarsi per lavoro. Per l'ennesima volta chiediamo all'esecutivo di sedersi ad un tavolo con la Regione e gli Enti Locali, per individuare soluzioni condivise che non penalizzino i cittadini senesi e toscani né il turismo.
In questi anni il centrodestra non ha fatto niente per le strade toscane, se non introdurre nuovi costi per gli utenti. L'Anas non ha neanche i soldi per le manutenzioni ordinarie, visto che con la finanziaria 2010 il governo non le ha trasferito neanche un euro. I cittadini senesi e toscani - conclude Nasorri - si sentono vessati e abbandonati". Alla protesta, che segue la mobilitazione di venerdì da parte dei sindaci del Chianti fiorentino, saranno presenti i sindaci dei Comuni della zona, i rappresentanti dell'amministrazione provinciale e regionale e i parlamentari del Partito democratico eletti nella circoscrizione senese. La senatrice Donatella Poretti, Radicali/Pd sulla ha presentato un emendamento al decreto legge che istituisce questa gabella per impedire l'esazione provvisoria: "L'Anas esige illegalmente il pedaggio forfettario per i raccordi autostradali.
Ho depositato una interrogazione parlamentare alla Presidenza del Consiglio dei ministri e inviato un esposto-denuncia alla Procura della Repubblica di Roma. La legge che istituisce il pedaggio forfettario per i raccordi autostradali (articolo 15, comma 2 del decreto legge n. 78/2010) prevede che le stazioni per il pagamento del pedaggio forfettario siano individuate con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri (Dpcm) che deve anche stabilire "criteri e modalita' per l'applicazione del pedaggio sulle autostrade e sui raccordi autostradali in gestione diretta di ANAS".
In un comunicato stampa in cui si annuncia l'applicazione del pedaggio a partire dal 1 luglio 2010, l'Anas afferma che tale Dpcm e' stato emesso lo scorso 25 giugno. Ma come ha denunciato l'Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori) tale decreto non esiste o, se esiste, è ancora inefficace in quanto mai pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e forse neanche sottoposto al controllo di legittimità della Corte dei Conti. Un Dpcm, come altri decreti ministeriali, deve essere adottato previo parere del Consiglio di Stato, vistato e registrato dalla Corte dei conti e infine pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
Fino alla pubblicazione in GU, che sancisce la fine del procedimento, il decreto è inefficace ed ha il valore di una semplice circolare. Non solo l'ufficio legislativo del Governo ha confermato all'Aduc l'inesistenza di questo Dpcm in termini esecutivi, ma anche l'Anas, sempre interpellata dall'Aduc, ha confermato che non esiste. Siamo quindi di fronte ad una situazione di evidente illegalità: gli automobilisti italiani, oltre a dover già subire un tributo di dubbia legittimità mascherato da corrispettivo, sono costretti a pagare in forza di un decreto che ancora non è efficace e quindi in violazione della legge.
Per questo ho presentato, col senatore Marco Perduca, un'interrogazione al Governo perche' ordini all'Anas l'immediato blocco dell'esazione, e ho denunciato la vicenda alla Procura della Repubblica di Roma affinché valuti l'opportunità di procedere nei confronti degli amministratori Anas per reati contro la PA".