Si stima siano attorno a 100 milioni le mine antiuomo sotterrate in 78 paesi del mondo; ogni anno causano circa 6.000 incidenti, provocando la morte o la mutilazione tra la popolazione civile. Un gruppo di ricercatori dell’Università di Firenze ha sviluppato, in collaborazione con un team internazionale, un radar olografico a microonde, che permette di superare i limiti dei metal detector attualmente utilizzati per rilevare la presenza delle mine antiuomo nel suolo.
L’applicazione dello strumento, denominato RASCAN, è stata selezionata - unica rappresentante della ricerca italiana - fra i progetti innovativi della scienza e della tecnica che abbiano un’utilità sociale, che saranno presentati a Londra, in occasione della Summer Science Exhibition 2010, la manifestazione per i 350 anni della Royal Society. Il team fiorentino, che si occupa da oltre 10 anni di tecnologie elettroniche applicate allo sminamento umanitario, è composto da Lorenzo Capineri e Pierluigi Falorni, del Laboratorio ultrasuoni e controlli con distruttivi del Dipartimento di Elettronica e telecomunicazioni.
Assieme ai colleghi di Culham Centre for Fusion Energy (Gran Bretagna), Bauman Moscow State Technical University (Russia), Walnut Ltd., SakaechoTachikawa (Giappone), Franklin and Marshall College (USA) i due ricercatori hanno realizzato uno strumento in grado di ottenere le immagini ad alta risoluzione di oggetti posti fino a circa 15 centimetri sotto la superficie, rilevandone dimensioni e forma. Una tale accuratezza, unita alla velocità con cui RASCAN può fornire le informazioni sugli elementi presenti nel terreno monitorato, permette di migliorare enormemente gli esiti delle indagini condotte con i metal detector. Questi ultimi strumenti infatti, rilevano solo la presenza di metallo ma gli ordigni di nuova generazione, avendo un contenitore in materiale plastico, ne contengono una parte infinitesima, inoltre danno lo stesso segnale con qualsiasi detrito sospettato di essere una mina, il che allunga i tempi e aumenta i costi delle indagini. “Grazie alla facilità dell’interpretazione delle immagini, il radar olografico permette di abbassare il rischio per l’operatore addetto allo sminamento (in media si verifica un decesso ogni 1.000 mine recuperate), di ridurre i fattori di errore dovuti a stanchezza e i tempi, e quindi i costi, delle indagini su grandi aree – spiega Capineri, docente di Elettronica – ma può essere impiegato anche per la diagnostica non distruttiva di elementi strutturali di opere murarie o in legno, per le indagini sui beni culturali e sulle strutture in cemento armato”. Durante la manifestazione di Londra, aperta al pubblico dal 25 giugno al 4 luglio, i visitatori potranno sperimentare il radar alla ricerca di simulanti di mine antiuomo sepolte nella sabbia.