Deludente dopo partita. L'Italia è stata eliminata dopo una gara che, salvo un quarto d'ora, ha giocato nel peggior modo possibile. La sconfitta sancisce la fine di un ciclo. Hanno deluso gli “eroi” di Berlino, non hanno convinto i giovani emergenti. Lippi non è riuscito a ripetere il miracolo dello scorso Mondiale 2006. Non si chiedeva un miracolo, ma ci si aspettava qualcosa di più. Dopo le due prime partite del girone, ci si aspettava una crescita. In realtà la squadra è apparsa per oltre un'ora in balia dei modesti slovacchi e nonostante un quarto d'ora dignitoso ha dato l'impressione di un team slegato, privo di personalità e stanco. Dossena ha sottolineato i limiti fisici e di personalità della squadra, mentre Mazzola ha messo in dubbio le scelte di Lippi che ha inserito tardivamente Quagliarella, risultato il migliore degli attaccanti. La delusione è condivisa da Lippi che si assume la piena responsabilità del disastro azzurro: "Mi prendo tutte le responsabilità.
Nessuna esclusa. Se una squadra si presenta a un appuntamento così importante col terrore nelle gambe, nella testa e nel cuore, significa che l’allenatore non l’ha preparata bene sul piano psicologico, tecnico e tattico, ma soprattutto psicologico. Evidente che non l’ho preparata a dovere. Tutto mi sarei aspettato, non che la squadra si esprimesse come ha fatto nel primo tempo. Mi dispiace da morire chiudere questa esperienza in questa maniera. Non dico che contavo di vincere di nuovo il Mondiale, ma non di finire così". Incalzato in conferenza stampa sulle scelte e sui giocatori lasciati in Italia, il CT ha dichiarato: "Ho detto che mi prendo tutte le responsabilità.
Il problema non è mettere prima un altro. Ma mettere in campo una squadra capace di esprimersi dal primo minuto. In passato avevo creato il giusto mix, stavolta non ci sono riuscito. Ma per me non c’erano avvisaglie. Avevamo fatto due partite non brillantissime, se avessimo confermato quel livello delle precedenti gare con qualcosa in più in fase offensiva, sarebbe bastato. Invece la squadra non ha pressato, non ha costruito, non ha fatto proprio niente". In qualche modo il CT si assume la responsabilità, ma questo non lo ripara dalle critiche che piovono nel dopo partita e che sicuramente si succederanno nei prossimi giorni. Parlano i protagonisti della gara come De Rossi che afferma: "La colpa è da dividersi fra tutti, chi ha giocato bene la prima ha sbagliato questa e viceversa.
Non dobbiamo cercare alibi, è una figura brutta, e ce ne renderemo conto soprattutto nei prossimi giorni”. Drastico anche il giudizio di Buffon che fermato da un infortunio ha incitato i compagni dalla panchina: "Se in tre partite, due delle quali con Nuova Zelanda e Slovacchia, non riesci a vincerne nemmeno una è giusto tornare a casa e cercare di capire che cosa è successo. Col Paraguay forse è stata la miglior partita, soprattutto a livello di intensità e voglia di proporre.
E' andata peggio con la Nuova Zelanda e oggi, quando a parte il convulso finale non abbiamo mai dimostrato di poter essere competitivi con squadre di livello più alto". Di quest'avventura azzurra resta una delusione per una squadra che non ha mai mostrato un gioco, è apparsa slegata e, nonostante il tourbillon delle sostituzioni non è mai apparsa in grado di imporsi e di vincere, neanche con avversarie come Paraguay, Nuova Zelanda e Slovacchia. Se si ricorda che questa Nazionale non aveva vinto una partita nel 2010 e che nelle amichevoli premondiali era apparsa fuori condizione, forse, l'eliminazione era stata in qualche modo annunciata.
Ma i tifosi e i giornalisti sportivi speravano in qualcosa di diverso. Dimentichiamo in fretta il Sudafrica. Domani la Nazionale comincia una nuova avventura con Cesare Prandelli (la presentazione ufficiale dopo il 19 luglio), che avrà l'affascinante e arduo compito di costruire una nuova squadra che, ci auguriamo, diversa dalla squadra non bene assemblata che ha condotto Lippi alla disastrosa avventura mondiale. di Alessandro Lazzeri